Intendiamoci, io a ‘sto punto voglio solo dare una mano. Finiamola con le critiche a buon mercato: il nostro Sindaco è uno che si rimbocca le maniche, un uomo che tira su un grattacielo in 3 giorni.
In un momento di sconforto lo avevo paragonato a Cetto La Qualunque, ma forse mi ero sbagliato, il paragone era imperfetto, Alan Fabbri vola molto più in alto. Più che un sindaco mi fa l’effetto di un Imperatore, uno che decide da solo, non perde tempo, non si mette certo a discutere con il popolino.
C’era una volta un Parco con un “un grande prato verde” trasformato in una fangaia, roba da mettersi le mani nei capelli, invece Alan non si è perso d’animo, ha fatto un fischio e ha messo al lavoro architetti, giardinieri e operai. In meno di un mese, ha sentenziato, il parco rinascerà più bello e più superbo che pria!
Riuscirà in questa opera titanica? Lui, proprio Lui che è il responsabile delle grandi ferite inferte al parco, riuscirà a creare un parco più bello del precedente?
Molti, moltissimi a Ferrara ne dubitano, anche io, ma a onor del vero, a favore di Alan c’è un illustre precedente. Raccomando la visione di questo strepitoso assolo di Petrolini , oltre a divertire, ci aiuta ad entrare nella psiche di un piccolo sindaco leghista di provincia con manie di grandezza.
Non ci è noto se Nerone – ultimamente alcuni storici l’hanno rivalutato – prima di essere liquidato dal Senato, sia riuscito a ricostruire “come voleva lui” almeno qualche pezzo di Roma: case popolari palazzi nobiliari o templi per Dei diversi da quelli precedenti. In ogni caso, il suo emulo Alan Fabbri sembra avere il suo stesso modus operandi e il suo stesso amore per l’alcol, ma ha davanti a sé un compito un po’ meno oneroso: non deve rifare una Capitale, ma solo la meravigliosa ‘addizione verde’ ideata da Paolo Ravenna.
A che punto siamo? I giornali di regime (Il Carlino e la Nuova Ferrara) ci informano sullo stato dell’arte dei lavori di “sistemazione e abbellimento” del Parco. Gli stradelli sono diventate strade carreggiabili in (“ecologico”) asfalto “larghe come fiumane” (ma al Vate non sarebbero punto piaciute). Sono stati piantati una gran quantità di lampioncini ‘in stile‘, copiati pari pari da quelli dei Giardini di Kensington di Wendy e Peter Pan. Infine le panchine, un modello vagamente “razionalista”, molto snob ma decisamente inservibili per chiunque si voglia riposare su una panchina.
Insomma, siamo avanti con i lavori, drammaticamente vicini alla inaugurazione in pompa magna del “nuovissimo” Parco Bassani. Manca solo qualche particolare, la ciliegina sulla torta. Ed è per questo che mi sono attivato e ho fatto funzionare il cervello. Subito, colpo di genio, mi sono venuti in mente i Sette Nani.
Una volta, appena passato Po, li vedevo nei giardinetti delle villette geometrili abitate dagli ex poveri. Funzionavano come “abbellimento”, Sette Nani erano sparsi sul prato, insieme a Biancaneve, con eventuale aggiunta di qualche fungo rosso a pallini bianchi. Tutti di gesso, che con la pioggia il colore sbiadiva.
Adesso i nanetti sono calati anche in Veneto. Ma continuano ad andare forte in America, in Australia e in Giappone. Adesso li fanno in vetroresina, che è molto più comodo e, sempre in vetroresina, si sfornano aironi, trampolieri, albatros e cicogne… Sono magnifici, assolutamente perfetti, e non costano nemmeno tanto. Gli manca un po’ il carattere, fermi impalati, ma sono indistruttibili. Eterni.
Per farmi capire ho messo in copertina due nanetti, ma è solo una pagina del catalogo, c’è un ricchissimo repertorio che il sindaco e i suoi tecnici possono consultare. Dovrebbero farci un pensiero: il gruppo Biancaneve e i sette nani, in più copie, starebbe benissimo nel nuovo Parco, sotto i lampioncini, vicino a una panchina osso di seppia o al limitare degli alberi. Sugli uccelli in vetroresina consiglio di non fare economie. Ce ne vogliono almeno qualche centinaia, e bisogna piazzarli ovunque. Il concertone ha creato uno sconquasso nella avifauna (morti, feriti e scappati) ed è venuta l’ora del ripopolamento.
Signor sindaco, faccia lei, ma li raccomando vivamente nanetti e uccelli di plastica; sarebbero un perfetto complemento d’arredo.
Sostieni periscopio!
Francesco Monini
Commenti (3)
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Quanto graffia e colpisce nel segno l’ironia di questo spassoso articolo amaro
Ho sempre odiato i nanetti da giardino
Aborro i nanetti finiti ma rimpiango gli uccelli… quelli veri!