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Vite di carta. 26 donne geniali, libere, coraggiose nel libro Senza paura di Dalia Bighinati

L’8 marzo del 1996 suor Rita Giaretta e altre sorelle orsoline portano in dono una piantina di primule alle ragazze, per lo più nigeriane, che si prostituiscono nel Casertano, vittime della tratta e del giro criminale gestito da africani e italiani.

Da un libro corposo e pieno di storie forti come Senza paura, il libro che Dalia Bighinati ha scritto nei duri mesi del lockdown ed è uscito presso Book Editore nell’aprile di questo 2024, traggo proprio questa immagine di donne come suor Rita che omaggiano altre donne dando loro un fiore. Mi piace come segno di rispetto e di solidarietà e mi intenerisce.

Nella stessa pagina leggo le parole di suor Rita: “Queste ragazze hanno cominciato a fidarsi di noi, a credere nella possibilità del nostro aiuto”. Leggo, poi, cosa ne è nato: è nata da quel gesto solidale l’idea di Casa Ruth, una struttura che ha sottratto alla strada in venticinque anni seicento ragazze e i loro ottanta bambini.

Su suor Rita Giaretta ho rivolto a Dalia la prima domanda, davanti al pubblico intervenuto numeroso alla presentazione di Senza paura lo scorso venerdì 22 novembre, presso la Biblioteca di Poggio Renatico. Mi è sembrato di mettere subito in chiaro la grande qualità del libro, che fissa sulla carta 26 figure di donne coraggiose, normali ed eroiche al tempo stesso, che prima di tutto per rispetto di se stesse sono andate controcorrente e hanno perseguito i loro sogni nonostante lo svantaggio culturale e sociale da cui sono partite.

Maria Calabrese è poi intervenuta con una sollecitazione originale su come l’autrice le ha collocate entro la struttura del libro; ha illustrato nell’indice le cinque sezioni a cui sono assegnate (1. Il potere della parola: le scrittrici, le giornaliste 2. Controcorrente: le pioniere, le donne della politica 3. Il coraggio della genialità: le donne Premi Nobel, le religiose 4. Senza paura: le impavide, le fotoreporter  5. Leadership al femminile: le innovatrici) e ha notato come vadano a formare un accordo musicale.

Il  principio costitutivo è dunque l’armonia: un respiro che dà al libro la sua ossatura e al tempo stesso è il soffio che si avverte in ognuna delle interviste che Dalia ha fatto negli anni. Alle donne che ha raggiunto in qualche punto dell’Italia e del mondo, oppure che sono intervenute nelle edizioni di Internazionale a Ferrara, il Festival del giornalismo mondiale che si tiene nella città estense dal 2007.

Dall’esempio concreto di Suor Rita, alle cui attività andrà parte dei proventi ricavati dalla vendita del libro, alle esperienze di Ansalda Siroli, storica presidente dell’UDI di Ferrara e fondatrice del Centro Donna Giustizia. A sostegno del Centro andrà il ricavato del progetto Viva Vittoria che ha lastricato di coperte multicolori la piazza Castello sabato 23 e domenica 24 novembre. Ce lo ha ricordato Nicoletta Bellini, la coordinatrice del gruppo di Poggio Renatico, intervenendo a ricordare con entusiasmo le finalità del progetto e la grande capacità di aggregazione che ne è scaturita tra donne, e non solo.

Dalla fotoreporter Letizia Battaglia a Rita Levi Montalcini e a Dacia Maraini ha poi spaziato il dialogo a tre, per entrare nelle “complicate alchimie” di cui sono fatte le vite. Nell’atto della scrittura Dalia vi si è intrufolata con sensibilità e con rispetto, come portando a sua volta una piantina di primula.

Restituirle attraverso le parole le ha richiesto grande “dedizione”, come afferma nella dedica iniziale del libro, Alle lettrici e ai lettori. Ha richiesto la cura di ogni espressione per non tradire la sostanza umana di ognuna, e il ricorso alla Storia del Novecento per mostrare i gangli in cui avviene l’intersezione di ognuna delle vite con il proprio tempo.

Le domando come è stato ascoltare le altre donne ed entrare nelle loro storie così scottanti. Mi piace sentire la sua risposta, che è consapevole e profonda e sembra incantare i presenti.

Guardo Maria che mi è complice una volta di più nel viaggio dentro i libri e la catena delle idee. Su suggerimento dell’autrice, stiamo leggendo “a sentimento” i ventisei ritratti, senza seguirne necessariamente l’ordine e pur sempre guidate dalla struttura di cui si diceva prima, che offre una cornice di senso senza troppo vincolare la lettura.

Dove ci sta portando leggere Senza paura? Alle parole della “pioniera” Vittoria Tola: “Senza la presenza delle donne nei ruoli dove si decidono i destini del mondo, non ci potrà essere nessun vero cambiamento”.

Se ben ricordo, è di Dalia la frase che dice: quando le donne si occuperanno del mondo si prenderanno cura di tutti. In questo libro la frase è riferita a ventisei donne esemplari e viene declinata così (cito ancora la dedica): “mi sembrava un grande spreco non far conoscere ad altri le loro storie di intelligenza, amore e coraggio”.

Ora Maria sorride con me e insieme chiudiamo l’incontro ringraziando le persone intervenute, la bibliotecaria Giulia Aguzzoni che ha organizzato l’evento con la consueta passione, e in particolare lei, Dalia Bighinati, la ventisettesima donna.

In copertina una immagine della presentazione: Maria Calabrese, Dalia Bighinati e l’autrice

Per leggere gli altri articoli di Vite di carta la rubrica quindicinale di Roberta Barbieri clicca sul nome della rubrica o il nome dell’autrice

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Roberta Barbieri

Dopo la laurea in Lettere e la specializzazione in Filologia Moderna all’Università di Bologna ha insegnato nel suo liceo, l’Ariosto di Ferrara, per oltre trent’anni. Con passione e per la passione verso la letteratura e la lettura. Le ha concepite come strumento per condividere l’Immaginario con gli studenti e con i colleghi, come modo di fare scuola. E ora? Ora prova anche a scrivere

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