Sarai un sufi o non sarai nessuno. Rumi: «l’intero oceano in una goccia»
Sarai un sufi o non sarai nessuno.
Rumi: «l’intero oceano in una goccia»
Là fuori
oltre a ciò che è giusto e sbagliato
esiste un campo immenso.
Ci incontreremo lì.

La brezza del mattino ha segreti da dirti.
Non tornare a dormire.
L’anima è come uno specchio nitido,
il corpo è la polvere che lo ricopre.
Non si distingue la bellezza che è in noi
perché siamo sotto la polvere.
Il modo in cui ami è il modo in cui Dio sarà con te.
Solo dal cuore puoi toccare il cielo.
Felice il momento quando sediamo io e te nel palazzo,
due figure, due forme, ma un’anima sola, tu e io.
Nel momento in cui accettiamo i problemi
che ci sono stati assegnati,
le porte si aprono.
Non sei una goccia nell’oceano.
Sei l’intero oceano in una goccia.

In un giorno in cui il vento è perfetto,
basta solo spiegare le vele e il mondo si riempie di bellezza.
Oggi è un giorno come quello.
Se hai la passione per la sacra felicità,
getta via la tua arroganza e diventa un ricercatore di cuori.
Muoviti, ma non muoverti nel modo in cui la paura ti muove.
La luce della luna inonda l’intero cielo da un orizzonte all’altro;
quanto può riempire la tua stanza dipende dalle tue finestre.
Sei nato con ideali e sogni.
Sei nato con la grandezza. Sei nato con le ali.
Non sei stato concepito per strisciare, quindi non farlo.
Hai le ali. Impara a usarle e volare.
Diventa cielo.
Prendi un’ascia e rompi le pareti della tua prigione.
Fuggi.
Quando io sono con te, stiamo svegli tutta la notte.
Quando non sei qui, non riesco a dormire.
Ringrazio Dio per queste due insonnie
e per la differenza fra le due.
Ogni volta che riusciamo ad amare senza aspettative,
calcoli e negoziazioni, siamo davvero in paradiso.
Ieri ero intelligente, così ho voluto cambiare il mondo.
Oggi sono saggio, così sto cambiando me stesso.
Gialal al-Din Rumi
Leggere questo componimento lascia incantati. Non solo per la finezza della costruzione poetica, la bellezza delle sue immagini e l’arditezza delle sue metafore. C’è un messaggio filosofico ed esistenziale, prima ancora che religioso, che sembra interpretare la perdita di “un centro di gravità permanente”, di uno spaesamento che è la cifra più evidente della condizione del nostro tempo e della nostra vita. Oggi riceviamo posta, la lettera che Rumi ha scritto 8 secoli fa.
Gialal al-Din Rumi (1207 – 1273) è stato un poeta e mistico persiano. Nato nell’odierno Afghanistan, fu l’ideatore del sufismo , non una religione ma una corrente di pensiero musulmana nonviolenta, che apparenta l’esperienza mistica dei musulmani a quella di tutte le altre religioni, con un’apertura modernissima, ma oggi poco seguita in quel mondo, come nel nostro.
Rumi scrisse moltissimo, più di trentamila versi, oltre a sei libri contenenti 40.000 strofe; per trovare un paragone, la Commedia è composta (solo) di ventimila versi, divisi in terzine.
E’ interessante notare come la vita del grande Rumi, mistico e poeta del luminoso medioevo persiano. si intrecci idealmente con quella delle due figure più eminenti del medioevo europeo: San Francesco e Dante Alighieri. Rumi nasce infatti nel 1207, dieci anni prima della morte di Francesco di Assisi (1226), e muore nel 1273, otto anni dopo la nascita di Dante (1265). E forse Rumi li compendia e li supera entrambi, perchè Francesco, figlio di mercante, mistico e pauperista, era quasi analfabeta (anche il suo magnifico Cantico delle Creature è trascritto dai suoi primi compagni) mentre il sommo poeta Dante Alighieri rimane ancorato alla filosofia tolemaico-aristotelica e non può esplorare oltre i suoi cieli e le stelle fisse.
Cover: L’oceano dalla spiaggia di Nazarè (Portogallo). Foto Pina Guarino.
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Francesco Monini
Commenti (1)
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PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
potremmo dire che c’è una “nostalgia del sacro” che di tanto in tanto torna a riaffiorare come un fiume carsico e non posso dimenticare a proposito di questi versi (come “sacrosante forme del sacro”) quelli di Pasolini nella sua ultima raccolta (Trasumanar e organizzar):
Ero tolemaico (essendo ragazzo/e contavo l’eternità/per l’appunto, in secoli./Consideravo la terra il centro del mondo;/la poesia il centro della terra./Tutto ciò era bello e logico.
Direi troppo bello per essere (solo logico) e forse Rumi , come tu giustamenti rilevi, a questo era già giunto…
Bello! Grazie