Giro nel nuovo Museo, da poco inaugurato, per il regista in questi giorni in Italia. Plauso al progetto: “luogo favoloso, grazie a Ferrara per averlo realizzato”.
Il 25 giugno, il grande regista Wim Wenders – che ha appena regalato al suo pubblico il meraviglioso ‘Perfect Days’ – ha fatto tappa a Ferrara per visitare lo Spazio Antonioni, inaugurato il 1° giugno scorso, un universo unico che raccoglie parte dei 47mila oggetti che il celebre regista ferrarese Michelangelo Antonioni ha devoluto alla sua città natia.
Ad accompagnarlo lungo il percorso c’erano Enrica Fico, moglie di Antonioni e tra i promotori insieme a Vittorio Sgarbi del nuovo spazio museale di Corso Porta Mare 5, la moglie (l’artista e fotografa Donata Wenders) e l’assessore alla Cultura Marco Gulinelli.
Una promessa si mantiene
Si tratta di una promessa mantenuta: proprio nel giorno dell’inaugurazione del nuovo spazio, Wenders era stato impossibilitato a essere presente fisicamente a Ferrara. Si era però collegato per un saluto in streaming, promettendo che a giugno sarebbe venuto a visitarlo personalmente durante la sua permanenza in Italia in occasione del Festival Cinema Ritrovato di Bologna, per la proiezione della versione restaurata dalla Cineteca di Bologna di Buena Vista Social Club (1999), in lingua originale con sottotitoli in italiano. Un momento emozionante per festeggiare i 25 anni dall’uscita del gruppo di musicisti della tradizione cubana (tra gli altri, Compay Segundo, Ibrahim Ferrer e Omara Portuondo), riunito dal chitarrista Ry Cooder.
Arrivato nella città estense, mani congiunte in segno di preghiera sopra al capo, gesto di estrema eleganza e delicatezza, Wenders rivolge un “Grazie” in alto, verso la scritta “Spazio Antonioni” che campeggia all’ingresso del museo di viale porta Mare.
Uno sguardo verso l’orizzonte, ‘Al di là delle nuvole’
Il regista e sceneggiatore tedesco, che con Antonioni firmò il film in gran parte realizzato a Ferrara, Al di là delle nuvole (1995), si ferma subito ad ammirare gli spezzoni in mostra di Gente del Po, il documentario realizzato negli anni Quaranta da un giovane Antonioni a inizio carriera, il quadro di Filippo de Pisis, “Pesci nel paesaggio di Pomposa” (1928) e quello di Burri. Immagini iconiche che arricchiscono il percorso museale.
Scherza con Enrica Fico, che gli spiega le opere selezionate: lettere, fotografie, spezzoni, quadri. Si ferma davanti a un’immagine di Lucia Bosé: “Non eri gelosa di queste immagini che Michelangelo conservava nel suo archivio?”, le dice sorridendo Wenders.
I premi prestigiosi premi di Antonioni in mostra: ispirazione
Wenders osserva poi i premi, tra quelli esposti in mostra: l’Oscar alla carriera, il Leone d’oro sempre alla carriera, la Palma d’oro di Cannes per il miglior film ottenuto con Blow Up, nel 1967. Si è poi fermato ad assaporare i molti spezzoni di film presenti nello spazio, da La signora senza camelie (1953) a Zabriskie point (1970).
“Questo è un posto che ispira. Si crea al suo interno una giusta dimensione per accogliere l’universo di Antonioni. È favoloso, congratulazioni a chi l’ha reso possibile”, ha detto Wenders, che è anche membro del comitato d’onore del museo ferrarese, a fine della sua presenza in mostra. Lo stesso regista, all’inaugurazione dello spazio lo scorso 31 maggio, aveva detto che quello di Ferrara “sarà spazio non solo per le generazioni di oggi, ma anche per le generazioni future”. “Conservo – aveva inoltre detto – solo i ricordi più cari del nostro lavoro a Ferrara con Michelangelo ed Enrica e mi sento legato a questa meravigliosa città e al nostro amore comune per il grande Michelangelo, il celebre figlio di Ferrara, nato lì 112 anni fa”.
“Si tratta della visita più sentita dopo la giornata dell’inaugurazione, racconta Enrica Fico Antonioni. L’emozione, ora, continua: Wim è la persona più vicina a Michelangelo e quindi anche a Ferrara. La sua visita, come sempre, è stata arricchita di battute, gli piace scherzare come piaceva altrettanto ad Antonioni. Wenders è un amico preziosissimo e un grande uomo, spero potrà collaborare con noi per rendere questo luogo vivo: questa deve essere la casa di Antonioni, vissuta dagli artisti e da chi da lui si lascia ispirare”.
“L’emozione personale si unisce a quella professionale: Wim Wenders è tra i più grandi registi viventi e con il suo operato, la sua umiltà e il suo silenzioso insegnamento è di stimolo a fare sempre meglio e a lavorare con passione. Casa Antonioni è casa di Michelangelo e anche casa sua”, ha concluso l’assessore Marco Gulinelli.
Immagini ufficio stampa “Ferrara Rinasce”
Articolo pubblicato su Taxidrivers
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Simonetta Sandri
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