C’è un’espressione piuttosto curiosa che da circa un secolo viene usata dagli spagnoli per indicare la celebrazione di una vittoria in ambito sportivo: si dice infatti che una squadra canta o intona il cosiddetto alirón nel momento in cui conquista un trofeo. Però, ancora oggi, non c’è una traduzione letterale di questa parola, e la sua origine è ufficialmente sconosciuta.
Ad affermare tutto ciò è la Real Academia Espanola, cioè l’organismo che elabora le regole linguistiche dello spagnolo. Infatti, dopo aver classificato per anni la parola alirón come un’espressione derivante dall’arabo e al’en, che significa “proclamazione”, nell’edizione 2014 del suo dizionario la RAE si è arresa all’evidenza e ha confermato che l’origine di quest’espressione è ancora ignota. Sul suo conto si rincorrono leggende e ricostruzioni di vario tipo; quindi, per semplificarci la vita, prenderemo in considerazione le due ipotesi più chiacchierate, nonché le più attendibili.
Cominciamo con la versione più colorita, la quale racconta che l’utilizzo festoso di alirón ha origine nei paesi Baschi, e precisamente nelle miniere di ferro di Ortuella, una piccola cittadina situata a circa dieci chilometri da Bilbao. Qui, al termine del 1800, i minatori locali lavoravano solitamente per ingegneri e dirigenti inglesi, giunti nel nord della Spagna sul finire della prima rivoluzione industriale.
Il salario dei minatori dipendeva dalla purezza del ferro estratto, e quando una miniera conteneva il ferro più puro possibile gli ingegneri inglesi ponevano al di fuori di essa un cartello con su scritto all iron, cioè “tutto ferro”. Questo, per gli operai, significava il raddoppio della paga: va da sé, quindi, che la sola lettura del cartello suscitava grande gioia tra gli stessi minatori, i quali probabilmente storpiarono la pronuncia inglese all iron con lo spagnolo alirón.
Tuttavia, alcuni storici e linguisti spagnoli sostengono che questa ricostruzione sia inattendibile, in quanto, secondo loro, è molto probabile che i minatori dell’epoca fossero del tutto analfabeti. Quest’ipotesi resta comunque una delle più accreditate assieme a quella, forse più plausibile, che coinvolge lo stile musicale denominato cuplé, ossia un misto tra canzone popolare e cabaret molto in voga in Spagna a cavallo tra il 1800 e il 1900.
La nascita della cosiddetta canzone dell’alirón si ha nel 1913 grazie alla musica del compositore madrileno Gaspar de Aquino e alle parole dello scrittore Álvaro Retana. La prima voce ad intonare questa canzone fu quella della ballerina, nonché cupletista, Marietina, che cantò il brano al Teatro Romea di Madrid: l’esibizione un po’ irriverente e giocosa di Marietina ebbe un gran successo, e la canzone dell’alirón cominciò a essere interpretata da numerose cantanti e ballerine in tutto il paese.
La sera di Capodanno del 1913, un’altra cupletista chiamata Teresita Zazá propose il brano al Salon Vizcaya di Bilbao; ed è qui che nacque l’accezione sportiva della canzone, la quale, originariamente, parlava in modo piuttosto generico di un inno festoso che riecheggiava per le strade di Madrid. Infatti, sembra proprio che quella sera di Capodanno, il pubblico basco abbia chiesto alla stessa Teresita Zazá di modificare il testo, e in particolar modo il finale del ritornello.
Così, per completare la rima con la parola alirón, pare che sia stata inserita la frase el Athletic campeón: un evidente riferimento al fatto che, in quegli anni, l’Athletic Bilbao era una delle squadre più titolate di Spagna. Da quel momento in avanti, la canzone viene associata alla celebrazione sportiva, e il suo testo è stato modificato a più riprese sia dagli autori originali che dalla stessa tifoseria basca.
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Paolo Moneti
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