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Vite di carta. Storia della patriota Paola Del Din.

Il 26 luglio 1944 Paola Del Din, che ha assunto il nome di copertura Renata per diventare agente del SOA (Special Operations Executive), parte da Udine per arrivare al sud, oltre le linee nemiche, e compiere la sua prima missione da patriota recapitando importanti documenti utili alla Liberazione nella parte d’Italia già raggiunta dagli Alleati.

nome in codice Renata Alessandro CarliniÈ il 26 luglio di questo 2023 e per coincidenza ho cominciato la lettura dell’ultimo libro scritto da Alessandro Carlini, Nome in codice: Renata. Storia di Paola Del Din, combattente della Resistenza e agente segreto, edito da UTET e uscito in marzo.

A pagina 45 trovo la data col giorno e il mese di oggi e mi soffermo a pensare: caspita, esattamente 79 anni fa, quando mia madre e mio padre erano ragazzi, poco più che ventenni. Ho scelto una lettura storica per questo scorcio bollente dell’estate, sottraendomi ai libri da leggere sotto l’ombrellone (quando mai li ho letti, tra l’altro?).

Altri libri dedicati alla seconda Guerra mi attendono per il resto di agosto, sono scritture più intime dedicate a persone che hanno lasciato memoria di quegli anni. Di uno di loro ho addirittura la copia del manoscritto e vivo con una certa emozione la fiducia che mi ha accordato la pronipote nell’affidarmi le parole che le restano del bisnonno.

Cercherò di entrarci in punta di piedi, con lo stesso delicato rispetto con cui Alessandro Carlini si è intrattenuto in lunghi incontri nella casa di Paola, a Udine, dal 2020 al 2022. Due anni di conversazioni intense, in cui Paola ha raccontato la sua vita all’ ‘allievo’ venuto per lei, per tesaurizzarne la memoria sugli anni che più lo interessano come giornalista e come autore di due pregevoli gialli storici ambientati a Ferrara nel periodo della Resistenza e nell’immediato dopoguerra.

Paola, che Carlini conosce nel 2020, grazie al presidente dell’ANPI di Poggio Rusco, mostra di avere una grande energia nonostante sia quasi centenaria, essendo nata nell’agosto del 1923 a Pieve di Cadore. Ha ricordi precisi e circostanziati. Custodisce con altrettanta limpidezza i dettagli sulle situazioni oggettive in cui si è imbattuta e sul loro significato storico, i dolori personali e familiari.

Custodisce le emozioni non dimenticabili con la compostezza a cui è stata educata in famiglia: su tutte la tragedia del fratello Renato, entrato nella Resistenza prima di lei e ucciso dalla milizia durante l’assalto partigiano alla caserma repubblichina di Tolmezzo, esattamente un anno prima della Liberazione.

Il libro comincia così: “Quale nome in codice ha scelto?” In principio c’è sempre il nome. Paola Del Din lo sa bene… In ogni nome c’è una storia. L’etimologia è questo, in fondo: trovare la storia dentro le parole“. Nell’atto di diventare un’agente del servizio segreto britannico Paola sceglie senza esitazione di chiamarsi Renata, per ridare vita al fratello che non c’è più e al significato di rinascita contenuto nel suo nome.

Per agire in difesa dei valori della democrazia come autentica patriota, è così che si definisce. Secondo Carlini la parola prevale in lei per lo spirito risorgimentale a cui rimanda e per la presenza duratura nel tempo storico che manca invece alla parola partigiano.

Partigiano si riferisce a una breve stagione della storia e contiene una accezione di significato più specifica, circoscritta a una sola parte politica. Pur avendo combattuto vicino a partigiani dei più distanti orientamenti politici, durante e dopo la guerra Renata si è tenuta distante dagli orticelli separati della politica: il suo rifiuto verso “le lotte intestine e spesso fratricide come quelle combattute in Friuli” all’interno delle brigate partigiane è il segno di una visione più ampia della democrazia che va riconquistata, dove le differenze vengono incluse anziché rimarcate.

C’è una cornice narrativa nel libro che a tratti si stacca dal quadro di Renata e della sua storia: in questa cornice il narratore-autore abbandona i panni dell’intervistatore, smette di essere l’ ‘allievo’ a cui la professoressa Del Din tiene una esemplare lezione di Storia ed Educazione Civica, per assumere due altri ruoli, uno più prezioso dell’altro.

gli sciacalli alessandro carliniIl primo è quello di giornalista, che gli ha permesso di ottenere in netto anticipo sulla data del 2024 il personnel file HS 9/414/5 con i documenti dell’agente segreto Renata conservati negli archivi di Stato britannici a Londra. Nel dicembre 2020, mentre “Regno Unito e Unione Europea concludono il loro divorzio, più o meno consensuale e pur sempre traumatico”, arriva la tanto attesa documentazione da Londra.

Carlini però non è in grado di consegnarla e condividerla subito con Paola: viene ricoverato in ospedale in attesa di un trapianto di cuore e rene che potrà restituirgli la sua speciale rinascita. La distanza forzata dura parecchi mesi ma rinsalda anziché spegnerla la solidarietà che è nata tra i due: l’ ‘allievo’ diviene compagno di viaggio.

Entrambi ora conoscono il logorio esistenziale di una lunga attesa, la difficoltà di tenersi pronti a un evento esiziale. Per Paola la seconda missione dell’aprile 1945, venuta dopo i lunghi mesi dell’addestramento in Puglia e in Toscana: trasferire documenti e materiali nel Friuli ancora da liberare paracadutandosi da un C47 nelle vicinanze di Udine. Per Alessandro affrontare il delicato trapianto, che sarà fattibile solo nella primavera del 2021.

il nome del male alessandro carliniQuando si rivedono nella casa di lei c’è il profondo interessamento di Paola per la salute dell’ospite ritrovato. Subito però si immergono nel recupero della memoria sugli anni della guerra e nella lettura dei documenti mandati da Londra. Renata vi compare come un ottimo agente al servizio della Liberazione. Va detto che nel 1961 anche in Italia, nella piazza d’armi di Padova, le sarà conferita la medaglia d’oro al valor militare.

Ma siamo ormai nel 2022, Paola è divenuta anche molto altro negli anni che sono seguiti alla guerra: moglie, madre, insegnante in Italia e ricercatrice negli USA.

Dopo quasi due anni di conversazioni, dopo avere condiviso e poi raccontato un tratto di strada tanto intenso, Carlini chiude il suo prezioso libro rivelando un dettaglio che dettaglio non è: in alcune mail scritte nei mesi dell’attesa a Paola è sfuggito di dargli del tu.

Nota bibliografica:

  • Alessandro Carlini, Nome in codice: Renata, UTET, 2023
  • Alessandro Carlini, Gli sciacalli, Newton Compton Editori, 2021
  • Alessandro Carlini, Il nome del male, Newton Compton Editori, 2022

Per leggere gli altri articoli di Vite di carta la rubrica quindicinale di Roberta Barbieri clicca sul nome della rubrica o il nome dell’autrice

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Roberta Barbieri

Dopo la laurea in Lettere e la specializzazione in Filologia Moderna all’Università di Bologna ha insegnato nel suo liceo, l’Ariosto di Ferrara, per oltre trent’anni. Con passione e per la passione verso la letteratura e la lettura. Le ha concepite come strumento per condividere l’Immaginario con gli studenti e con i colleghi, come modo di fare scuola. E ora? Ora prova anche a scrivere

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