Silvan, l’artista bohémien alla Galleria del Carbone.
Testimonianza dell’amico biografo in chiusura il 7 gennaio
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Silvan, l’artista bohémien in mostra alla Galleria del Carbone di Ferrara.
Presentazione del catalogo venerdì 22 dicembre.
È un piccolo romanzo a tinte vivaci la storia di Silvan Gastone Ghigi, pittore ferrarese dal tocco depisisiano, disseminato nei salotti della borghesia non solo locale. A lui ora la Galleria del Carbone dedica una mostra personale nella centralissima piazzetta del Carbone, in pieno centro medievale di Ferrara.
L’artista è conosciuto con il nome d’arte semplificato di Silvan. Nato a Venezia nel 1928, è morto a Ferrara nel 1973, a soli 44 anni, in seguito a un incidente al termine di una serata nei locali notturni. Personalità controversa, con un’esistenza avvolta in un’aura bohémien, caratterizzata da un’alternanza di attività, inquietudini e furore analoghi a quelli delle sue pennellate. La sua produzione è ricca, quasi forsennata, formata da una quantità considerevole di composizioni floreali, paesaggi urbani e campestri, ma soprattutto ritratti. Volti schizzati da colpi di colore, figure di signore in posa con un collo di pelliccia o il filo di perle, nudi maschili scompigliati, bambini con l’abito delle feste, personalità note, come l’icona dell’arte circense Moira Orfei, la diva del cinema Zeudi Araya o il pittore ferrarese con quell’atteggiamento alla Clark Gable che era Marcello Tassini. Per ogni figura i tratti – ancorché tracciati come d’un balzo – conferiscono sguardi e personalità ben precise, trasmettendone vivacità, pensieri, languori e malinconie.
Scopro, durante l’inaugurazione della mostra che si è tenuta sabato 16 dicembre 2023, che le opere sono state raccolte da una moltitudine di famiglie che le conservano in casa, le hanno commissionate, ereditate o in certi casi le hanno scoperte in questi ultimi anni, alimentando piccoli collezionismi privati.
Tele, carte e cartoni dipinti con quei tratti stenografici, veloci e nervosi ai quali ci ha abituato l’arte di Filippo De Pisis, vengono da estimatori di Ferrara, ma anche di Bologna e di altre regioni, come il Veneto e la Lombardia. Il tam tam della mostra si è diffuso pian piano in fase di progettazione, consentendo ai gestori della piccola e attenta galleria cittadina di mettere insieme un bel repertorio, qui concentrato su ritratti e paesaggi.
“Lo vede quel ritratto?”, mi interpella un maturo visitatore indicandomi una figura di donna. “Quella – spiega – è la nonna di questa signora. Si era fatta fare il ritratto e poi aveva comprato quell’altro, di Moira Orfei”, spiega accostandosi al variopinto olio su tela. La nipotina della signora raffigurata, che ora è sulla quarantina, conferma con il capo, ed è venuta da Bologna per vedere le opere di famiglia in esposizione.
Un altro visitatore – mi racconta la gallerista Lucia Boni – quando ha visto lo schizzo del cliente sulla seggiola da barbiere, le ha rivelato di possedere l’opera dipinta ad olio su questo tema, che rappresentava un negozio dalle parti di via Terranuova. Lì, secondo il suo racconto, Silvan aveva l’abitudine di trascorrere del tempo, ed era anche l’occasione per ritrarre alcuni clienti.
Tra il pubblico dell’inaugurazione c’è l’ottantenne Galeazzo Giuliani, seduto sotto al disegno su carta che lo rappresenta negli anni della gioventù. Giuliani spiega che il quadro con il bambino in camicia appeso nella parete dedicata alle persone era suo figlio Pippetto, che Silvan avrebbe preferito raffigurare senz’abiti, ma al quale era stato negato. Con il risultato che l’indumento è accennato come di malavoglia, lasciando ampio spazio al color carne sottostante.
