Teatro – Carcere – Scuola:
“voci e suoni da un’avventura leggendaria”
Casa Circondariale Santa Maria Maggiore di Venezia
63° giornata mondiale del teatro – 12° giornata nazionale di teatro e danza in carcere
Progetto teatrale “Passi Sospesi”, voci e suoni da un’avventura leggendaria, uno spettacolo di Teatro Ragazzi alla Casa Circondariale Santa Maria Maggiore, Venezia
Giovedì 27 Marzo 2025, ore 16.00, ingresso riservato agli autorizzati
In occasione della 63a Giornata Mondiale del Teatro e della 12a Giornata Nazionale di Teatro e Danza in Carcere, Balamòs Teatro in collaborazione con la Casa Circondariale Santa Maria Maggiore di Venezia, organizza un’iniziativa sul teatro in carcere con la presentazione dello spettacolo di Teatro Ragazzi voci e suoni da un’avventura leggendaria.
Questa iniziativa è promossa dal Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, che ha istituito la data del 27 Marzo come 12a Giornata Nazionale del Teatro e Danza in Carcere in concomitanza con la 63a Giornata Mondiale del Teatro, promossa dall’International Theatre Institute, Unesco (il messaggio della Giornata Mondiale del Teatro per il 2025 è stato affidato al regista Theodoros Terzopoulos).
Lo spettacolo di Teatro Ragazzi voci e suoni da un’avventura leggendaria è tratto dall’incredibile avventura di Odisseo e i suoi compagni all’isola dei Ciclopi. Eroiche avventure, miti e leggende senza tempo raccontate con leggerezza e ironia dagli alunni delle scuole secondarie di I° Grado “T. Tasso” di Ferrara: Gabriela Chiriac, Daria Cusato, Giacomo Ferrara, Emanuele Ferraretti, Yosef Hamdaoui, Ginevra Magnani, Maria Amelia Ronchi, Ginevra Tartaglia, Chen Zixin Kevine e alcuni detenuti dal progetto teatrale Passi Sospesi di Balamòs Teatro alla Casa Circondariale Santa Maria Maggiore di Venezia.
Lo spettacolo è diretto da Michalis Traitsis, regista e pedagogo teatrale di Balamòs Teatro e responsabile del progetto teatrale “Passi Sospesi” negli Istituti Penitenziari di Venezia, e “Sguardi Diversi” alla scuola “T. Tasso” di Ferrara. Collaborazione artistica Patrizia Ninu, foto Andrea Casari, video Marco Valentini.
Sarà un’occasione per fare una riflessione sul ruolo del teatro in carcere e confrontarsi sul rapporto tra il carcere e il territorio per capire se, e come, la società possa contribuire nel percorso rieducativo della pena. In questa circostanza la scuola e il carcere si incontrano attraverso il teatro in una straordinaria occasione di formazione teatrale e umana. Alla presentazione dello spettacolo saranno presenti alcuni detenuti, operatori interni, e un gruppo di spettatori esterni (ingresso riservato agli autorizzati).
L’anima dello spettacolo proposto è il desiderio di stare insieme attraverso un fare insieme, adolescenti e uomini detenuti, nel tentativo di raccontare e raccontarsi, di mettersi alla prova, di navigare insieme per scoprirsi e scoprire altri orizzonti possibili, di affrontare insieme paure, giudizi, conflitti.
Con una metodologia che tende, attraverso stimoli precisi, a rendere ciascuno protagonista del proprio percorso, dei propri personaggi e delle proprie interpretazioni. Con il regista che si propone come pedagogo teatrale, accompagnatore, facilitatore, disponibile a navigare con gli adolescenti e gli uomini detenuti tra i moti calmi e ondosi del lavoro teatrale, tra scoperte e frustrazioni, tra le bonacce e tempeste della crescita.
Il teatro ha come obiettivo contribuire ad attivare un lavoro di riflessione, di introspezione e di cambiamento che, pur con difficoltà e fatica, le persone recluse sono chiamate a fare su loro stesse, sui pregiudizi, sugli stereotipi, sul come ritrovare un nuovo modo di essere, sull’elaborare la gioia e la rabbia senza maschere, e per restituirli attraverso la pratica teatrale.
C’è una linea che Michalis Traitsis, sociologo, regista, pedagogo teatrale e direttore artistico di Balamòs Teatro (membro fondatore del Coordinamento Nazionale di Teatro in Carcere e del gruppo di progettazione della rassegna nazionale di teatro in carcere Destini Incrociati) e responsabile del progetto “Passi Sospesi” negli Istituti Penitenziari di Venezia, ha scelto di percorrere, dalla prevenzione alla detenzione, ed è quella di guardare ad una prospettiva culturale, attraverso lo strumento dell’arte teatrale, nell’approccio alle tematiche della reclusione e dell’esclusione. Cultura come testimonianza, come confronto, memoria, rete nei e dei territori, tutela delle fasce più deboli della società. Cultura della diversità e dell’inclusione sociale.
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