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In occasione del 21 marzo, Giornata Mondiale della Poesia, “Parole a Capo” si fa in due. Oggi e domani pubblichiamo tante poesie che le amiche e gli amici ci hanno mandato e che ringrazio di cuore. Un caleidoscopio di parole, sensazioni, emozioni che mettono in risalto le diversità espressive dell’universo poetico. Buona lettura.
*
Lentamente tutto si smaglia — il viso
e il collo e il dorso delle mani prima
del resto. I capelli cambiano tono,
la voce cambia — spesso si dimentica.
Ho trentotto rivoluzioni intorno
al dito, quattro rughe sulla fronte
limpide come mai, qualche pietruzza
da levarmi dalla scarpa — comunque
niente di grave. Viste dal futuro
queste noie prenderanno un’altra luce
insospettabile. La mia risata
sarà un tempo circolare, più soffice.
(Lara Pagani)
*
PRIMAVERA
Ritorna
la dolcezza calante,
quando non si inasprisce
nel sale sui muri.
Ritorna
l’alba
promessa del giorno.
Nel suono di una notte scontrosa
resiste
l’inverno.
(Maria Angela Malacarne)
*
Di te
adoro il guado tra le mie parole e il farlo in silenzio
amo il tuo essere faro nella tempesta dell’animo o nella bonaccia dello sguardo .
Adoro l’ammirare una betulla o un vecchio faggio assieme a te
sarò strambo lo so
ma quando vediamo le volpi uscire dalle macchie
a guardare l’alba assieme a noi
la tua meraviglia è una lampada sul mondo .
(Luca Ispani)
*

I giorni paiono settimane
le settimane giorni
gli anni, minuti scanditi
da passi veloci.
Vorrei rallentare
il tempo
guardare fuori dal finestrino
respirare.
L’odore del sale
il profumo del sole
un bimbo che gioca
con un pallone.
Urla sguaiate
schiamazzi felici
riecheggiano gravi
da un passo carraio.
Rallentiamo il passo
freniamo la corsa
apriamo le persiane
al rosso dell’alba.

Fior di mimosa
per la mia sposa
un mondo pulito
per le mie figlie.
Strapperei la luna
da un cielo di stelle
per far della terra
un prato senza guerra.
Il padre padrone
lo sterco presente
il retaggio antico
dello schifo passato.
A voi donne di ieri
di oggi e domani
luce del tempo
speranze e futuro.
Vorrei poter dire
di un mondo più puro
di sogni reali
in un mondo di uguali.
Son poche parole
di rime contrite
ma il vento di un saggio
vorrei solo avere, il vostro coraggio.

(Cristiano Mazzoni)

*

ALLA VITA
A te, che mi sei giunta,
e non sapevo,
inconscia dell’amore
che mi aveva generato
e ho ricevuto in dono.
A te, per le albe e i tramonti
per i giorni di sole e per la pioggia
per le erbe dei campi, per i fiori
per il mare quand’è calmo
o in tempesta, per le barche
arenate sulla spiaggia,
per la casa ed il fuoco
per le parole magia dell’esistenza.
Per i momenti bui, per i giorni d’amore,
per la passione senso di ogni cosa
per il lavoro e la calma assoluta
per l’amicizia che ha nutrito i giorni.
Per la gioia, il dolore, la sconfitta,
la tenacia, l’eterna voglia di ricominciare.
A te, Vita che fuggi, che sbiadisci
a cui mi afferro ancora, ancora chiedo
l’ultima forza per lasciarti andare.
(Anna Fresu)
*
a patti con quel se, mi insegni.
A distrarsi non c’è modo
Se quel solido mancarsi
non si strugge di difetti
nella grazia e nella fuga
Alimentarsi, essere nodo
Razionare sopra specchi
Quella ruga sulla faccia
Inseguire il poco miele
Nei recessi più cortesi,
e mai perdere la traccia
dei tuoi passi, nei miei sogni.
(Daniela Favretti)
*

FERRARA GIUDEA

Di chi è il nome
seguire il gioco
del silenzio
tra rimbrotti e
serpentine
ora di chi è il
nome
sul rosso vinoso
sangue
bianca la pietra.

(Giorgio Bolla)

 

*

LA POESIA

Sguardo sul mondo
e carne sensibile
appena rivestita
di parole come ponti
gettati fuori
disvelando memorie
come perle nascoste
e note da cantare
forte, o sommesse
lame delicate
a sbucciare l’anima.

(Anna Rita Boccafogli)

*

IL NIDO

L’eredità degli alberi
come resti di memoria
nel cavo caldo o abbandonato
risuona.
Architetture distopiche
tra becchi saliva e canti.
Un nido
io bramo
in bilico
fra desideri di cura
e l’inquietudine che
alle ali appartiene.
Il vuoto di paglia e rami
rimbomba nell’eco silvestre.
Ormai schiuse le uova
non più di pulcino
le mie forme.
Ora
paladina forse
nel mondo
spogliata nel candore
dalle mie piume ovattate.
Artefice arredo
stanze nel tempo
e ne riconosco il valore
e la contraddizione:
regali sono
di libertà e prigionia.
Il nido resiste
all’impeto del vento e di piogge improvvise
E io mi chiedo
come faccia
a non scivolare sulla solitudine della terra.
L’immensita’ fragile di steli e fili d’erba secchi
questa la meraviglia che mi circonda.

(Lidia Calzolari)

 

La rubrica di poesia Parole a capo curata da Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Periscopio. Per leggere i numeri precedenti clicca sul nome della rubrica.
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Pierluigi Guerrini

Pier Luigi Guerrini è nato in una terra di confine e nel suo DNA ha molte affinità romagnole. Sperimenta percorsi poetici dalla metà degli anni ’70. Ha lavorato nelle professioni d’aiuto. La politica e l’impegno sono amori non ancora sopiti. E’ presidente della Associazione Culturale Ultimo Rosso. Dal 2020 cura su Periscopio la rubrica di poesia “Parole a capo”.

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