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La fantastica Fatoumata Diawara

Fatou è magica.

Fatou è eclettica.

Fatou è magnetica.

Fatou è carismatica.

Fatou è Fatoumata Diawarala cantautrice del Mali, che giovedì 7 settembre ha aperto la seconda parte di “Ferrara sotto le stelle”, una rassegna musicale fra le più longeve in Italia dove, negli anni, si sono esibiti fior fiore di artisti.

Fatoumata ha incantato da subito il pubblico presente con la sua presenza scenica, il suo stile, la sua bellezza, il suo canto e la sua musica che mescola sapientemente i suoni delle radici africane con quelli del mondo, soprattutto blues, jazz, reggae, funky, rock, beat.

Insieme al gruppo che l’ha accompagnata ha creato un’atmosfera allo stesso tempo gioiosa ed intima, energetica e spirituale

Durante la serata ha presentato quasi tutti i brani dal suo ultimo bellissimo album “London Ko”: Tolon, Somaw, Mogokan, Sètè, Dambe, Yada, Netara, Nsera, Massa Den e la strepitosa Blues.

Oltre a questi ha eseguito Mousso Seguen, dall’album Fatou, una originalissima versione di Feeling Good di Nina Simone e Anisou.

Nel titolo del suo ultimo disco, oltre al nome della città inglese c’è un richiamo al nome della capitale del Mali: Bamako, quasi a voler sottolineare la sua scelta di creare una sorta di ponte che parte dalla musica tradizionale e arriva ad incontrare le sonorità delle avanguardie europee.

I brani di Fatoumata Diawara sono cantati soprattutto nella lingua “bambara” parlata dall’80% della popolazione del Mali e parlano di temi universali come il rispetto, l’emancipazione, la pace ma anche di problemi riguardanti l’Africa, come ad esempio: l’infibulazione, i bambini soldato, la schiavitù, i matrimoni combinati che costringono le bambine a sposare maschi adulti contro la propria volontà, i bambini dati in affidamento ad altre famiglie.

Spesso ha introdotto le sue canzoni parlando al pubblico ed insistendo sull’impegno per cambiare il presente in modo che il futuro sia migliore.

Ha sottolineato la sua fiducia nelle nuove generazioni perché le considera pronte per il cambiamento.

Diverse volte ha gridato che l’Africa è la culla del mondo quindi tutti noi siamo figli di quel continente perché è lì che si è sviluppata la civiltà umana.

Il pubblico ha ascoltato, ha ballato, ha cantato, ha applaudito; è come se avesse partecipato ad una specie di rito collettivo in cui Fatoumata, come una sciamana, ha trasportato magicamente ciascuno di noi in un’atmosfera immateriale che è stata davvero bellissima, corroborante e potente.

Un concerto che definirei addirittura terapeutico.

L’esibizione di Fatoumara Diawara è stata preceduta da un set della cantante Emma Nolde che, accompagnandosi con la chitarra elettrica, ha stupito i presenti con una voce davvero unica ed interpretazioni molto intense dal punto di vista espressivo che hanno dato uno spessore particolare ai suoi testi originali.

Emma Nolde

Cover e foto nel testo di Mauro Presini

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Mauro Presini

È maestro elementare; dalla metà degli anni settanta si occupa di integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Dal 1992 coordina il giornalino dei bambini “La Gazzetta del Cocomero“. È impegnato nella difesa della scuola pubblica. Dal 2016 cura “Astrolabio”, il giornale del carcere di Ferrara.

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