In mezzo ai partecipanti all’inaugurazione ritrovo anche un amico ingegnere, che mi sorprende rivelando di essere grande appassionato d’arte ferrarese. “Ho trovato un quadro di Silvan in un mercatino – racconta Luca Gavioli – e da lì mi sono affezionato e ho raccolto diversi lavori. Il gallerista Paolo Volta mi ha chiesto di darne alcuni per la mostra, ed eccoli lì, un ritratto di signora e un paesaggio. Gli altri non li ho prestati, perché mi spiaceva spogliare troppo le pareti di casa”.
Quando torno per rivedere le opere con più tranquillità, incappo in due colleghe giornaliste, le cui vite si sono a loro volta intrecciate con la produzione di Silvan.
Alessandra Mura, redattrice del quotidiano Nuova Ferrara, è venuta con la mamma, rimasta folgorata una decina d’anni fa da una composizione di fiori del nostro pittore. L’aveva vista esposta in una galleria antiquaria di via Garibaldi a Ferrara e da allora il quadro troneggia nel salotto di casa.
Lucia Mattioli, già addetta stampa dell’Ufficio Stampa del Comune di Ferrara, racconta invece di un ritratto mancato. “Quando ero bambina – racconta – abitavo in via Ghisiglieri 14 [e non al civico 17 come erroneamente ricordato in precedenza, ndr] a Ferrara, nello stesso complesso condominiale dove, di sicuro tra il 1962 e il 1967, viveva Silvan con la madre. Le nostre madri erano amiche e noi bambini andavamo spesso a sbirciare l’artista al lavoro. Aveva allestito lo studio nel garage del cortile. Ricordo molti quadri di fiori e ritratti. Io avrò avuto tra i sette e gli otto anni e, in un accordo tra le madri, lui si era messo a disposizione per farmi un ritratto. Io però non ne volli sapere. Mia mamma ha provato a convincermi e ha insistito a più riprese, ma io (ahimè) non mi sono mai prestata. Un mio amichetto, Giuliano, che abitava in via Gramicia ed era amico di famiglia, aveva invece acconsentito”. E conclude ridendo: “In questo modo, ogni volta che andavamo a trovarlo c’era il quadro lì appeso, come un monito per la mia mancanza!”.
Il critico d’arte Lucio Scardino, che dell’artista ha seguito le tracce già in passato attraverso interventi su riviste e pubblicazioni dedicate all’arte ferrarese contemporanea, ha colto quest’occasione del cinquantenario della morte per ricostruirne in maniera organica le vicende biografiche e artistiche. Il piccolo catalogo “I quadri del veneziano Silvan nel civico museo De Pisis di Ferrara”, appena edito da Comune e Fondazione Ferrara Arte, è una lettura appassionante che fa anche la ricognizione sulle opere di Silvan donate a suo tempo al Comune di Ferrara. Il lascito è stato reso possibile grazie anche all’intercessione di Scardino tra l’ente e la madre Maria Accorsi. I quadri sono ora nel deposito del Museo d’arte moderna e in parte esposti come arredo di alcuni uffici.
La mostra ha il patrocinio del Comune di Ferrara.
Venerdì 22 dicembre 2023 alle 17 presentazione del catalogo a cura di Lucio Scardino.
Domenica 7 gennaio 2024 alle 18, in chiusura dell’evento espositivo, incontro con la testimonianza dell’amico e collezionista Galeazzo Giuliani.
“Silvan Gastone Ghigi cinquant’anni dopo”, mostra Galleria del carbone, via del Carbone 18/a, Ferrara, dal 16 dicembre 2023 al 7 gennaio 2024, dal mercoledì alla domenica ore 17-20, festivi aperto, lunedì e martedì chiuso. Ingresso libero
[articolo revisionato il 2 gennaio 2024]
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Giorgia Mazzotti
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