Storie in pellicola /
Il corto “Boat People”: un viaggio nello storia, con il karma delle formiche
Tempo di lettura: 7 minuti
Un viaggio nello storia, con il karma delle formiche. Abbiamo visionato per voi, “Boat People”, un corto animato che sarà presentato, nella sezione “Programmes jeunes publics” del Festival del Cortometraggio di Clermont-Ferrand, dal 2 al 10 febbraio.
Parte il Festival del Cortometraggio di Clermont-Ferrand, ricchissima la programmazione. Possiamo visionare molti corti, grazie alla nostra presenza, Periscopioline è accreditato come stampa internazionale. Eccoci qua, allora, puntuali.
Vietnam, un mondo d’infanzia, momenti storici difficili. La madre di Thao salvava le formiche dalle ciotole di acqua zuccherata. Le minuscole creature un giorno ricambieranno il favore, guidando la sua famiglia disperata fuori dall’oscurità e mostrando loro la via verso la salvezza. Questione di karma. Come lei ha salvato loro, loro salveranno lei e i suoi cari.
Prodotto dall’Office national du film du Canada (OFN), il cortometraggio “Boat People”, dell’autrice e illustratrice Thao Lam, intraprende la sua missione di salvataggio creativo. Realizzato con l’animatore Kjell Boersma, il corto, di circa dieci minuti, racconta il viaggio spettacolare della famiglia di Thao nelle acque tumultuose della storia. Lei aveva due anni.
La fuga avventurosa, difficile e tumultuosa di una famiglia che si è ritrovata tra l’oltre milione e mezzo di rifugiati in fuga dal caos del dopo-guerra in Vietnam tra il 1975 e il 1995. Erano i cosiddetti “boat people”, disperati che usavano il mare come unico percorso possibile per un esodo in massa, ma che non avevano lo scopo di giungere in alcun porto: i profughi, infatti, imbarcati su mezzi di fortuna, chiatte, barche, zattere, spesso in sovraccarico, senza guida e senza criteri di sicurezza, perseguivano, a volte, il solo scopo di porsi sulle rotte delle navi, per poter essere intercettati e quindi soccorsi e raccolti, come in effetti avvenne spesso; in molti altri casi, invece, andarono incontro a naufragi e annegamenti che, insieme a fame, sete e freddo, produssero numerose vittime.
Termine noto anche in Italia, quando, nel giugno 1979, il governo Andreotti decise l’invio di tre navi verso il Golfo del Siam: gli incrociatori Vittorio Veneto e Andrea Doria e la nave appoggio Stromboli che portano in salvo 907 profughi.
Come tanti altri, quel nucleo familiare unito, coraggioso e deciso si era avventurato nel mare della Cina meridionale a bordo di imbarcazioni precarie e fragili.
Tema più che mai attuale, tema universale che mette sullo schermo un dramma umano e una lezione di vita che deriva dal comportamento delle formiche e dal loro fardello. Esseri viventi che non conoscono la perdita ma che lottano unite e si salvano solamente insieme. L’universo che tocca tutti coloro che si battono per proteggere i propri cari.
Una narrazione minimalista, un corto originale e toccante, vincitore di numerosi premi quali il Premio Milos Stehlik per l’impatto mondiale al Chicago International Children’s Film Festival (2023), il Premio Helen Hill del corto d’animazione e il Premio del Pubblico al New Orleans Film Festival (2023), il Premio Miglior Corto d’animazione canadese al Vancouver Asian Film Festival, Canada (2023) o il Grand Prix du Jury – Corto d’animazione al Calgary International Film Festival, Canada (2023).
Un racconto insolito di rottura e resilienza, un mix di animazione 2D tradizionale, di animazione multipiano fotogramma per fotogramma e di rendering digitale 3D. Carte e texture realizzate artigianalmente, create utilizzando inchiostro nero stampato a mano su carta, si combinano per produrre un bellissimo collage multistrato ed elegante.
Un vasto campo profughi in Malesia, raffigurato in un’animazione stilizzata, evoca un’industriosa società sotterranea offerta dalla stessa natura, mentre una piccola colonna di formiche che marcia instancabilmente verso un destino sconosciuto diventa una toccante manifestazione di perseveranza e sopravvivenza. Le formiche, quella specie resiliente che le rende una delle più prospere del pianeta.
La storia nasce dai racconti della madre di Thao, battelli di fortuna, navi, onde e tempeste. E le formiche che migrano, che viaggiano insieme, che si salvano, operose e coraggiose, percepite non come individui ma come gruppo, come massa. Se, come per loro, per i “boat people” scompare la singolarità, questa particolarità ritorna, invece, nella storia della famiglia di Thao, dove ci sono ruoli e nomi. L’istinto di sopravvivenza e di protezione reciproca prevalgono, comunque, nelle due colonie. Atti di salvataggio comuni.
