Parole a capo /
Roberto Dall’Olio: Alcune poesie per mio babbo Orfeo
Tempo di lettura: 3 minuti
Roberto Dall’Olio: Alcune poesie per mio babbo Orfeo
“Mio padre non mi ha detto come vivere; ha vissuto e mi ha fatto osservare come lo faceva.”
(Clarence Budington Kelland)
Sul mezzo traguardo
Del Tourmalet
Mi sono accorto
Di te
Caro babbo
Non c’eri
Mi sono accorto
Freddo
In una stanza
Gelida
In un sacco
Da frigo
Non c’era più
Il tuo solito
Viso
Ho pianto
Non ti riconoscevo
Scavato
Da giorni
Di sole flebo
Gli occhi
Da tempo chiusi
Ora spalancati
Fissi
La bocca aperta
Li ho chiusi
Nei loro abissi
*
le sere d’estate
andavamo
da Siro
al circolo del tennis
fuori San Vitale
aveva una altalena
bellissima
mi legava
lui e il babbo
e mi facevano
volare
è così la vita
gli sentivo dire
*
In campo
Luci soffuse
Nicola Pietrangeli
Novant’anni
Come te babbo
Per festeggiare
Il tennista
My Way
Piaceva tanto
Anche a te
The voice
Vibrante
Calda
Profonda
Tra le due
Sponde
Dell’oceano
Ti ho pensato
Con la tua racchetta
Cecoslovacca
Imparasti il tennis
Da Rossi Amelio
Prigioniero degli Inglesi
Dieci anni
La tua Maxima
Di legno
Che fu la mia
Poi Aznavour
La sua voce
Caucasica
E da Rive Gauche
Piaceva a tutti noi
La mamma tu e io
Che folata
Prima che il silenzio
Se la porti via
*
Il babbo
Aveva due mani
D’oro
Costruiva
I giochi
Per me
Per gli amici
I fucili
Come i pellerossa
Le pistole
I soldatini
I carri armati
Il camion
Del rusco
Le racchette
Da ping-pong
Il puzzle
Più pazzo
Del mondo
Cantava
In bagno
Le fotografie
Le diapo
I film a manovella
Dei tre porcellini
Visti anche
Dai miei bambini
*
Come erano verdi
I tuoi occhi
Babbo
Tingevano la pineta
Della vita
Facevano luce
Nei fondali
Dei giorni spenti
Mi ricordano
Ancora
Quei golfi
Di Oristano
Tharros
L’Inchnusa
Dove siamo
Passati anche
Noi
Con piedi leggeri
Come erano verdi
I tuoi occhi
Babbo
Dei prati alla Drava
erano luce
In cantina
Quando
Si facevano
Le bottiglie
Come dicono
A Bologna
Verdi
Eleganti
Sul letto
Che ha tenuto
Il tuo ultimo
Respiro
*
Mia mamma
Sulla tomba
Sente tutti
Ma proprio
Tutti
Gli anni
Passati col babbo
Le sue lacrime
Fanno vivere
I fiori finti
Del congedo
I nostri cuori
Sono bulbi
Sotterrati
Ogni volta
Nei prati
Del cimitero
Mi dice
Che sono bravo
La tengo su
Di morale
Non sono bravo
Sono suo figlio
Roberto Dall’Olio (1965), bolognese, docente di filosofia e storia al Liceo Classico Ariosto di Ferrara. Ha pubblicato diversi volumi di poesia. E’ del 2015 il poema “Tutto brucia tranne i fiori” Moretti e Vitali editore- nota di Giancarlo Pontiggia postfazione di Edoardo Penoncini – con il quale ha vinto il premio Va’ Pensiero 2015. Con l’editore L’Arcolaio ha pubblicato il poema Irma con note di Merola, Muzic, Sciolino, Barbera e la raccolta di poesie “Se tu fossi una città” con nota di Romano Prodi. Nel 2021 ha pubblicato Monet cieco (Ed. Pendragon), I ragazzi dei giardini, Ed Pendragon, 2022. Ha pubblicato il saggio Entro il limite. La resistenza mite in Alex Langer (La Meridiana, 2000). Redattore della rivista “Inchiesta” diretta da Vittorio Capecchi. Vive a Bentivoglio nella pianura bolognese dove è presidente della sezione locale dell’ANPI. Ogni domenica Periscopio ospita ‘Per certi versi’, angolo di poesia che presenta le liriche di Roberto Dall’Olio.
LO SCAFFALE POETICO
Segnalazioni editoriali interne (o contigue) al mondo della poesia.
- DORIS BELLOMUSTO, Fra l’Olimpo e il Sud, Poetica Edizioni, 2021
- AGNESE COPPOLA, La sete della sera, La vita felice, 2021
La rubrica di poesia Parole a capo curata da Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Periscopio. Per leggere i numeri precedenti clicca[Qui]
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Pierluigi Guerrini
Commenti (7)
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“Non sono bravo
sono suo figlio. ”
Grazie Roberto per queste tue parole che toccano il cuore e lo aprono al ricordo dolce, condiviso e personale del nostro babbo.
Pensa, Robby, ho cominciato anch’io a chiamare ‘babbo’ mio padre da quando ti ho sentito chiamare il tuo così. Con questa parola rotonda nei suoni, un po’ esplosiva, che fa pensare al padre buono nel senso alto del termine. Come sempre hai distillato la vostra storia in parole essenziali che hanno dentro il succo del sole e della poesia. Con un babbo che ha per Nome Orfeo, non poteva che fare questo il figlio poeta!
Parole toccanti e fotografiche. Grazie Roberto
Non ti ho mai detto, Robby, che ho chiamato mio padre ‘babbo’ da quando ti ho sentito usare questo nome dai suoni pieni e rotondi col il tuo. ‘Babbo’ fa pensare al bene. E di questo bene che ha seguito il corso della vita parli nelle poesie. Distilli la vostra storia con parole limpide fissate come gocce piene di sole le une dopo le altre. Fanno tenerezza e luce per chi legge e ricordano insieme al tuo Orfeo (per te poeta il nome che ti sigilla) anche i nostri padri.
Mi sono commossa davvero tanto. Grazie Roberto
Troppo intensa l’emozione, per poter usare parole che solo tu possiedi.
Il canto d’ammirazione di un figlio fortunato.