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Da poco uscito in libreria, il delicato albo illustrato del francese Barroux, “Libero di volare”, edito da Babalibri, è una storia per piccoli lettori che racconta con sensibilità temi importanti come l’amicizia, la cura e il desiderio di libertà.

Jonas, il guardiano del faro, ha appena fatto un sogno incredibile: volava sopra l’oceano a tutta velocità, come un uccello! Che bello ammirare il mondo da lassù, leggeri come una piuma, felici e spensierati, fra le nuvole di panna …

Doccia, colazione veloce, una ciotola di cereali e via! Non vede l’ora di dirlo alla sua più preziosa amica Blu, la grande e buona balena, con la quale ormai condivide tutto, gioie e dolori. E, soprattutto, tante, tantissime avventure. Che gioia immensa l’amicizia! Che meraviglia poter contare sempre sul calore della sua amatissima Blu.

Ma quando la trova, si accorge che sopra la sua testa c’è un piccolo, minuscolo, passeggero: è un uccellino esausto, impaurito e malridotto. Solo, perso e indifeso. Si muove a malapena. Pare impietrito.

Proveniente da un paese lontano, dove l’aria profuma di gelsomino e menta e i rami degli alberi si piegano al peso di frutti zuccherini, l’uccellino racconta di essere fuggito dalla guerra, attraversando mari tempestosi e onde nere schiumose e gigantesche, e di avere rischiato la vita per mettersi in salvo, alla ricerca di un posto sicuro dove approdare.

È sempre triste scappare, dover lasciare tutto, amici, paesaggi e oggetti, abbandonare il passato e i ricordi, non voltarsi indietro a guardare ciò che si abbandona, ciò che non tornerà. Partire è sempre un po’ morire … si diceva.

È sempre triste non avere scelta, soprattutto quella di restare là dove si è nati e cresciuti. Lottare contro il vento. Triste essere stanchi, chiudere gli occhi per un attimo e non trovare più nulla. Vedersi sfuggire e offuscare i sogni.

Senza perdere tempo, Blu e Jonas portano quel nuovo amico al faro e se ne prendono cura. Fino a quando quella piccola creatura, raggiunta da altri amici provenienti da molto lontano, continua a diffondere il suo dolce e bel canto. E rimane. Lui e il suo profumo di gelsomino che aleggia e si spande per l’aria cristallina.

Un canto che raggiunge, come la voce suadente di una sirena, chi, come lui, sta fuggendo in cerca di una vita migliore e trova nel faro un rifugio sicuro e accogliente, da cui ricominciare. Sponde che accolgono, mani tese che avvolgono, spalle su cui piangere, prati su cui approdare, porte che si aprono, occhi che sorridono, bocche che si sfamano.

Qualcuno si ferma, riprende le forze e poi riparte lontano, qualcuno resta. Molti cantano insieme.

Un libro empatico importante sulla speranza, la cura, la compassione e il diritto a migrare. La compassione, magnifico dono a sé stessi e agli altri. Un dono che pare perduto nella notte dei tempi.

Barroux, nato a Parigi nel 1965, dopo aver trascorso la maggior parte della sua infanzia in Nord Africa ha studiato fotografia, arte, scultura e architettura in Francia, presso le famose École Estienne ed École Boulle. Si è poi trasferito in Canada e negli Stati Uniti, dove ha iniziato la sua carriera di illustratore per la stampa e per bambini. Ha lavorato per molte importanti riviste, fra cui il “New York Times”, il “Washington Post”, “Forbes” e ha pubblicato diversi libri per l’infanzia, caratterizzati dal gusto per il colore e la fantasia. Le sue opere sono tradotte e pubblicate in tutto il mondo e ha ricevuto riconoscimenti dalle più prestigiose istituzioni per l’infanzia. Vincitore, fra gli altri, del Premio Andersen, Barroux oggi è uno dei più importanti illustratori della scena internazionale.

Avevamo parlato di lui a proposito di Mio papà supertuttofare”

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

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