Parole a capo /
Evaristo Seghetta Andreoli: alcune poesie da “Il geranio sopra la cantina”
Tempo di lettura: 4 minuti
“Alle volte è dentro di noi qualcosa
(che tu sai bene, perché è la poesia)
qualcosa di buio in cui si fa luminosa
la vita: un pianto interno, una nostalgia
gonfia di asciutte, pure lacrime. ”
(Pier Paolo Pasolini)
Ringrazio Evaristo Seghetta Andreoli per aver autorizzato la pubblicazione in “Parole a capo” di alcune sue poesie.
Assapora molti tipi di rosso
la giovane inglese di grigio fumo
vestita, già abbronzate le gambe
al sole latino, dopo un Bolgheri
mi sorride, labbra rosso rubino
come sangue, come sole al tramonto
come il geranio sopra la cantina.
*
Preghiamo che il nostro stato di grazia
perduri senza fine, che oltrepassi
il confine breve dell’esistenza.
Non è così male se ci sorprende
con l’evento oramai inaspettato
con la felicità data al soldato
dalla guerra finita, abbandonato
il fucile, ora che la vita ci offre
uno specchio nuovo, il ritorno della
purezza, perché la bellezza vera
penetra nel cuore senza riserve
semplicemente penetra.
*
Ora mi sono abituato a visioni
di corto raggio, di breve gittata.
Ho capito tardi che si può anche
procedere senza lanci stellari.
Vivo così, di poco e anche di tanto:
di un suo sorriso e di occhi ricolmi
di felicità. Vivo per poche ore
a settimana e nella mia mente
balzana nascono fiori impazziti
che profumano di filosofia.
Rifletto un po’ su come riprendere
la via usata, la mia, la nostra
già sprofondata nel non senso poi
rifiorita così per caso dietro
a un dipinto di un profilo olandese,
per un collo fiammingo che cattura
gli occhi e meraviglia ancor più lo sguardo
anche ora che sta calando la sera.
*
Ho innaffiato le rose gialle, il pesco
e la siepe ormai poco verde della
mia fantasia con acqua fresca
attinta dal pozzo scavato nella
roccia viva che non si sfalda. Troppa
bellezza stordisce, non siamo pronti
per l’impatto con l’assoluto
scivoliamo nella strettoia della
limitatezza. Un petalo di rosa
e una carezza è ciò che resiste,
fragile stelo della poesia.
*
Sono un cocktail di tutto, una miscela
di storia, un vuoto di memoria dentro
al buio del non senso: richiedevo
le carezze da un corpo senza mani.
Sono strani i desideri senili
che pretendono la luna nel secchio.
E pensare che sono troppo vecchio
per cambiare pozzo o cambiare luna.
Occorre tanta fortuna nelle notti
in cui brillano solo gli occhi dei gatti,
quando il buio respira di nero
e i lampioni distratti in fila indiana
illuminano la fine delle illusioni.
*
Quanto è pesante questa stagione
con le sue guerre, il suo frigore,
con i suoi virus scorrazzanti, i prezzi
fluttuanti, e questo peso in fondo al cuore
che non va più via.
Perché non mi abbandoni tempo infausto?
Già sono esausto e di cattivo umore.
Ma il benzinaio egiziano mi ha fatto
dono di un amuleto a suo dire
appartenuto a Nefertiti (forse
Made in China o in Haiti). Le proprietà
taumaturgiche, evitano rovina
e scacciano i pensieri neri.
Ci voglio credere. Chissà che questo
ragazzo giunto col barcone sia
il tramite tra noi e gli dei del Nilo?
Ci voglio credere e spero nei mesi
del colore, del calore e anche della
felicità.
*
Tutti i gatti hanno paura dei botti
mi sarebbe piaciuto il palindromo
come quello “i topi non avevano
nipoti” ma qui non si torna indietro
ai gatti scoppia l’udito e il cuore.
Essi hanno il terrore del botto come
del rombo del tuono, del suono acuto
dello squillo improvviso che scuote anche
il Paradiso Terrestre, creato
e tramandato, forse tramontato,
finché l’uomo nel suo furore
futurista non aprisse la pista
al fragore incontrollato.
Così insonorizzo la legnaia,
le fascine a proteggere le cucce
di cartone, vicine alle bottiglie
di Malvasia, poi il telo di versi,
il filtro fatto solo di parole,
e l’eloquente silenzio della
poesia.
Evaristo Seghetta Andreoli è nato nel 1953 a Montegabbione, in provincia di Terni, dove vive. Le sue raccolte di versi: I Semi del Poeta (prefazione di Patrizia Fazzi, Polistampa, 2013), Morfologia del Dolore (prefazione di Carlo Fini, Interlinea, 2015, Premio Confindustria Rovigo), Inquietudine da Imperfezione (prefazione di Franco Manescalchi e Giuseppe Panella, Passigli, 2015, Premio Mario
Luzi), Paradigma di Esse (prefazione di Franco Manescalchi e Carlo Fini, Passigli, 2017, Premio Certamen Apollinaris Poeticum Università Pontificia), In tono minore (Passigli, 2020), Il geranio sopra la cantina (Puntoacapo Editrice, 2023). È presente in varie riviste e in antologie italiane e straniere.
La redazione di “Parole a capo” informa che è possibile inviare proprie poesie all’indirizzo mail: gigiguerrini@gmail.com per una possibile pubblicazione gratuita nella rubrica.
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