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Ferrara film corto festival

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Telepass lascia (la posizione di monopolio) e raddoppia (le tariffe)

Gli automobilisti in Italia sono tantissimi, 25 milioni (siamo uno dei paesi che ha più auto al mondo in rapporto agli abitanti). 7,5 milioni hanno il Telepass (380 milioni di ricavi, 50 euro per cliente). Fino al 30 giugno si pagheranno 3 euro al mese (“Telepass plus”) che diventeranno però 4,9 a luglio. La tariffa base passerà invece da 1,83 a 3,9 euro al mese. Telepass è di Mundys (ex Atlantia-Benetton, partecipata dal fondo svizzero Partners Group che nel 2021 ne ha acquistato il 49% per un miliardo di euro) e propone anche una nuova offerta “Pay per use”: con un euro al giorno quando si usa l’autostrada (più 10 euro di attivazione), senza canone mensile.

Chi non vuole subire questo salasso può disdire  – la disdetta è gratis – e aderire alla proposta di due nuove società nate nel 2021: Mooneygo di Intesa San Paolo e Unipol Move, che hanno tariffe più basse ma possono fornire solo il telepedaggio presso i caselli. Mooney costa 1,5 euro al mese (più 5 euro di attivazione) e nell’offerta “Pay per Use” costa 2,2 euro nei mesi di utilizzo più 10 euro di attivazione. E’ possibile associare 2 targhe. Unipol Move “regala” un anno gratis a cui segue un euro al mese nel secondo anno. La formula “Pay per Use” costa invece 50 centesimi ogni giorno di utilizzo più 10 euro di attivazione (ma il servizio non è attivo in Sicilia). I costi delle due compagnie entranti sono inferiori a Telepass, che però punta sui molti servizi aggiuntivi (trasporti, treni, skipass,…) per fidelizzare i clienti.

Inizia quindi un periodo di concorrenza dopo 34 anni di monopolio all’italiana: Telepass fu introdotto nel 1990 in occasione dei mondiali di calcio. Nel 1999 lo Stato italiano decise di liquidare l’IRI e vendette a Benetton il 30% delle autostrade, e anche Telepass. E’ noto che lo Stato si fece pagare una cifra irrisoria per concedere 6.000 chilometri di pedaggio.  Non a caso, Gros-Pietro (economista), ex presidente IRI, diventerà presidente di Atlantia due anni dopo. Questa volta però l’Europa ha imposto una concorrenza e Telepass probabilmente perderà una fetta di mercato.

Per leggere gli altri articoli e interventi di Andrea Gandini, clicca sul nome dell’autore

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Andrea Gandini

Economista, nato Ferrara (1950), ha lavorato con Paolo Leon e all’Agenzia delle Entrate di Bologna. all’istituto di studi Isfel di Bologna e alla Fim Cisl. Dopo l’esperienza in FLM, è stato direttore del Cds di Ferrara, docente a contratto a Unife, consulente del Cnel e di organizzazione del lavoro in varie imprese. Ha lavorato in Vietnam, Cile e Brasile. Si è occupato di transizione al lavoro dei giovani laureati insieme a Pino Foschi ed è impegnato in Macondo Onlus e altre associazioni di volontariato sociale. Nelle scuole pubbliche e steineriane svolge laboratori di falegnameria per bambini e coltiva l’hobby della scultura e della lana cardata. Vive attualmente vicino a Trento. E’ redattore della rivista trimestrale Madrugada e collabora stabilmente a Periscopio.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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