Un trimestre (di buon reddito) non fa primavera
Esulta il Governo, perché l’Ocse dichiara che i redditi reali delle famiglie (media per abitante) in Italia sono cresciuti nel 1° trimestre del 2024 più che in tutta Europa e Usa (+3,4% a fronte di una media Ocse di +0,9%). Ma è lo stesso Ocse a ricordare che siamo ancora sotto del 5,4% rispetto al livello raggiunto nel 2007 prima della grande recessione, mentre tutti gli altri Paesi sono già ritornati sopra. Gli andamenti dell’economia sono significativi considerando almeno un anno sull’altro (non un trimestre sull’altro); inoltre bisognerebbe non dividere il reddito generato in modo piatto tra tutti gli abitanti (ottenendo la media del pollo di Trilussa), ma considerando chi ha avuto forti incrementi (e sappiamo chi sono, i ricchi e super ricchi) e chi invece (poveri, operai, ceto medio) non ha avuto aumenti reali post inflazione.
L’opposizione ha potuto facilmente rispondere che, se si considera il periodo di Governo del centro-destra (dal 3° trimestre 2022 ad oggi) l’incremento dell’Italia è inferiore (+1,9%) a quello medio Ocse (+2,8%) e non poteva che essere così vista:
la bassa dinamica dei salari
la riduzione degli aiuti ai poveri
il taglio dell’indicizzazione di 3 milioni di pensioni
la mancata introduzione del salario minimo, presente in quasi tutta Europa.
Il confronto con la Germania fa capire quanto reddito abbiano perso gli italiani dal 2007 ad oggi. Ben venga l’aumento del 1° trimestre 2024, dovuto anche agli ingenti investimenti del PNRR (che non ci saranno più dal 2028). Il problema sono gli investimenti strutturali, che mancano in Italia. Ma quando le cose vanno bene per le imprese come per banche, assicurazioni, imprese energetiche, (lauti ricavi e ancor più lauti profitti), c’è una gran corsa a distribuire i dividendi agli azionisti più che ad investire.
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Andrea Gandini
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