Parole a Capo /
Giuseppe Ferrara “Messaggi cifrati” e altre poesie
Tempo di lettura: 3 minuti
“Messaggi cifrati” e altre poesie
“Sommessa gioia di respirare, esistere: a chi ne debbo essere grato? Ditemi.
Io sono giardiniere, e sono fiore; nel mondo-carcere io non languo solo.”
(Osip Ėmil’evič Mandel’štam)
Ho avuto la fortuna e il piacere di frequentare per molti anni la poesia e l’amicizia di Angelo Andreotti e questi – i temi della parola e della “voce”poetica – erano i nostri argomenti preferiti. Di seguito, alcune mie “cronache poetiche” che ho contenuto in una possibile rubrica dal nome (equivoco) di EQUIVOCI (nel senso di E Qui Voci).
Qualche parola sulle poesie:
Una notte lunga sei anni è dedicata alla bambina palestinese di 6 anni morta durante un raid israeliano nella striscia di Gaza.
Versicoli subsidenti si conclude con il richiamo di un famoso verso di Caproni.
Le ultime due poesie sono legate alla morte di Navalny e richiamano atmosfere e stili di due grandi poeti russi che come Navalny sono passati per lo stesso tipo di esperienza “di regime” (Osip Madel’stam e Iosif Brodskij.
P.S. Messaggi cifrati si conclude con una parola scritta in verticale con l’alfabeto Morse : LOVE)
Giuseppe Ferrara
EQUIVOCI
Una notte lunga sei anni
Hind Rajab
Il mondo ha smesso di tremare
piccola Hind non hai più nulla da temere.
Non serve più sapere dove sta il nord
per scappare nel deserto o verso la spiaggia.
Le macerie non riparano dalla pioggia
e le preghiere sono soltanto rappresaglie.
Che la morte possa esserti dolce risveglio
da questa lunga notte d’incubi d’amore…
Ne sono sicuro mia piccola cara Hind:
stai già nuotando verso una nuova vita
nel sacro ripudio di quest’odio antico
noi resteremo qui a non finire di morire mai
Versicoli subsidenti
tra frammenti di spiaggia
spunta quanto è stato seminato
negli anni di guerra, nei giorni di tregua
nelle ore e nei secondi che non crescono mai
granelli in una clessidra spazzata da sfarzose tempeste
che scoprono piccole casse toraciche, carcasse svuotate di carri,
carrelli ricolmi d’alimenti scaduti e mine antiuomo ancora inesplose…
come potrebbe tornare bella, scomparsa l’umanità, quella striscia di terra!
Messaggi cifrati
sopra è la stessa coltre
d’un bianco più ingrigito
coltre che nel pensiero
equivoca purezza
arbusti bassi sollevano
la testa: è consentito
per decreto naturale
i capelli rasati a zero
per ragioni di stato .-..
sono segnali di vita —
sempre più radi, muti …-
messaggi cifrati .
Alle compagne di vita di Osip Iosif e Aleksej
…se no ti sentirai tirare giù
tentando di tornare a galla: resta
così: nuda! gli abiti son’ aghi
d’abete acuminati a raggelarti
addosso la lunga notte artica…
ricordati il quaderno nella dacia,
il pc acceso e i fiati avvolti
su dita aggrovigliate. ho ancora
quei mirtilli raccolti dietro casa
per aiutare i nostri occhi stanchi
a saziare la fame degli sguardi
continuare, continuare a vederci
vivere-morire per andare avanti…
Giuseppe Ferrara
Nato a Napoli. Cresciuto a Potenza fino alla maturità Classica presso il Liceo-Ginnasio Q.O. Flacco. Laureato in Fisica all’Università di Salerno. Dal 1990 vive e lavora a Ferrara, dove collabora a CDS Cultura . Autore di cinque raccolte poetiche; è presente in diverse antologie. In rete è possibile trovare e leggere alcune sue poesie e commenti su altri poeti e autori. Tiene un blog “Il Post delle fragole”.
In copertina: Foto Segnaletica-di-Osip Mandel’štam-dopo-l’arresto-e-la-traduzione-nel-gulag. L’arresto-era avvenuto dopo-che-nel-novembre-del-1933-Mandel’štam-aveva composto e diffuso il suo Epigramma-a-Stalin (fonte Wikimedia Commons).
La rubrica di poesia Parole a capo curata da Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Periscopio. Per leggere i numeri precedenti clicca sul nome della rubrica.
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Pierluigi Guerrini
Commenti (2)
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Bene che anche la poesia tenti di dar voce allo sgomento condiviso per l’inaccettabile orrore la violenza l’ingiustizia la morte di questo nostro tempo. Grazie Giuseppe!
https://youtu.be/pg99VNBNvkw
Libertà al crepuscolo
da Ottanta poesie, trad. di Remo Faccani,
Einaudi, 2009
Lettura di Luigi Maria Corsanico
Igor Stravinsky
The Firebird, Symphonic Suite (1919) Final
Conductor: Vakhtang Kakhidze,
Orchestra: Tbilisi Symphony Orchestra
~~~~~~
Celebriamo, fratelli, la libertà al crepuscolo,
questo grandioso anno crepuscolare!
Disceso in ribollenti acque notturne,
sta il bosco appesantito delle reti.
In anni che non mandano echi, o sole
– sole, giudice, popolo –, ti levi.
Celebriamo il fardello imposto dal destino
che in lacrime la guida del popolo si addossa.
Celebriamo il fardello – tra ombra e luce –
del potere, gravame insostenibile.
Chi ha un cuore, o tempo, udrà, è giocoforza,
scendere verso il fondo la tua nave.
In falangi da combattimento
noi abbiamo legato le rondini, – e già, ecco,
piú non si vede il sole, e tutti gli elementi
naturali cinguettano, si muovono, son vivi,
Attraverso le fitte maglie crepuscolari
piú non si vede il sole, e naviga la terra.
Proviamo allora: un’immensa virata
Maldestra, scricchiolante.
La terra naviga. Uomini, coraggio!
Fenderemo l’oceano con vomere di aratro
per ricordare anche sul Lete gelido
che dieci cieli a noi costò la terra.
Maggio 1918, Mosca