Parole e figure /
“L’atelier sul mare”, o il potere dell’Arteterapia
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Un bellissimo e delicato libro della giapponese Rimako Horikawa, “L’atelier sul mare”, edito dalla casa editrice bolognese Kira Kira, ci porta nel mondo dell’arte e delle storie del cuore, quelle che fanno bene
“Tutte le persone possono creare una storia dentro il loro cuore, perché lì dentro siamo tutti liberi. Disegna pure ciò che c’è così com’è. Non importa come viene”.
Piace fin dalla copertina dai colori tenui e dove una finestra ci porta ad osservare il mare. Lo sguardo si perde lontano, nell’azzurro infinito. Piace anche la camera della nonna, quella dove tutti, da bambini, ci siamo sentiti felici e a nostro agio. Spensierati e curiosi, con occhi e orecchie ben aperti. In attesa del budino alla vaniglia. E poi Kira Kira ci ha abituati alla delicatezza di un Giappone magico, fantasioso e mistico.
Una nonna condivide con la nipotina un ricordo prezioso e speciale della sua infanzia, partendo da un quadro appeso alla parete che la ritrae da bambina. Una settimana d’estate passata nello studio di una pittrice che abitava da sola in una casa dal soffitto alto in riva a mare, una vecchia amica della madre assorbita dalle sue tele e colori; una settimana in cui aveva dipinto molto giocherellando con gli acquerelli, plasmato argilla, letto una montagna di albi illustrati e di libri di pittura, giocato con il gatto, dormito in un comodo letto cigolante, ascoltato il frinire degli insetti e tanta musica, guardato il mondo a testa in giù, come in una danza, passeggiato lungo la riva del mare a guardare le onde e le conchiglie e a sentire l’odore delle alghe, scoperto l’arte e liberato la creatività. Senza più fogli bianchi. Senza un solo minuto di noia.
Mentre il cielo si colorava di arancio e si cenava con piatti inventati da quella poliedrica e libera pittrice, sorseggiando nei bei calici acqua al profumo di cocomero. E chiacchierando, tanto. Quelle letture che l’avevano fatta innamorare di tanti paesi stranieri e diventare insegnante di inglese…
Il racconto di formazione, che lascia a bocca aperta, fa sognare e perdersi, ispirato da un ricordo d’infanzia dell’autrice (“da bambina imparai a dipingere da una pittrice che abitava vicino a casa mia… fu il primo adulto a non trattarmi come una bambina”, scrive), evoca l’atmosfera di un momento speciale e fuori dall’ordinario e, attraverso tavole dettagliate e colte, sottolinea il potere salvifico dell’arte. Sempre. Con le mani intinte e perse nelle tonalità più svariate, con le dita e le piante dei piedi che riempiono fogli. Dando forma e colore a ciò che si è visto con il cuore. Meraviglioso. Unico.
Rimako Horikawa, L’atelier del mare, Kira Kira, Bologna, 2023, 32 p.
Nel 2021, “L’atelier del mare” ha vinto il Bunkamura Les Deux Magots Literature Award. Nel 2022, ha ricevuto il 53° Kodansha Picture Book Award e il 71° Shogakukan Children’s Publishing Culture Award ed è stato premiato nel Moe Children’s Book Shop Award, la classifica dei trenta libri preferiti dalle librerie giapponesi per bambini e ragazzi.
“L’Atelier sul mare” è patrocinato dall’Associazione Art Therapy Italiana, che promuove la pratica dell’Arteterapia e della Danzamovimentoterapia in Italia, attraverso la formazione di professionisti in grado di progettare e condurre interventi specifici in ambito sanitario, sociale e educativo, e contiene una prefazione della fondatrice Mimma Della Cagnoletta.
Rimako Horikawa è nata a Tokyo nel 1965 ed è cresciuta in una famiglia amante dell’arte e le piace disegnare fin da quando era molto piccola. Si è laureata all’Università di Belle Arti della sua città. È sia una pittrice apprezzata che espone in Giappone sia un’autrice e illustratrice di picture book per diversi editori giapponesi. Il suo occhio e la sua coscienza sono sempre alla ricerca di qualcosa di interessante.
Libri per bambini, per crescere e per restare bambini, anche da adulti. Rubrica a cura di Simonetta Sandri in collaborazione con la libreria Testaperaria di Ferrara
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Simonetta Sandri
Commenti (2)
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Grazie, credo proprio di essere nella prospettiva giusta. sono socia ATI e il mio lavoro terapeutico attinge a questa metodologia. Dovermi conoscerci meglio
Certo, volentieri