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Peppa Pig, i bigotti, l’arroganza e la paura
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I post-fasci in questo momento soffrono di una ambivalenza del comportamento: l’arroganza e la paura.
L’arroganza scatta come riflesso della vittoria elettorale da tutti pronosticata, e fa scappare i loro desideri prima inconfessabili: bloccare il mare contro l’arrivo dello straniero; dare un’ elemosina solo alla famiglia numerosa (italica), perchè se lo merita, gli altri possono morire di fame; censurare i cartoni animati con dentro famiglie lesbiche e omosessuali. Non so dire se i Mollicone e i Pillon che tuonano contro le amiche gender di Peppa Pig siano il nuovo Minculpop: un’abbreviazione che, per triviale assonanza, si attaglia anche alla tentazione di questi bigotti di mettere all’indice le proprie pulsioni represse.
“La mente di un bigotto è come la pupilla dell’occhio. Tanto più la luce risplenderà su di essa, quanto più si contrarrà.”
Oliver Wendell Holmes
La paura trapela dalle parole del gran consigliori di Giorgia Meloni, Guido Crosetto. Che davanti ad una domanda del giornalista di Avvenire che chiede su chi possa contare Fratelli d’Italia per governare nel frangente più duro del secondo dopoguerra, risponde: “Giorgia, se servisse in un momento particolarmente difficile o tragico, parlerebbe con Letta e chiamerebbe Letta senza nessuna esitazione, così come Conte o Calenda. Se è in gioco il destino dell’Italia, tutti devono collaborare. Penso che i primi ad averne piena consapevolezza siano Mattarella e Draghi.”
Paura, eh? No, caro Crosetto, troppo comodo. Se vincete, governate voi, fasci e derivati. Se davvero avrete il 70 per cento dei seggi, arrangiatevi. O almeno dovreste arrangiarvi. Intanto vedere Giorgia Meloni che giura fedeltà alla Costituzione antifascista sarà un piccolo spettacolo. Per il resto, quien sabe. Mi aggrappo paradossalmente all’idea che il peggio sia davvero vicino, e alla flebile speranza che una parte del mitologico “popolo” a quel punto esca dal torpore. E’ una brutta immagine, ma siamo su un piano inclinato.
– Non sei mica fascista? – mi disse.
Era seria e rideva. Le presi la mano e sbuffai.
– Lo siamo tutti, cara Cate, – dissi piano. – Se non lo fossimo, dovremmo rivoltarci, tirare bombe, rischiare la pelle. Chi lascia fare e s’accontenta, è già un fascista.
Cesare Pavese
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Nicola Cavallini
Commenti (2)
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“Tutto è diventato gravemente oscuro” ha detto Franco Fortini. Siamo in un periodo cosiffatto?
Non so. Però chiediamoci se la signora Meloni ed i suoi sodali sono (saranno) capaci di guidare l’Italia, che non è come chiacchierare al bar Sport. Basta porsi questa domanda e rifletterci
un po’ su per votare – se ci si va- altrimenti, anche se il mercato politico non offre granché.
La tua analisi è anche allertante.
È pur vero che se si cerca solidità, coerenza, unione di intenti ed efficacia di pianificazione della gestione della collettività, è meglio guardare oltre i politici tutti, al di là dei quali purtroppo c’è solo il nulla..