Sotto attacco i principi fondamentali della legge 185/90 sul commercio delle armi: domani il voto in parlamento
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Sotto attacco i principi fondamentali della legge 185/90 sul commercio delle armi, domani il voto in parlamento.
Legge 185/90 sotto attacco: a rischio il principio fondanti della normativa sul commercio delle armi
Domani, martedì 11 febbraio alle 14:30, la Commissione competente voterà in via definitiva il Ddl di modifica della legge 185/90, la normativa che da 35 anni regolamenta con principi di trasparenza e responsabilità l’export di armamenti italiani.
Le associazioni pacifiste, riunite nella mobilitazione promossa dalla Rete Italiana Pace e Disarmo, denunciano il rischio di uno stravolgimento della legge che ne snaturerebbe il senso originario, vanificando decenni di battaglie per un controllo democratico sul commercio di armi.
I quotidiani PeaceLink e Periscopio aderiscono a questa campagna e ne rilanciano con forza l’importanza. Il complesso industriale-militare sta lottando con tutte le sue forze per prendere il controllo della normativa e occorre reagire.
Una legge voluta dal movimento pacifista
La legge 185/90 è nata grazie alla pressione delle associazioni pacifiste e del mondo cattolico, con il sostegno di personalità come padre Ernesto Balducci e don Tonino Bello. Il suo obiettivo era chiaro: impedire che l’Italia vendesse armi a paesi in guerra o responsabili di violazioni dei diritti umani.
Il principio fondante della legge è che il commercio di armamenti non può essere considerato un’attività economica come le altre, ma deve essere subordinato a criteri etici e alla politica estera del nostro Paese che dovrebbe conformarsi all’articolo 11 della Costituzione, basato sul ripudio della guerra come strumento di regolazionedri conflitti.
La normativa prevede un controllo parlamentare sull’export di armi, con la presentazione di una relazione annuale, e vieta esplicitamente forniture militari a nazioni coinvolte in guerre o che violano gravemente i diritti umani.
Un attacco alla trasparenza e al controllo democratico
Le modifiche in discussione mirano a ridurre i meccanismi di trasparenza, delegando sempre più potere decisionale all’esecutivo e sottraendo al Parlamento il ruolo di controllo. Questo rischia di trasformare l’Italia in un esportatore di armi senza vincoli etici, facilitando affari con paesi coinvolti in conflitti armati, come già avvenuto con la vendita di sistemi militari a nazioni responsabili di bombardamenti indiscriminati su civili.
La mobilitazione continua: difendere la legge 185/90
PeaceLink e Periscopio aderiscono alla campagna della Rete Italiana Pace e Disarmo e invitano cittadini e associazioni a mobilitarsi per fermare questo stravolgimento normativo. Chiediamo che i giornalisti diano visibilità alla campagna.
Chiediamo un’azione immediata
- Sostenere la petizione pubblica per la difesa della legge 185/90.
- Esigere che i parlamentari si oppongano alle modifiche che minano la trasparenza.
- Partecipare alle iniziative di pressione sull’Aula di Montecitorio, dove la votazione finale è prevista a partire da lunedì 17 febbraio.
Non possiamo permettere che venga snaturata una delle poche leggi che mettono al centro il ripudio della guerra e il rispetto dei diritti umani.
Cover : foto da Pagine Esteri su licenza Creative Commons

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ALESSANDRO MARESCOTTI
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
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