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Sarha Wagenknecht, come uscire da sinistra dalla crisi tedesca (ed europea)

Le elezioni nel Brandeburgo, la più ricca regione della Germania Est, vedono SPD crescere di 4 punti rispetto alle elezioni regionali del 2019 e rimanere il primo partito, nonostante la crescita di 6 punti dell’estrema destra AFD. A ben vedere però è una vittoria dell’attuale Governatore Spd Woidke (molto amato) che, nella polarizzazione tra Spd e AFD, ha sottratto voti agli altri partiti (CDU inclusa), tranne al nuovo partito di Sahra Wagenknecht (13,1%) che sorpassa anche la CDU. Nel complesso l’estrema destra Afd e l’estrema sinistra (BsW) crescono dal 23% del 2019 al 43% del 2024 (quasi raddoppiano), confermando il trend di tutta la Germania che fa tremare i partiti tradizionali per le elezioni nazionali del 2025.

L’unico partito che cresce (al di là dell’estrema destra) è BsW guidato dalla Wagenknecht, già dirigente della Linke (il partito a sinistra dei socialdemocratici della SPD), che ha posizioni sull’immigrazione molto vicine a quelle di AFD, partito xenofobo di estrema destra e che è l’unico partito della sinistra in forte crescita capace di contrastare e togliere voti alla destra di AFD. I partiti tedeschi al Governo (coalizione “semaforo”, Spd, Linke, Verdi, Liberali), esclusa la CDU di centro che appare abbastanza solida, sono in crisi e in “caduta libera”, dal momento che hanno fatto due scelte che, a mio avviso, la grande maggioranza dell’elettorato non condivide: a) guerra a oltranza con la Russia (e conseguente recessione); b) immigrazione senza limiti.

Sul primo punto credo ci sia consenso tra noi di “sinistra”. Le scelte americane e della Nato di fare le guerre per mantenere la leadership Usa nel XXI secolo (oggi alla Russia fino alla vittoria dell’Ucraina, come dicono Zelenskij e la neo eletta commissaria europea von der Leyen), significano buttare l’Europa in un baratro. Il primo ministro Spd Scholz non solo ha proposto un riarmo senza precedenti della Germania (100 miliardi di euro), ma l’installazione di armi nucleari Nato in Germania pronte a colpire la Russia, senza discutere della questione in parlamento. Un’Europa (sempre più a destra) che passa dal Welfare al Warfare e che nessuno avrebbe mai immaginato. Credo sia questa la prima ragione della crescita di AFD e BsW in tutte le recenti elezioni (Sassonia, Turingia, Brandeburgo).

Putin va condannato per la sua invasione in Ucraina, ma non siamo così sprovveduti da non sapere che la Russia non ha mai avuto alcuna intenzione di invadere l’Europa. E’ invece ben capace di difendersi ed è contraria all’espansione ad est della Nato fino all’Ucraina (una “linea rossa”). Lasciamo perdere che c’erano già gli accordi di Minsk del 2018 che prevedevano un Donbass (russofono) autonomo (stracciati da Zelenskij), lasciamo perdere il fatto che in primavera del 2022 c’erano già buone possibilità di un cessate il fuoco (che Gran Bretagna e Usa hanno boicottato). Una guerra per procura che non può essere vinta per la semplice ragione che la Russia ha più uomini e armi (e 6mila testate atomiche) e che significa trasformare l’Europa del welfare nell’Europa della guerra, accentuando l’impoverimento già in atto dovuto alla strategia Usa di voler dividere la Germania dalla Russia (un’idea fissa da 100 anni) per evitare un’Europa futuro “polo” alternativo non solo a Cina ma anche a Usa. La ricerca di un cessate il fuoco e di un negoziato è l’unica posizione non solo ragionevole ma vantaggiosa per tutta l’Europa. L’alternativa, al di là della recessione tedesca, sono altri anni di guerra russo-ucraina, impoverimento generale e disastro climatico. Lo dicono il Papa, il segretario dell’Onu, uno stuolo di consiglieri americani ma soprattutto la gran parte dei paesi del mondo (BRICS) e lo pensa la maggioranza dei tedeschi (e degli italiani). Ecco perché BsW è l’unica sinistra che non vuole la guerra in Germania, accresce i suoi consensi e ha una visione di lungo periodo di alleanza della Germania (ed Europa) con la Russia (che non è Putin).

Ma veniamo all’altro tema centrale oggi per gli elettori: l’immigrazione. Sul resto, il programma sociale di BsW è molto simile a quello delle altre sinistre, anche se per molti aspetti più radicale: tassazione degli extraprofitti, tassazione progressiva, aumento dell’imposta sulle successoni dei super ricchi, aiuti maggiori alle fasce deboli, ai pensionati poveri, politiche pubbliche nei settori oggi in mano ad oligopoli privati… La Merkel (CDU) con un atto di straordinaria generosità accolse nel 2015 un milione di profughi siriani, ma non si può chiedere a questo paese (cuore dell’Europa) di sollevare sempre un fardello più grande di quello che può. Se guardiamo ai dati dell’immigrazione negli ultimi 30 anni si nota che la Germania ha fatto uno sforzo eccezionale, anche grazie alla sua efficienza e lungimiranza e oggi ha quasi il 20% di immigrati sulla popolazione (Italia 10,6%). Ma conta anche il tasso di crescita, che è stato tra i maggiori al mondo. E se l’immigrazione è troppo rapida travolge qualsiasi paese, Germania inclusa – peraltro ora in recessione, per voler seguire l’americanismo nel conflitto Ucraina-Russia.

