Parole a Capo
Bruna Starrantino: “La mia prima pelle” e altre poesie
Tempo di lettura: 4 minuti
“La superficie della Terra è la riva dell’oceano cosmico.“
(Carl Sagan)
La mia prima pelle
Acqua di sale.
Acqua di mare sensuale
suadente
mi chiama mi attira mi prende.
Nell’acqua
galleggio mi immergo sprofondo
sprofondo e mi perdo.
Nell’acqua
mi perdo e rinasco.
Nasco di nuovo con la mia prima pelle.
Liquide vibrazioni
mi cullano
mi portano indietro
nel grembo del mio piccolo mare.
Sospeso
in un cielo di canti e di voli
-nell’attesa di nascere-
Nell’attesa di andare a toccare le stelle.
Ma quando entri nel mondo non sai dove andare.
Il mare. Il cielo. La terra.
Sono mondi divisi.
Senza legami.
Lontane sono le stelle
e gli angeli non li senti più cantare.
*
Chiusa fuori dal mondo.
Pennellate di malinconia fanno opaca
questa mia figura di donna che
apre la finestra ai passeri
e cova freudiane
vertigini.
Nel silenzio
di scorci di cieli ripresi a matita
di stralci di versi
ammucchiati nel tempo.
-Chiusa fuori dal mondo. Senza farci caso-
Talvolta
un vezzo
improvviso.
Riprendo in mano
il mio rossetto più bello
mi coloro le labbra di rosso corallo
e mi appresto
ad andare a cercare
qualcosa
qualcosa che mi cambi la vita.
E’ un rito che si ripete sempre uguale.
Sempre uguale il finale.
Il luogo dell’Attesa
Un luogo non-luogo dove
il tempo resta sospeso fuori dal tempo.
Misteriose figure
prendono
la scena.
Figure senza volto.
Con gli occhi vuoti e la bocca chiusa.
Prigionieri di un’armatura senz’anima. Senza ombra.
Manichini senza nome. Senza meta.
Muse inquietanti.
Inquietante
è il luogo dell’Attesa.
Destrutturazione nichilista?
Frantumazione dell’io?
Metamorfosi Kafkiana? Teologia del non-senso?
Metafisiche leggende?
Teatro dell’assurdo?
Sogno?
Realtà apocalittica?
Storie di ordinaria entropia?
Forse. Solo un cattivo presagio.
Smarrimento.
Tutto è immobile.
Tutto tace.
Nell’Attesa di un nuovo messia.
Umanità
Grani
di solitudini
scarlatte
risuonano all’unisono
dentro la pelle di un melograno.
Alveo.
Ventre.
Metafora.
Coagulo d’amore
e di nuovi accordi di senso.
E’ la mia idea di Umanità che mette radici.
Un brivido mi attraversa la schiena
Ad occhi chiusi
mi addosso al tuo corpo
di vecchio ulivo dalla pelle rugosa.
Con forza ti abbraccio.
Ti stringo.
Un brivido mi attraversa la schiena.
Respiro
il tuo respiro.
E’ come un trasalimento.
La tua anima si travasa nella mia.
Mi sento albero
refolo resina odorosa bava di lumaca
canto di cicala
ali di uccello che canta grappolo di stelle
raccolte in preghiera.
Qui
senza muovermi
senza nulla inseguire
senza altro desiderare che essere
seme di vita che vive dentro forme diverse.
Per Lei “fare poesia” non è un modo di scrivere … è un modo di vivere.
In modo non continuativo, inseriamo nella rubrica alcune segnalazioni editoriali, progetti, concorsi interni al mondo della poesia. Buona ricerca poetica.
La redazione di “Parole a capo” informa che è possibile inviare proprie poesie all’indirizzo mail: gigiguerrini@gmail.com per una possibile pubblicazione nella rubrica.
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