Parole a capo
Secondo Reading di Primavera: 6 poesie alberate
Tempo di lettura: 3 minuti
Il primo giorno di aprile di quest’anno, nel parco del Montagnone a Ferrara, l’Associazione Culturale Ultimo Rosso, in collaborazione con la Biblioteca Popolare Giardino e il giornale online Periscopio, ha organizzato il Secondo Reading di Primavera dal titolo “Io sono gli altri”. Ai rami degli alberi, come si può vedere nelle foto di Valerio Pazzi in questo articolo, sono stati fatti degli innesti poetici, oltre 60 liriche di grandi autori e di poeti contemporanei. Molte di queste liriche sono state lette dalle poetesse e dai poeti presenti all’evento. Le poesie di chi non ha potuto partecipare per diversi motivi, ma che ha risposto positivamente al nostro invito mandandocene alcune, sono state lette da alcuni portavoce. Nel numero della rubrica Parole a capo di oggi, ne pubblichiamo alcune. Come sempre, buona lettura e buone sensazioni.
Sibilla
Muta e peregrina
attraverso i vostri occhi
io sono gli altri,
conosco gli antri
nascosti nel vostro
cuore nudo.
Ma non conosco
oracolo, nascosta
nel mio antro
mi nutro di sguardi
attenti, passi lenti,
una parola lieve,
la premura di una mano
tesa, l’attesa
lieta di una rosa
schiusa
nel bel mezzo dell’inverno.
(Doris Bellomusto)
Incontro
Ci siamo toccati l’anima
con parole brevi
col battito regolare del cuore
con le parole dell’infanzia
con un principio di lacrime
pensando che arriverà quel tempo
che non ci rivedremo più
sospinti ognuno
dal maestrale padrone
verso un infinito mare
(Elena Vallin)
Lippariniventigocce
Lippariniventigocce
Robiunabbraccio
Mammaseisplendida
Robbaletuepoesie
Piccolinativogliobene
Nanina
I nostri diversi nomi, in fondo, sono le nostre possibili sopravvivenze.
Le altre persone, chiamandoci, ci moltiplicano.
Siamo forse soli, talvolta.
Mai, però, siamo una cosa sola.
E se una parte di noi è in ombra, possiamo cercare la luce negli altri suoni del nostro nome,
di noi stessi.
Forse anche per questo abbiamo soprannomi, nomignoli, appellativi.
Perché siano molteplici le nostre vie di scampo.
Di salvezza.
(Roberta Lipparini)
Ho una manciata di nomi in tasca
Ho una manciata di nomi in tasca
Altrettanti sorrisi
Valgono uguale se appartengono a sconosciuti?
Scusate la schiettezza
Parlare di inclusione
Scoprire che non è
Solo accogliere
Non è solo integrare
Significa che tutti
Devono cambiare
Chi non vede non sente
Non parla non cammina
Chi vede sente parla e cammina
E quella manciata di nomi e altrettanti sorrisi
nella stessa barca
con la stessa umanità.
Quanta ipocrisia anche in questa poesia
mi viene voglia di strappare il foglio
rimango sola col mio orgoglio
di figlia madre sorella compagna.
Mi chiedo come fanno tanti altri
cosa sia l’amore per gli altri e ancor prima per se stessi.
L’amore dunque
è incontrare l’altro
che nuota nel tuo oceano interiore
meravigliarsi nel guardarlo
affiancarlo tra le onde
riemergere, respirare
non preoccuparsi se non lo si riesce a fare
di amare tutto d’un fiato
chi magari ha colore diverso
un pensiero logico meno presente
un approccio alla vita che appare stupido e troppo spontaneo
ci vuole tempo e tanta tenerezza
e abituarsi a non specchiarsi dove la luce è opaca.
(Lidia Calzolari)
il binocolo
La notte quando accadeva il miracolo
era un largo spazio d’invisibili grilli impegnati a prender voce in capitolo.
Teneva compagnia l’aspro profumo
degli acini d’uva arrampicati verso l’alto
ancora acerbi per un soffio. Il mare
distava il tempo breve di un passaggio
dal cuscino alla cucina. Così sembrava
tutto vicino quando era tua la mano
nodosa a passarmi il binocolo: persino
brillava di luce propria sopra il mondo
l’anello di luna mancante al suo cerchio.
(Lara Pagani)
Certe mattine
Certe mattine sento l’amore
salirmi fino agli occhi,
la retina, le ciglia,
e da lì ridiscendere nel cuore,
dopo aver guardato il mondo,
mia famiglia.
(Miriam Bruni)
La rubrica di poesia Parole a capo curata da Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Periscopio.
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Pierluigi Guerrini
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