UN DIBATTITO SUL SISTEMA CARCERE:
Giustizia, Pena, Detenzione, Recupero
Tempo di lettura: 3 minuti
Conversazione sul tema:
Giustizia, Pena, Detenzione, Recupero
Giovedì 10 novembre 2022, ore 17,30
Ferrara, Circolo Arci Bolognesi
piazzetta San Nicolò n. 6
intervengono:
Pietro Buffa, direttore generale Formazione Dipartimento Amministrazione Pena
Gian Carlo Perego, Arcivescovo di Ferrara
Pasquale Longobucco, presidente Camera Penale di Ferrara
Paolo Li Marzi, segreteria regionale UILPA Polizia Penitenziaria
Roberto Cavalieri, garante regionale dei detenuti dell’Emilia Romagna
Giacomo Berdondini, presidente regionale federazione Rugby
Coordina Stefano Cavallini
Due spunti di lettura sul tema a cura della Redazione di Periscopio
Uno
La nostra Costituzione cristallizza nell’art. 27 il significato di responsabilità penale e la funzione della pena e recita al comma 3 “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso d’umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.
Dalla lettura dell’articolo emergono due principi fondamentali, ossia:
- il principio di umanità della pena, in forza del quale il legislatore non può prevedere pene le cui modalità siano lesive del rispetto della persona e
- il principio della finalità rieducativa della pena, secondo cui le pene non devono essere volte unicamente alla punizione del reo ma devono innanzitutto mirare alla sua rieducazione, quale requisito fondamentale per il suo reinserimento nella società.
In tale prospettiva, la nostra Costituzione prevede la rieducazione quale finalità ideologica della pena. In particolare, è compito dello Stato favorire la presenza delle condizioni necessarie affinché il condannato possa successivamente reinserirsi nella società in modo dignitoso, creando così i presupposti perché, una volta in libertà, non commetta nuovi reati.
Va da sé, a maggior ragione, che un sistema fondato solo sull’intimidazione generale produca effetti di astio e tenda a strumentalizzare il reo, ovvero a spettacolarizzare la giustizia.
Del resto, la pena non è una vendetta sociale e solo laddove sia orientata alla rieducazione del condannato e alla sua risocializzazione riuscirà concretamente ad aspirare al debellamento della recidiva. In tal modo, infatti, si offre al condannato la possibilità di orientare la propria esistenza nel rispetto di quella altrui, conformemente alle regole del vivere sociale.
Due
Sono 74 i suicidi in 10 mesi del 2022. Per le carceri italiane è il dato più drammatico degli ultimi 13 anni con i numeri più importanti a Foggia e San Vittore a Milano. A tenere il conto è Antigone, l’associazione che si occupa dei diritti dei detenuti che svolte l’attività anche con l’osservatorio sulle condizioni dei detenuti, un organismo che si occupa, tra le altre cose, di analizzare e fare il punto su quanto avviene dietro nelle strutture penitenziarie, con focus anche sui suicidi.
Ad allarmare i rappresentanti dell’organizzazione presieduta da Patrizio Gonnella, è proprio il numero delle persone che negli ultimi dieci mesi si sono tolte la vita in carcere. Storie distinte e differenti su cui gli esperti fanno un’analisi precisa. «Si tratta del numero più alto «a quando si registra questo dato – scrivono nel documento relativo al punto sulla situazione al primo novembre -. Il precedente drammatico primato era del 2009 quando al 31 dicembre si erano suicidate 72 persone. Oggi, a fine anno, mancano ancora due mesi». Non solo, un altro elemento sottolineato dal documento dell’associazione riguarda un altro fatto: «Quando nel 2009 si suicidarono 72 persone, i detenuti erano circa 7.000 in più».
Sostieni periscopio!
Redazione di Periscopio
Commenti (1)
Lascia un commento Annulla risposta
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it
Grazie di occuparvi di questo enorme buco nella rete sociale e di solidarietà. Purtroppo ho appena sentito al Tg che oggi, a Torino, si è suicidato un’altro detenuto. Nient’altro.