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Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non é superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore.
(ITALO CALVINO)

 

Cosmo sommerso
Mamma cosa brilla laggiù, nell’abisso buio e profondo del mare?
No piccino mio, non sporgerti a guardare!
Mamma cos’è questo lamento, questo pianto atavico e intenso?
Amore mio non ascoltare, è il suono d’un dolore immenso!
Mamma, ti prego non tacere, sono abbastanza grande per sapere.
Le acque salate custodiscono segreti d’infanzia negata,
in un abbraccio gelido, senza più carezze, senza più piacere,
si tormentano le anime perse, della mediterranea traversata.
Quelle non son stelle cadute nel buio dell’oblio,
mi dispiace amore; siamo tu ed io
e con noi un intero universo di possibilità negate
sulle onde infrante d’infinite storie spezzate.
La costa si tinge di lacrime e disperazione,
nel blu del Mediterraneo, dove il sole s’immerge.
Mentre il mondo assiste inerme e senza compassione,
tra le onde della speranza, un triste destino emerge.
Esuli d’un mondo che il dolore ha segnato,
navigavamo su legni fragili, sognando un domani negato.
Ma il mare ha raccolto le nostre voci, in un silenzio lontano,
un cosmo di potenzialità inespresse, nel palmo della sua mano
(Il testo “Cosmo sommerso” è stato premiato al concorso “L’alloro di Dante” sezione
studenti edizione 2023-2024.)

 

Elena

 

Una luce dolce, un’ombra delicata,
ci racconta ricordi di una vita passata.
Ancora vive nei nostri cuori il tuo calore,
un amore che sfida l’assenza e il dolore.

Tra mute risate e sogni, gridati in silenzio,
danzavi leggera, anima luminosa.
I tuoi occhi, riflessi di cieli rosa,
sguardi d’amore, ricordi d’immenso.

Il tempo avvolge il tuo sorriso gentile,
nella tela del passato, un ritratto sottile.
Il vento il tuo nome  sussurrerà
a chi attento lo ascolterà.

Non sei morta, m’ hai preso il volo ,
tra le stelle, nell’eterno, senza più un ruolo.
Che la tua anima trovi pace nell’infinito,
dove il tempo non è più un nemico.

 

Mancanza

Nella notte buia s’ode un gran pianto
gemito cupo eco d’abbandono
rimbomba nel cuor un suono di tuono
danza nell’anima un grande rimpianto

Tra le ombre si perde il senso del tempo
un sottile fruscio scende lieve
ma il gelido petto come la neve
si consola per l’abbraccio del vento.

Il cuore palpita, silenzio immenso
singhiozzi riempiono il vuoto totale
vorrei non farlo, però se ti penso

sento nell’anima un calore astrale,
allora, di nuovo, mi do il tormento
perché soltanto desidero amare.

 

Palla Ovale

Ruvida vita, adorata, bramata, dolce e amara
dal rimbalzo imprevedibile come il destino.
Eroica quando sgusci tra i piedi della mischia
per finire tra le mie mani.

Beffarda quando, carica d’aspettative,
manchi d’un soffio la grande H svettante.
Io ti desidero ardentemente
e quando ti conquisto non ho alcun timore.
Anche se sbaglio non c’è disonore
tu non mi giudichi e quando ti stringo
io mi sento a casa.

 

Shasa Pellicciari frequenta la classe 2T  dell’Istituto “L. Einaudi” di Ferrara.

La rubrica di poesia Parole a capo curata da Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Periscopio. Per leggere i numeri precedenti clicca sul nome della rubrica.

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Pierluigi Guerrini

Pier Luigi Guerrini è nato in una terra di confine e nel suo DNA ha molte affinità romagnole. Sperimenta percorsi poetici dalla metà degli anni ’70. Ha lavorato nelle professioni d’aiuto. La politica e l’impegno sono amori non ancora sopiti. E’ presidente della Associazione Culturale Ultimo Rosso. Dal 2020 cura su Periscopio la rubrica di poesia “Parole a capo”.

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