Siamo consci che sono le guerre a produrre gli sfollati: nel 2023 su 76 milioni il 90% lo erano per sfuggire a guerre. BsW si distingue da AFD perché non è razzista, ma sa che l’accoglienza è vera se si traduce in “casa e lavoro”, altrimenti si traduce in schiavismo e caporalato e lotta tra poveri. In Italia abbiamo oltre 2 milioni di lavoratori irregolari in agricoltura (non censiti) di cui 200mila sotto caporalato (fonte: Osservatorio Placido Rizzotto, report 2023). Ma c’è poi una serie infinita di lavoratori invisibili ricattati dal mancato permesso di soggiorno: muratori, badanti, etc. che creano quella che Ricolfi ha chiamato una “società servile di massa” che si basa sullo sfruttamento di questi immigrati. Senza immigrazione legale e controllata (e proporzionata alle possibilità di vera accoglienza, in modo che si traduca in “casa e lavoro”) è impossibile stroncare il nuovo schiavismo. Significa cambiare la legge Bossi-Fini, imparare da chi ha fatto buona accoglienza nel mondo, facendo diventare l’immigrazione una opportunità per tutti (nativi e immigrati). Ma la possibilità di dare casa e lavoro anche per un efficiente paese come la Germania ha dei limiti e quando l’immigrazione li supera, diventa ingestibile, crea non solo conflitti sociali ma un abbassamento dei salari delle fasce più povere e degli immigrati di prima generazione. E ciò spiega perché molti elettori di origine turca votano in massa BsW, la quale ha raccolto voti da tutti gli altri partiti e ha bloccato l’emorragia verso AFD che senza BsW avrebbe avuto un risultato ancora maggiore.

A me pare che Sarha WagenKnecht abbia colto le domande popolari per arginare le avanzate delle destre in Europa con le uniche politiche che dovrebbe fare una sinistra, che non deve solo contrastare la logica liberista imperante ormai anche in Europa, ma la sua trasformazione in politiche di riarmo militare seguendo la paranoia degli Stati Uniti, che non vogliono rinunciare ad essere i padroni del mondo e far coincidere le loro regole con quelle del diritto internazionale. Una posizione che non ha, peraltro, alcun futuro, se non la guerra nucleare, in quanto il resto del mondo è contro di noi.

Quasi tutte le sinistre hanno sempre considerato la “sicurezza” (in cui si inscrive anche il tema immigrazione) come una loro parola d’ordine e una immigrazione sensata su rifugiati e immigrati è auspicabile. “Ridurre il numero delle persone che vengono da noi è il solo modo per integrarle tutte -afferma WagenKnecht – Nell’immigrazione un principio chiave è la gradualità e la maggioranza delle persone non vuole un cambiamento così veloce del loro vicinato da non sentirsi più a casa propria”. Come darle torto? A votare non vanno solo quelli come noi che hanno studiato, girato il mondo, che parlano le lingue e che sono politicamente corretti. Ci vanno pure gli altri, dall’operaio di Stellantis che guadagna 1.180 euro al mese a quello Wolkswagen che guadagna il doppio ma che domani potrebbe per la prima volta nella storia essere licenziato. BsW difende gli operai ma vuole anche un’Europa di pace. Le altre “sinistre” (e CDU) seguono le scelte degli Stati Uniti e di questi operai e precari (a volte su temi della tradizione “conservatori”, come quello sull’immigrazione, ma anche sulla famiglia) non gli frega tanto. Per questo avevo scritto un anno fa di tenere d’occhio Sarha Wagenknecht.

 

In copertina: Sarha Wagenknecht – german politician and member of the Bundestag for The Left party Sahra Wagenknecht answers journalists’ questions after a press conference to present the “Alliance Sahra Wagenknecht, BSW” in Berlin, Germany October 23, 2023. REUTERS/Annegret Hilse

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Andrea Gandini

Economista, nato Ferrara (1950), ha lavorato con Paolo Leon e all’Agenzia delle Entrate di Bologna. all’istituto di studi Isfel di Bologna e alla Fim Cisl. Dopo l’esperienza in FLM, è stato direttore del Cds di Ferrara, docente a contratto a Unife, consulente del Cnel e di organizzazione del lavoro in varie imprese. Ha lavorato in Vietnam, Cile e Brasile. Si è occupato di transizione al lavoro dei giovani laureati insieme a Pino Foschi ed è impegnato in Macondo Onlus e altre associazioni di volontariato sociale. Nelle scuole pubbliche e steineriane svolge laboratori di falegnameria per bambini e coltiva l’hobby della scultura e della lana cardata. Vive attualmente vicino a Trento. E’ redattore della rivista trimestrale Madrugada e collabora stabilmente a Periscopio.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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