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La superficie della Terra è la riva dell’oceano cosmico.
(Carl Sagan)

 

La mia prima pelle

 

Acqua di sale.

Acqua di mare sensuale

suadente

mi chiama mi attira mi prende.

Nell’acqua

galleggio mi immergo sprofondo

sprofondo e mi perdo.

Nell’acqua

mi perdo e rinasco.

Nasco di nuovo con la mia prima pelle.

Liquide vibrazioni

mi cullano

mi portano indietro

nel grembo del mio piccolo mare.

Sospeso

in un cielo di canti e di voli

-nell’attesa di nascere-

Nell’attesa di andare a toccare le stelle.

 

Ma quando entri nel mondo non sai dove andare.

 

Il mare. Il cielo. La terra.

Sono mondi divisi.

Senza legami.

Lontane sono le stelle

e gli angeli non li senti più cantare.

*

Chiusa fuori dal mondo.

 

Pennellate di malinconia fanno opaca

questa mia figura di donna che

apre la finestra ai passeri

e cova freudiane

vertigini.

Nel silenzio

di scorci di cieli ripresi a matita

di stralci di versi

ammucchiati nel tempo.

-Chiusa fuori dal mondo. Senza farci caso-

Talvolta

un vezzo

improvviso.

Riprendo in mano

il mio rossetto più bello

mi coloro le labbra di rosso corallo

e mi appresto

ad andare a cercare

qualcosa

qualcosa che mi cambi la vita.

E’ un rito che si ripete sempre uguale.

Sempre uguale il finale.

Il luogo dell’Attesa

 

Un luogo non-luogo dove

il tempo resta sospeso fuori dal tempo.

Misteriose figure

prendono

la scena.

Figure senza volto.

Con gli occhi vuoti e la bocca chiusa.

Prigionieri di un’armatura senz’anima. Senza ombra.

Manichini senza nome. Senza meta.

Muse inquietanti.

 

Inquietante

è il luogo dell’Attesa.

 

Destrutturazione nichilista?

Frantumazione dell’io?

Metamorfosi Kafkiana? Teologia del non-senso?

Metafisiche leggende?

Teatro dell’assurdo?

Sogno?

Realtà apocalittica?

Storie di ordinaria entropia?

Forse. Solo un cattivo presagio.

Smarrimento.

Tutto è immobile.

Tutto tace.

Nell’Attesa di un nuovo messia.

 

*

Umanità

 

 

Grani

di solitudini

scarlatte

risuonano all’unisono

dentro la pelle di un melograno.

 

Alveo.

Ventre.

Metafora.

Coagulo d’amore

e di nuovi accordi di senso.

 

E’ la mia idea di Umanità che mette radici.

 

*

  Un brivido mi attraversa la schiena 

Ad occhi chiusi

mi addosso al tuo corpo

di vecchio ulivo dalla pelle rugosa.

Con forza ti abbraccio.

Ti stringo.

Un brivido mi attraversa la schiena.

Respiro

il tuo respiro.

E’ come un trasalimento.

La tua anima si travasa nella mia.

Mi sento albero

refolo resina odorosa bava di lumaca

canto di cicala

ali di uccello che canta grappolo di stelle

raccolte in preghiera.

Qui

senza muovermi

senza nulla inseguire

senza altro desiderare che essere

seme di vita che vive dentro forme diverse.

Bruna Starrantino nasce in Sicilia e della sua terra porta addosso la sua aspra solarità … il suo canto e il suo disincanto. I suoi forti contrasti di colori e di umori.
Poetessa. Scrittrice. Sceneggiatrice. Docente di materie letterarie. Esperta in psico-pedagogia. Counselor e Arteterapeuta. Curatrice di laboratori teatrali, di scrittura creativa e di poesia. Ha pubblicato articoli specialistici sulla rivista trimestrale Arti Terapie. Ha pubblicato opere poetiche su Riviste e Antologie letterarie. Le sono stati conferiti diversi riconoscimenti: 1° Premio “Concorso Letterario Giovanni Verga” (saggio breve) – Attestati di Finalista e Attestati di Merito in vari Concorsi di Poesia Nazionali e Internazionali.
Lei stessa, come la sua isola, è un approdo di contaminazioni culturali, presenti nelle trame della sua memoria semantica e narrativa che non hanno soffocato, di certo, la sua memoria sensoriale e il suo lirismo.
Per Lei “fare poesia” non è un modo di scrivere … è un modo di vivere.
*
LO SCAFFALE POETICO
In modo non continuativo, inseriamo nella rubrica alcune segnalazioni editoriali, progetti, concorsi interni al mondo della poesia. Buona ricerca poetica.
Nel marzo 2024 si è conclusa a Ferrara la selezione di poesie del concorso “Il giardino dei versi”. Alla fine il risultato ha visto al primo posto Vincenzo Russo con ‘Il viaggio‘ e ‘Nostalgia‘, il secondo per Nicola Corrado con ‘L’ammore‘, e il terzo per Maria Luisa Palazzi con ‘Come un pensiero candito‘ e per Marianna Nani con ‘Luna”’. Queste poesie, insieme alle liriche ‘A Marco’ di Daniele Coletta, ‘Ritorni‘ di Sofjana Xoxi, ‘E non chiamarlo amore‘ di Vito Renda, ‘Grazie mamma‘ di Vincenzo Russo, ‘In silenzio‘ di Anita Pinto e ‘Una conchiglia‘ di Maria Luisa Palazzi’, hanno completato i primi dieci classificati. Conferiti riconoscimenti anche a ‘Il ricordo che rivive‘ di Riccardo Modestino e a ‘Lockdown‘ di Antonella Finotti.

La redazione di “Parole a capo” informa che è possibile inviare proprie poesie all’indirizzo mail: gigiguerrini@gmail.com per una possibile pubblicazione nella rubrica. 

 
La rubrica di poesia Parole a capo curata da Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Periscopio. Questo che leggete è il 244° numero. Per leggere i numeri precedenti clicca sul nome della rubrica.

 

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Pierluigi Guerrini

Pier Luigi Guerrini è nato in una terra di confine e nel suo DNA ha molte affinità romagnole. Sperimenta percorsi poetici dalla metà degli anni ’70. Ha lavorato nelle professioni d’aiuto. La politica e l’impegno sono amori non ancora sopiti. E’ presidente della Associazione Culturale Ultimo Rosso. Dal 2020 cura su Periscopio la rubrica di poesia “Parole a capo”.

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