Referendum avanti tutta: superate le 500mila firme
In tutto le sottoscrizioni raccolte finora sono 582.244. La campagna non si ferma
Quasi 600mila firme raccolte. Il requisito minimo richiesto per i quesiti sul lavoro presentati dalla Cgil è raggiunto e superato (ne servivano 100mila in meno) dopo poche settimane. In tutto le sottoscrizioni sono 582.244. Il giro di boa arriva a metà percorso. Davanti a noi un altro mese abbondante di banchetti che migreranno verso il mare per continuare a macinare adesioni. Con l’obiettivo dichiarato che il Quadrato rosso non ha mai nascosto, mettere insieme più firme possibili, al di là di quel che richiede la legge, che a questo punto è già al sicuro in cassaforte. “Vado al massimo, vado a gonfie vele”, potremmo canticchiare, rubando l’immortale ritornello di Vasco, per accompagnare l’impegno generoso dell’organizzazione e delle mille strutture che si diramano sul territorio. Perché nessuno ha mai temuto di non riuscire a prenderle queste 500mila firme, ma non era neanche facile o scontato che in poche settimane l’obiettivo minimo sarebbe stato superato.
Nell’ora più buia, con l’estrema destra che vince le europee in tanti paesi e in altri convince tante persone a consegnarle il voto di protesta, tantissime italiane e tantissimi italiani restano lucidi, sanno che le cose non vanno per niente bene, ma dimostrano di sapere anche che la reazione a questo disastro deve essere coerente, efficace, di sostanza e non di pancia.
Adesioni di persone comuni ma anche di persone che hanno la credibilità e la capacità di orientare. Politici che hanno fatto della coerenza il cardine della loro azione. Donne e uomini di cultura e di spettacolo, di impegno civile, figure che si sono sempre battute con generosità per tutti, che hanno speso la loro voce per chi non l’aveva o non l’aveva più. Impossibile citarli tutti a questo punto, sono decine e decine; antipatico, forse, farne una sintesi del tutto discrezionale. Eppure facciamo fatica a non farci scappare qualche nome. Mimmo Lucano, Antonio Scurati, Luciana Castellina, Rosy Bindi.
Accanto a loro centinaia di migliaia di persone. Gente che per vivere ha bisogno di lavorare, maggioranza silenziosa – poche parole, molti fatti – cui interessa l’avvenire del Paese. E per loro, anche sotto questo sole, sarà bello continuare a pedalare.
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