Parole a capo
Maria Mancino: “Bacio di carta”. Alcune impressioni e connessioni
Tempo di lettura: 3 minuti
Bacio di carta
Un respiro di carta
imbavaglia il tormento
che nell’attimo prima
giaceva pungente.
Dondola la notte
in una culla di parole
cigola l’oscurità
in un barlume di insonnia.
Sospira la mano
sul tratto d’inchiostro
lo bagna di lacrime
in un bacio di carta.
L’avvicinamento, a questa nuova plaquette “Bacio di carta“, Babbomorto Editore, 2022 di Maria Mancino, passa per un originale preludio di Edoardo Fontana fatto di impressioni.
Impressioni tipografiche, di odori, di mescolanze, di maestranze “impregnate” d’inchiostro e impegnate in un lavoro che vede passare, comporsi, scomporsi migliaia e migliaia di caratteri, di parole che si sposano e si slegano a caso.
Maria Mancino ci parla del piacere dello scrivere, di fare poesia nel tempo presente, una poesia “che dice la verità” anche nei tanti periodi dove i versi non sbocciano come “gemme senza volto“.
Lo dico piano
Lo dico piano
lo dico sottovoce
per paura di farmi male
l’anima è di cristallo
la ragione la frantuma.
Lo dico piano
lo dico senza voce
per paura di farti male
è complicato vivere
senza una ragione.
L’eterno confronto, tra la ragione e le emozioni, emerge tra immagini fantastiche “Navigo su una barchetta di giornale/ piegata da un bimbo in riva al mare” e sogni depositati in attesa di andarli a riprendere “quando sarò grande“.
Forse Maria “da grande” non saprà ancora scegliere quando riprendere quel sogno magari per paura che sia svanito.
Poesie impregnate di natura. Un legame fisico, costante, alla ricerca continua di un’armonia col proprio corpo e col tempo che, nonostante sia “fermo in una clessidra otturata“, passa inesorabile.
Petali
L’umore del cielo si guasta
i fiori arrugginiti tremano
sul bordo di un sorriso.
La notte imbriglia il sogno
il buio corteggia la solitudine
che inquieta slega parole.
Soffi d’anima scrivono
poesie su petali di carta
nel pianto dell’inchiostro.
L’amore prosegue verso luoghi
dove la ragione è sfocata
segue il profumo di rose sorgive.
Maria Mancino è nata a Campobasso e vive attualmente a Imola. Scrive poesie fin da piccola. Afferma di pensare in versi anche quando non scrive. Appassionatasi alla narrativa, ha pubblicato racconti con le case editrici: Negretto, FuocoFuochino e Fernandel. Da Babbomorto Editore hanno visto la luce le tre raccolte poetiche: “Bianco Spino”, “Mani d’argilla” e “Bacio di carta”, nonché il racconto “Uccel di bosco”. Nel settembre 2020, pubblica con l’Edizione Apostrofo: “I plumcake del nonno” un libro che attraverso i ricordi d’infanzia, delinea la mentalità, le tradizioni e la semplicità dei suoi luoghi. Sempre con l’Edizione Apostrofo nel marzo 2021 pubblica la raccolta poetica: “Nascosta è in lui la mia follia”.
La rubrica di poesia Parole a capo curata da Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Ferraraitalia/Periscopio. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]
Il libro “Bacio di carta” è acquistabile richiedendolo direttamente all’editore o durante le presentazioni.
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Pierluigi Guerrini
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