“Boat People” è ispirato al libro per bambini, “The Paper Boat” della stessa Thao ma il film è pensato per raggiungere un pubblico più vasto, per toccare cuori e animi, per far capire che non si sceglie lo stato di rifugiato, per parlare a chi rifiuta di accogliere.
Come “The Paper Boat”, la versione cinematografica inizia con una storia ispirata alla vita della madre dell’autrice: una giovane ragazza osserva come una ciotola di acqua zuccherata viene messa fuori per attirare e sbarazzarsi di alcune fastidiose formiche.
Mentre gli adulti intorno a lei organizzano freneticamente piani di fuga, lei immerge la bacchetta nella ciotola per salvare gli insetti che stanno annegando.
Quando arriva l’esercito, la famiglia deve fuggire e, nel caos, la ragazza e sua madre si separano dagli altri e si perdono nella giungla.
La madre dà allora alla ragazza affamata un panino avvolto nella carta, che poi piega in una prodigiosa barchetta di carta. Mangiato, la ragazza vede una scia di formiche al chiaro di luna: le seguono fino all’acqua e raggiungono la barca che li porterà in salvo.
Una lezione per tutte. Le formiche sono in grado di cambiare il loro ruolo in una colonia man mano che invecchiano e quelle più anziane spesso restano indietro per aiutare le altre quando la colonia è sotto attacco. Così fa l’anziana vietnamita (che pare essere la nonna di Thao), infermiera, operaia, combattente, che li salva tra i giunchi lungo il fiume.
La storia si sposta rapidamente al ricongiungimento della madre di Thao con suo padre e a un lungo viaggio sul fiume fino a un campo profughi, dove la famiglia resta per sei mesi prima di avventurarsi su una barca dal fiume Mekong al Mar Cinese Meridionale.
Si passa alla prospettiva di una famiglia di formiche salite a bordo della barchetta di carta, il loro viaggio è pieno di pericoli, il sole è implacabile, le formiche vengono attaccate dai gabbiani, muoiono di fame, una tempesta capovolge la loro barca e molte si perdono. I sopravvissuti, tuttavia, si aggrappano l’uno all’altro, creando una zattera con i propri corpi, riuscendo infine a raggiungere la riva.
Una formica finisce su un tavolo della cucina, circondata dal cibo, come nel tavolo della prima scena. Ma i membri della famiglia di Thao seduti attorno a questo tavolo non sono gli stessi. La nonna non c’è più, la bambina è cresciuta e le si è aggiunta una sorellina. Ma sembrano felici e, soprattutto, sono al sicuro. Perché hanno lasciato il Vietnam? “Toi” (“You”), le dicono, tre lettere pesantemente intrise di senso e di dolore.
Alla fine della storia, il lettore vede davanti a sé una famiglia in un condominio pieno di famiglie, in una città frenetica piena di condomini affollati da creature minuscole e apparentemente insignificanti, che lavorano sodo e prosperano.
Un tocco di umanità, dove tutti siamo uguali. Dopo tanto silenzio, determinazione e sacrificio. Bellissimo, toccante.
L’Office national du film du Canada (ONF) è leader nell’esplorare il mondo dell’animazione come forma d’arte, di narrazione e di contenuti innovativi. Produce opere di animazione nei suoi studi e collabora con i creatori più importanti in coproduzioni internazionali. Le produzioni ONF hanno vinto oltre 7.000 premi, tra cui, nell’animazione, 7 Oscar e 7 Grand Prix al Festival di Annecy. Per visionarle: ONF.ca.
Thao Lam è autrice e illustratrice e crea immagini da quando riesce a ricordare. Per lei disegnare è sempre stato naturale come respirare.
Appassionata di libri per bambini, Thao è interessata alla narrazione visiva. Trae ispirazione dalle storie che ascolta, dalla bellezza delle cose di tutti i giorni e dal lavoro dei tanti illustratori che ammira. Ha studiato illustrazione allo Sheridan College di Toronto, e, nel 2008, ha vinto il premio Highlights Five Pewter Plate per l’illustrazione in versi. È stata selezionata due volte per gli American Illustration Awards.
Kjell-Boersma è un animatore canadese, noto soprattutto per il suo cortometraggio del 2017 “Dam! The Story of Kit the Beaver”, candidato come miglior cortometraggio d’animazione al 6° Canadian Screen Award.
Sostieni periscopio!
Simonetta Sandri
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it
Lascia un commento