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Dove la giustizia è credibile anche la famosa omertà mafiosa scompare.
(Giorgio Bocca)

No non amo la mia terra

non amo più la mia terra neanche un pochino.
Ho amato
suoi odori profumi calori,
le ho dato
la mia forza
confidato
i miei sogni.
Figlio affettuoso
avrei potuto avere un’altra madre,
ho amato la mia terra sino a lacrimare
al rivederla ritrovarla.
Erba secca afa pomodori gustosi fichidindia
zibibbo capperi pupi
offerti a profusione dalla terra natale,
misti a storia e tradizioni.
C’erano ci sono
tanti nomi terribili
corruzione indolenza mafia prepotenza
non rispetto di regole…
Ha un bel mare la mia terra natale
frutti gustosi cibo gustoso e dolci…
ma virus secolari
sin nei panorami più belli.
Mi ha tradito condannato
ingiustamente punito isolato
silenziosamente ucciso in modi viscidi ed orrendi.
Serba nei suoi sepolcri
miei amici più cari e parenti,
io però adesso amo soltanto la mia Terra.

*

Ieri notte

l’altra notte ancora,
sempre,
ho accostato la mano al tuo cuore
non t’ho toccata
non sfiorata non l’hai chiesto.
Volevo udire il tuo battito
se avvertivo un attimo
di pulsazioni tachicardiche,
per capire
se una stilla del tuo sangue
fuggiva dalle tue vene
per entrare nelle mie.
Follia sperare
avvengano tali fenomeni,
sperare che tu sorrida a me
sempre e soltanto.
Ma tu,
ti chiedo ti prego ascolta
dimmi come posso fare per amarti meglio
dimmi cosa posso fare per amarti
fino in fondo
qualsiasi cosa tu faccia,
perché tu non soffra
a colpa mia,
perché tu sia felice
anche a causa mia.
Perché ad occhi chiusi
o nella notte buia
tu veda sempre le tue stelle
sapendo che
ti sono sempre vicino
su questa terra

*

Ho visto in cielo

greggi di pecore
tramutarsi in nuvole,
greggi di nuvole pecore
scender sulla terra
a brucar erba.
Cuori induriti
versar una lacrima
per bimbo spiaggiato.
Visti malinconici visi
abbozzar sorrisi
tornare a vivere.
Vedrei bimbi
sgranocchiar pannocchie
brustite al fuoco
e sputacchiar bruscolini.
Ho osservato allegre comitive
sciogliersi a tornare
unità separate.
Non ho visto Dio,
e sono solo io.

*

Nel suono di ruscelli

nel canto di merli
udrò la tua voce.
Venne una merla
a scavar nell’aiuola.
In ali di colibrì
rintraccerò i tuoi colori
m’hai riempito di colori.
Prenderò tuo calore
da ogni raggio di sole.
Ho sempre sole
a me vicino.
Essenza di te
acqua sazia la mia sete,
non ho più sete.
La luce dei tuoi occhi
mi farà splendere di più.
Sorriderò pensando
sei.
Così,
come vorrei
tu fossi.
Non dir nulla,
sai
ti voglio felice.
Così,
come dici
che sei.

*

Che bella cosa la vita!

Me ne andavo stamani
a passeggiar lento,
anche a sostare,
per goder sole,
aria, la luce,
fischio di merli
tremolio di foglie d’alberi.
Quando vidi
non una barca in mezzo al mare
sventolante una bandiera tricolore,
alcuna contadina spigolava.
Sostai a guardare vidi:
coccinella rossa
sull’apice d’un ramo
difendeva l’albero
da ghiotti afidi incompetenti.
Che incontri fa farti la vita!
Subito dopo,
dopo giorni di mia assenza,
ti rividi.
Che bella cosa la poesia!
Rossa anche tu,
ma senza puntini neri in te.

(Queste poesie sono tratte  dall’ultima opera poetica di Romano Calandra “Come una donna Ama“, Transeuropa, 2022)

Romano Calandra (Palermo, 1940). Laurea in scienze geologiche presso l’Università di Palermo, è stato ricercatore scientifico presso l’ente minerario siciliano, geologo, docente di Matematica e Materie scientifiche a scuola. Ha pubblicato in precedenza (2020) la silloge “Provare a comunicare“, per l’associazione culturale Amarganta e la silloge “Non uso più il rasorio a lama” per Transeuropa.

LO SCAFFALE POETICO
Segnalazioni editoriali interne (o contigue) al mondo della poesia.

  • Francesca Del Moro, SovraliminaleEd. Progetto Cultura, 2023
  • AA. VV., I giorni invisibili, Il Babi Editore, 2023

La rubrica di poesia Parole a capo curata da Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Periscopio. Per leggere i numeri precedenti clicca[Qui]

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Pierluigi Guerrini

Pier Luigi Guerrini è nato in una terra di confine e nel suo DNA ha molte affinità romagnole. Sperimenta percorsi poetici dalla metà degli anni ’70. Ha lavorato nelle professioni d’aiuto. La politica e l’impegno sono amori non ancora sopiti. E’ presidente della Associazione Culturale Ultimo Rosso. Dal 2020 cura su Periscopio la rubrica di poesia “Parole a capo”.

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