Continua la lotta contro il Passante di Mezzo a Bologna. Giovedì attiviste e attivisti del comitato Chico Mendes, residenti del quartiere Navile, e altri della galassia “No Passante” si sono riuniti sotto la sede regionale dell’Arpae Emilia Romagna a Bologna.

Appena iniziata la “spentolata” di protesta, dall’Arpae sono scesi subito a parlare con i manifestanti.

“Abbiamo chiesto all’Arpae dati aggiornati sull’inquinamento dell’aria, forniti dalle nuove centraline lungo la tangenziale, ci hanno detto che le centraline non sono gestite da Arpa ma da Autostrade, e che i dati vengono pubblicati dall’Osservatorio ambientale per il Passante, dove comunque siede anche Arpae. I dati finora pubblicati, accorpati e trimestrali non sono sufficienti, né confrontabili con quelli della VIA. Ci hanno assicurato che porteranno la nostra richiesta in Osservatorio” riassume Elisa, attivista di Chico Mendes “noi continueremo a pressare e vigilare affinché ciò avvenga”.

“Altro punto cruciale è la Valutazione di Impatto Ambientale che risale al 2016, già scaduta (dopo 5 anni ndr) e riproposta senza alcun aggiornamento, nonostante si basi su dati, studi e tendenze già smentiti dai processi in corso, che sottostimano l’inquinamento del traffico”. Le associazioni aspettano a questo riguardo la sentenza del Tar al quale hanno fatto ricorso.

Dall’inizio del 2023 però sono partiti i cantieri “preliminari” per il Passante che già hanno portato all’abbattimento di migliaia di grandi alberi per il cosiddetto “lotto 0”.

“Nonostante siamo in assenza di un Progetto Esecutivo del Passante di Bologna (fermo al Ministero competente), qui a Bologna già si chiudono parchi e giardini pubblici, e si abbattono migliaia di alberi, che costituiscono un patrimonio comune” denunciano gli attivisti.

L’assemblea no Passante è stata finora promotrice di grandi manifestazioni popolari (come quella del 22 ottobre 2022 con 30 mila persone) oltre a continue “spentolate” rumorose sotto al Comune di Bologna per contestare il “greenwashing” e chiedere la Valutazione di Impatto Sanitario.

Mercoledì sera intanto l’assemblea cittadina (100 cittadini sorteggiati e rappresentativi della composizione sociale di Bologna), fortemente richiesta da Extinction Rebellion, dopo mesi di incontri e formazione, ha votato un documento conclusivo con svariate proposte. Quella che più spicca è proprio la VIS, la Valutazione di Impatto Sanitario per il Passante, che considera il danno alla salute provocato provocato dall’allargamento del Passante in un’area urbana densamente popolata, tra scuole, case e centri sociali. Allargare il Passante di Mezzo significherà infatti il passaggio di ulteriori 25 mila veicoli al giorno rispetto ad ora, per un totale di 65 milioni veicoli l’anno, con un aumento evidente di poveri sottili e inquinanti. Oggi il Passante produce più del 40% dello smog cittadino, con l’ampliamento, aumenterà ad almeno il 50%, in una zona, quella della Pianura Padana già tra le più inquinate in Europa. A dispetto della lotta al consumo di suolo, 25 ettari di territorio saranno asfaltati tra San Lazzaro e Borgo Panigale, le emissioni di CO2 totali saranno 266 mila all’anno, (+1850) rispetto al non allargamento.

Ora la palla passa al Consiglio Comunale che potrebbe decidere di cassare le richieste “scomode” dell’assemblea cittadina (come la VIS) e accettare solo quelle comode e inoffensive, ma per la Bologna progressista e “verde” (come si dipinge) sarebbe un ulteriore smacco.

Per domenica 19 novembre alle 10, intanto è prevista una nuova “spentolata” di protesta sotto al Comune di Bologna e alle 16 assemblea al circolo Caserme Rosse, via di Corticella.

Linda Maggiori
Sono nata a Recanati nel 1981, fin da piccola ho sempre adorato scrivere e lottare contro le ingiustizie. Laureata in Scienze dell’Educazione e Servizio sociale ho fatto varie esperienze come educatrice. Ho scritto vari libri per adulti e bambini sull’ambiente, sono blogger per il Fatto Quotidiano, collaboro come giornalista con Terra Nuova, il Manifesto, e con la testata di comunicazione ambientale Envi.info. Vivo a Faenza (Ra), con mio marito e i nostri quatto figli, dove da 10 anni sperimentiamo e testimoniamo uno stile di vita sostenibile: senz’auto, a rifiuti (quasi) zero, con solo energia rinnovabile.