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Ferrara film corto festival

Ferrara film corto festival


Esce in libreria, il 30 agosto, l’albo “Vicini di banco”, di Hélène Lasserre e Gilles Bonotaux, edito da Orecchio Acerbo. Per cominciare un “meraviglioso” e divertente anno di scuola! In tutta spensieratezza.

L’estate è finita. Per chi torna a scuola l’umore può cambiare, dipende.

A casa Panda c’è molto fermento. Il fratello maggiore non vede l’ora di sapere se ritroverà i suoi vecchi compagni tra i banchieri se il maestro sarà simpatico, mentre la sorellina si chiede titubante come saranno i suoi primi giorni di scuola. La prende alla lunga, non vuole davvero andare, tira tardi a colazione…, facendo arrabbiare tutti. Che pazienza!

Curiosità e trepidazione, voglia di colore, allegria e amicizia. Qualche timore.

In tutto questo, il gentile e cortese Nonno Panda, che ai suoi tempi frequentava lo stesso edificio scolastico, ricorda come, allora, le cose erano ben diverse.

Quanto accade oggi ha il testo di colore rosso, per ieri si usa il colore verde. In tandem.

Sui moderni banchi di scuola si studiano le energie rinnovabili, si lavora in gruppo, con tante ricerche su Internet. Si mangia tutti alla mensa, al self-service, con un dietologo puntiglioso che prepara i giusti menù. Allora non c’era certo il cibo bio, l’essenziale era terminare tutto quello che c’era nel piatto. Guai lasciare qualcosa! Nessun self-service ma grandi tavolate dove ci si tirava i legumi. Più semplice lanciarsi i piselli che le lenticchie o il purè …!

Oggi la scuola è mista, ai tempi di nonno Panda non lo era. I palloni di piuma non esistevano. Le palestre erano i portici. Flessioni ed estensioni. Ritmo. Oop, oop!

In un gioco interessante e ‘istruttivo’ tra ieri e oggi impariamo a vedere i tanti cambiamenti della società, attraverso il microcosmo di una scuola durante tutto un anno, tra lezioni, giochi e ricreazioni. Gessetti, cancellini e lavagne interattive, pareti da arrampicata e muretti divisori tra maschi e femmine: anche la scuola si evolve e cresce come i suoi abitanti.

Una cosa sola non cambia: alla fine si fa festa! Sempre. Con sorpresa.

Ceramista di formazione, nata ad Alençon in Normandia nel 1959, Hélène Lasserre che ama definirsi viaggiatrice dell’anima, per amore della ceramica decide di lasciare i suoi studi, ma la vita precaria la spinge a riprenderli, a trent’anni. Frequenta allora il campus di Jussieu a Parigi, dove si diploma e si laurea in studi storici. Nel frattempo, in un altro angolo della Francia, Gilles Bonotaux, nato nel 1956 a La Fleche, nella valle della Loira, studia Arti applicate per poi diventare insegnante di storia dell’arte e illustratore. Le traiettorie delle loro vite distanti s’incontrano, si sposano e mettono su famiglia, e da quel momento non si separano più. Da più di vent’anni lavorano a quattro mani sui loro libri e il loro sodalizio e la loro intesa sono talmente profondi che non è possibile distinguere se esista un confine tra il lavoro dell’una e dell’altro sulla pagina. Con Orecchio Acerbo editore hanno pubblicato anche “Meravigliosi vicini” (2020), “Più vicini che mai” (2021) e “Vicini alla meta” (2022).

Hélène Lasserre, Gilles Bonotaux, “Vicini di banco”, Orecchio Acerbo editore, Roma, 2024, 32 p.

 

Ferrara film corto festival

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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