Skip to main content

Un raglio ci seppellirà.
L’asina Regina di Mimmo Sammartino.

Continua  il ciclo di letture “Libri per la Pace” all’interno del Laboratorio per la Pace dell’Università di Ferrara, coordinato dai Professori Alfredo Mario Morelli e Giuseppe Scandurra. Il 14 Novembre presso la libreria IBS (di Piazza Trento e Trieste) verrà presentato, a cura del CDS, il romanzo di Mimmo Sammartino Nostra Regina dei burroni e delle mosche (Edizioni Exorma, Roma 2024).

Senza scomodare le tradizioni favolistiche più o meno antiche (da l’asino d’oro di Lucio Apuleio, al ciuchino di Winnie Pooh passando per l’asinello di Collodi) partiamo da un dato di fatto: la protagonista di questo “inno alla disubbidienza dinnanzi all’insensatezza della guerra” è un’asina e il suo omologo più naturale sarebbe piuttosto il gatto di Natsume Sōseki. Io sono un gatto è un romanzo infatti che ha per protagonista un gatto, filosofo e scettico, che osserva distaccato un radicale mutamento epocale. Il Novecento è appena iniziato e il gatto protagonista di queste pagine avverte un’oscura follia che aleggia nell’aria.

Anche nel romanzo di Sammartino la protagonista, l’asina Regina, racconta in prima persona la sua storia di emigrazione forzata dall’Appennino Lucano al confine italo-austriaco della Prima Guerra Mondiale dove una stessa oscura follia, più concretamente, riempie d’orrore l’aria e persino la terra: la famosa battaglia per la città di Gorizia costò la vita a 1.759 ufficiali e circa 50.000 soldati italiani e a 862 ufficiali e circa 40.000 soldati austriaci. Ovvero 100 mila morti. Una strage che ha ispirato una delle canzoni più celebri contro la guerra: O Gorizia tu sei maledetta

Nel narrare la sua vita il monologo di Regina, tra accenti etici poetici e poetici, sembra farsi vera e propria preghiera. In queste inversioni tra follia umana e saggezza animale, tra una obbedienza incivile e assurda e una disobbedienza cocciuta e animale ad un certo punto l’asina si rifiuta di trasportare le armi al fronte.

E utilizzando una similitudine tra i due animali protagonisti, se le zampe del gatto di  Sōseki, nel posarsi sono così silenziose da non tradire mai la sua presenza, “quasi calpestassero il cielo o le nuvole”, quelle dell’asina Regina sono zoccoli che schioccavano e risuonavano tra gli angusti sentieri delle dolomiti lucane, ma che non riescono a trovare alcun sentiero tra le carni fresche sbranate dai cannoni.

Punita per aver disobbedito, Regina racconterà la sua prigionia rinchiusa in un recinto dal quale dopo la morte di altri suoi compagni deciderà di scappare, disertando definitivamente e cominciando il suo vero e proprio viaggio all’interno dell’inferno.

Come scrive Simone Innocenti nella sua recensione del romanzo di Sammartino [vedi Qui]: “in questo canto religioso sotto forma di raglio, Sammartino fa di Regina un segno evangelico: la prosa stessa dello scrittore contiene germi biblici. Lo stile ha una forza di grande poesia. E di denuncia sociale”.

Il romanzo è dunque un inno alla pace e  – come dice Sammartino nella sua nota a pg. 126 –  “è un’ode agli asini magnifici, portatori di some e meraviglie…” nonché scandalosi esempi di mansuetudine e compassione.
Come direbbe il gatto di Soseki, “gli umani per quanto forti non saranno in auge per sempre. Meglio attendere tranquillamente l’ora dei gatti” o quella degli…asini come Regina e del suo raglio, che se meritato, ci seppellirà tutti!

Mimmo Sammartino
Giornalista, scrittore e autore di testi per il teatro, la radio e la televisione, vive in Basilicata. Dal 2020 presiede la Fondazione Leonardo Sinisgalli. Ha, tra l’altro, pubblicato romanzi e racconti con gli editori Sellerio, Hacca, Manni, Interlinea, Rubbettino, Guida, Il Filo di Partenope, Osanna, Calice, Hermaion, Universo Sud.
In particolare, con l’editore Sellerio ha pubblicato Vito ballava con le streghe (2004, premio speciale della giuria del Premio Letterario Basilicata 2005, testo ripubblicato nel 2017 da Hacca edizioni) e Un canto clandestino saliva dall’abisso (2006). Con Hacca edizioni ha pubblicato inoltre Il paese dei segreti addii (2016, premio speciale della giuria del Premio Letterario Basilicata 2016 e premio Carlo Levi 2017) e Ballata dei miracoli poveri (2019).
Vito ballava con le streghe – diventato nel 2007 anche un docufilm prodotto da Rai Educational – è anche ispirato il racconto che si snoda su un percorso letterario (Percorso delle sette pietre) che collega i borghi di Castelmezzano e Pietrapertosa nelle Piccole Dolomiti Lucane, paesi che figurano nel novero dei “borghi più belli d’Italia”.

tag:

Giuseppe Ferrara

Giuseppe Ferrara – Nato a Napoli. Cresciuto a Potenza fino alla maturità Classica presso il Liceo-Ginnasio Q.O. Flacco. Laureato in Fisica all’Università di Salerno. Dal 1990 vive e lavora a Ferrara, dove collabora a CDS Cultura . Autore di cinque raccolte poetiche; è presente in diverse antologie. In rete è possibile trovare e leggere alcune sue poesie e commenti su altri poeti e autori. Tiene un blog “Il Post delle fragole”: https://thestrawberrypost.blogspot.com/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *



Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it