“La notte non è meno meravigliosa del giorno, non è meno divina; di notte risplendono luminose le stelle, e si hanno rivelazioni che il giorno ignora.“
(Nikolaj Berdjaev)
Naufragi
Nella notte
ogni città è paese di provincia
Metropoli appiccica
nelle albe di giorni pigri
Un letto grande
ad accorciare le distanze
È rumore nel silenzio
questo caffè lavorato
Accompagna circolare voce automatica
– Linea 33
Le mie mani conoscono bene
i tagli della carta
i calli della neve e
l’ultima porta chiusa
– che è ben poco –
Le tue, la mia schiena
scarlatta e bruciata
di segni che voglio
contare a numeri familiari
di botte prese
sincera e incompresa
Tace,
a lasciarti vincere l’ultima volta
una pace
i cui morti hanno tutti il mio volto.
Io fiore di muro
cresciuta vent’anni
nel posto sbagliato
ho imparato a farmi zattera
salpare verso i confini
dimenticare questa nazione morta giovane
Un bacio é un naufragio
e nessuna carezza
a far sbocciare il grano difficile
della fiducia
e davvero poca fatica
a non confondermi
Subito
Con il petto di altri
ho diviso la mia sigaretta
con chi vive le notti
a compagne distratte
accompagna un sorriso
chi conosce il freddo
e riconosce il mio
dove gli altri non comprendono
– a chi tutto e
a chi niente
Me l’han detto
raccogliendo
un ricordo squartato dal fango,
mi accorgo
nel tuo rumore
essere stata falena
giunge a cantilena
una strofa d’amore
dedicata a me sola
Dice –
che è normale,
un cane randagio
Impara tardi
a farsi carezzare
smette presto di perdonare
Dispera in silenzio il dolore
di vedere
I propri germogli fiorire altrove
Ma quasi – li annaffia.
La rabbia ha un codice sacro
è intenzione, distruzione
è creazione e innovazione
ché ogni tanto ci crede
di poter cambiare il mondo
e poi
ne piange le frane.
Ricorda che le parole
sono solo parole
che serve azione e costruzione,
distrazione quando l’asfalto
ha lo stesso sapore per giorni
ma tu sai anche se neghi,
agli occhi basterà uno sguardo
un richiamo nel traffico
a rifugiarsi in braccia nuove
a rendermi colpevole ancora
di non aver detto
abbastanza
quello che volevi sentire.
Un giorno fuggiranno
i capelli rimasti
testardi ad aspettarti,
sanno anche loro
ci vuole – spazio
e un sesso nuovo
A completarsi certi
Che basti dirsele certe cose.
Obbligare l’amore
a una sola forma
adattarlo a conferma ogni giorno
d’essere un po’ meno soli
urlare solo per dirsi addio
Io – per andarmene –
Ho camminato
in punta
di piedi
per amarti
ho mostrato il difetto
E le ossa ancora rotte
– Chissà cosa non ho capito.
Basterà un gettone
a lavare il profumo
Io – continuerò a indossarlo
Senza dirlo mai
Ininterrotta parlando nel freddo
Nasconderò le mie guance a cercarlo
Sorriderò di questa cura
(mai meritata)
e ricorderò che sono bella
anche quando non mi guardi
e se volevi guardarmi
– ormai
Me ne sono già andata.
*
Uomini nudi
Oh amore che follia
Pensare io sia
Una donna da riporto.
Amore, l’altro giorno mi han detto che son bella
E io ho negato e ringraziato
Mi son voltata e ho sorriso:
Certo lo sono.
Certo credete
non conosca il fascino
Della mia rabbia e della mia verità
Di quanto sia io
Meravigliosa e terribile.
Così vi lascio
Pensare di poter conquistare
Una corrente del sud.
Così vi lascio
Felici quando vi bacio
E mi preparo
Al vostro ripudio.
Voi, che vi innamorate della tempesta
Ma siete senza vestiti.
Sofia Zoli (Faenza). Ha 22 anni e ha fondato un progetto culturale, In Bianco – Un progetto di cultura scondita (https://www.instagram.com/
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Intense di dolore, ma ancora senza speranza.
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