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Ferrara film corto festival

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Prosegue la proficua collaborazione tra gli Istituti Penitenziari di Venezia Femminile e Maschile e La Biennale di Venezia anche con la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, con le attività coordinate del progetto teatrale “Passi Sospesi” di Balamòs Teatro, attivo dal 2006 negli Istituti Penitenziari veneziani. Avviate nel 2008, le iniziative si svolgono dentro e fuori gli Istituti Penitenziari durante il periodo della Biennale Cinema (Casa di Reclusione Femminile di Giudecca, Casa Circondariale Maschile Santa Maria Maggiore di Venezia).

In questi anni, sono stati organizzati incontri, conferenze e proiezioni di documentari sul progetto teatrale “Passi Sospesi” nell’ambito della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, ma anche all’interno degli Istituti Penitenziari. Nelle ultime edizioni, Michalis Traitsis ha invitato registi e attori ospiti della Mostra per un incontro con la popolazione detenuta, preceduto dalla presentazione dei film più rappresentativi degli artisti ospitati. Nel corso degli anni, hanno visitato le carceri veneziane figure di spicco del panorama cinematografico, tra cui Abdellatif Kechiche, Fatih Akin, Mira Nair, Gianni Amelio, Antonio Albanese, Gabriele Salvatores, Ascanio Celestini, Fabio Cavalli, Emir Kusturica, Concita De Gregorio, David Cronenberg, Paolo Virzì, Daniele Luchetti, Leonardo Di Costanzo, Silvio Orlando, Susanna Nicchiarelli e Matteo Garrone.

Nell’ambito della 81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Veneziavenerdì 6 settembre 2024, alle ore 12.00, presso la Casa Circondariale Santa Maria Maggiore di Venezia, diretta dal Dott. Enrico Farina, si terrà un incontro tra i detenuti e il presidente della Biennale di Venezia Pietrangelo Buttafuoco e il regista cinematografico Pupi Avati, presente alla Mostra del Cinema con il film “L’orto americano”.

Sabato 7 settembre 2024, alle ore 10.00, presso la Casa di Reclusione Femminile di Giudecca, diretta dalla dalla Dott.ssa Mariagrazia Bregoli, si terrà un incontro tra le detenute e la regista cinematografica Francesca Comencini e l’attore Fabrizio Gifuni, che parteciperanno alla Mostra del Cinema con il film “Il tempo che ci vuole”.

Questi eventi, coordinati e moderati da Michalis Traitsis, sono riservati agli autorizzati e rappresentano un momento importante di scambio e riflessione culturale tra il mondo del cinema e quello della realtà penitenziaria.

La collaborazione di Balamòs Teatro con gli Istituti Penitenziari di Venezia e La Biennale di Venezia continua a rappresentare un punto di riferimento per ampliare, intensificare e diffondere la cultura dentro e fuori gli Istituti Penitenziari, grazie anche al supporto di una rete di partner che include il Coordinamento Nazionale di Teatro in Carcere, l’International Network for Theatre in Prison, l’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro, il Teatro Stabile del Veneto, l’Università IUAV di Venezia, il Centro Teatro Universitario di Ferrara e la Fondazione di Venezia.

A rafforzare questa collaborazione, recentemente è stato siglato un protocollo di intesa tra la Biennale di Venezia e gli Istituti Penitenziari di Venezia, (Carcere Maschile di Santa Maria Maggiore) e (Carcere Femminile della Giudecca), l’UIEPE di Venezia, diretto dalla dott.ssa Annamaria Raciti, insieme all’Associazione Seconda Chance, fondata e presieduta dalla giornalista del TgLa7 Flavia Filippi, che ha come obiettivo di porsi come cerniera tra carceri e imprese.

Il protocollo prevede l’inserimento dei detenuti e delle detenute in attività lavorative legate alla Biennale, con l’obiettivo di promuovere il loro reinserimento sociale e professionale. Un esempio concreto di questa collaborazione è l’assunzione di un detenuto da parte della ditta Tosetto, incaricata dell’allestimento della Mostra del Cinema e delle location che hanno ospitato le star internazionali.

L’impegno congiunto delle direzioni degli Istituti Penitenziari, della Biennale, di Balamòs Teatro e dell’Associazione Seconda Chance è volto a potenziare queste sinergie, con l’obiettivo di offrire un futuro concreto ai detenuti e alle detenute, integrandoli in un contesto professionale e culturale di rilievo.

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Redazione di Periscopio

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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