“The great rock’n roll swindle” è un film del 1980 nel quale il manager dei Sex Pistols, Malcolm Mc Laren, racconta che il punk fu una gigantesca operazione commerciale fintamente iconoclasta per fare un mucchio di soldi. Una truffa (swindle, appunto). Con il senno di poi e il fiuto di sempre, Mc Laren diceva solo una parte della verità; ma non può essere considerato impostore chi, in sostanza, dà dell’impostore a se stesso.
Il primo a parlare di truffa sui prezzi dell’energia è stato l’attuale Ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, che non può certo, in materia, essere definito un impostore.
Poi si è defilato, perché un ministro ha l’obbligo della prudenza e della diplomazia – o forse più banalmente perché gli hanno detto che è meglio se sta zitto. Sta di fatto che durante la guerra in Ucraina le forniture del gas russo all’Europa e all’Italia non si sono mai interrotte.
Quindi non c’è stato, finora, nessun problema di squilibrio tra domanda e offerta di gas che possa giustificare il decollo dei prezzi al consumo.
Per spiegarne le ragioni cito chi di sicuro non è un comunista- populista-incompetente- nemico-del- mercato, cosa che potrei essere io. Alfonso Scarano, analista finanziario indipendente;
Dice Scarano, rispondendo a un’intervista di Andrea Trucco su Valigia Blu: “Il problema in Italia dipende innanzitutto dal fatto che Arera (l’ente pubblico che vigila sul mercato dell’energia elettrica e del gas naturale) fa riferimento ai dati del mercato spot sul gas naturale. L’aumento del prezzo sul mercato finanziario ha portato a un’induzione degli aumenti di prezzo nei consumi perché Arera prende questi dati in maniera quasi automatica, asettica, anche se questi sono staccati dal cosiddetto prezzo doganale, cioè quello relativo al gas fisico che passa nei gasdotti e sul quale vengono poi calcolate le accise. Per dirla in maniera più semplice: il prezzo fisico si è distaccato da quello speculativo… La mia tesi, o potremmo dire un legittimo sospetto, è che ci sia stata una manipolazione del mercato TTF che mira a stravolgere gli equilibri geopolitici. Penso per esempio al fatto che nel giro di poco tempo gli USA sono riusciti a piazzare all’Europa 15 miliardi di metri cubi di GNL a prezzi esorbitanti: un risultato impensabile appena pochi mesi fa. Ma soprattutto ha permesso ai nostri tre operatori principali sul gas, vale a dire ENI, Snam ed Edison, di posizionarsi in una rendita parassitaria, lucrando con la differenza tra i prezzi reali alla fonte e i prezzi speculativi”.
Ancora – perché quando un addetto ai lavori dice le cose bene, non si può dirle meglio: “…anche una tassazione maggiore non risolve del tutto la questione. Bisogna andare alla radice del problema, rivolgendosi al mercato TTF di Amsterdam e rivolgendosi a trader professionisti, anche perché si tratta di un mercato talmente di nicchia che si conoscono tutti gli operatori. Serve un’inchiesta internazionale, seria e di parti terze, per capire se determinati soggetti hanno stabilito cartelli e accordi sottobanco”. Infine: “Se ci fosse una reale volontà politica si potrebbero obbligare aziende come Eni a restituire ciò che hanno guadagnato a chi ha perso tanto o tutto.” (per l’intervista integrale leggi qui).
Queste dichiarazioni sono di Alfonso Scarano, analista finanziario indipendente. Che non sarà l’oracolo di Delfi, però, se il primo a parlare di “truffa” sui prezzi dell’energia è stato l’attuale Ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, molto inserito negli ambienti che contano e certamente aduso alla cautela, credo che siamo messi male.
Poi ci sono i fenomeni che stanno al governo ma che non riescono a stare zitti (non nel senso di Cingolani, voce dal sen fuggita). E dovrebbero invece tacere, visto che hanno emanato una norma che (timidamente) vorrebbe far pagare ai nostri produttori di energia una tassazione straordinaria sui profitti straordinari che hanno accumulato in questi mesi, e non ci riescono assolutamente.
Allora, i casi sono tre: o scrivono male le norme (grave, per dei seri e competenti, anzi, i “migliori”); o hanno fatto male i calcoli del gettito previsto (visto che hanno incassato un decimo dello stimato); oppure chi non paga se ne frega dello Stato e dei cittadini, e questo menefreghismo è praticato, tra le altre, da un’azienda che è detenuta al 30% dallo Stato.
Invece si permettono anche di pontificare. Tipo il nostro spocchioso quant’altri mai Luigi Marattin (deputato di Italia Viva), che dà del populista sovietico a Maurizio Landini, mentre dovrebbe chiedersi per quale arcana ragione, invece dei 10 miliardi di sovrattassa alla aziende del gas per gli extraprofitti che il governo (di cui Marattin fa parte) doveva incassare entro giugno. sono arrivati solo 800 milioni. E magari, da grande economista quale dice di essere, trovare un rimedio a questa vergognosa disfatta dello Stato.
In Italia chiunque parli di misure redistributive – che prelevino da chi accumula ricchezze e restituiscano a chi perde reddito e potere d’acquisto – è un ‘populista’. Punto e a capo.
Invece i fautori del laissez-faire , i liberal liberisti, per i quali i mercati non sono speculativi, ma fanno semplicemente il loro mestiere, sono le persone serie.
Peccato, però, che la loro mitologica ‘classe media’, quella che dichiarano di voler difendere, scivolerà nel giro di tre bollette nell’incubo di non avere i soldi per fare la spesa. E intanto le imprese, a una a una, stanno chiudendo i battenti, perché produrre in perdita a causa del caro energia non conviene. Evviva il neoliberismo.
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Nicola Cavallini
Commenti (1)
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Dispero di vedere qualche azione di verifica riparatrice o intesa a incassare il dovuto da redistribuire
non solo dai “migliori” che se ne stanno andando per la crisi di governo, ma anche da quelli che presumibilmente avranno più voce in capitolo dopo le elezioni. E noi paghiamo…