Art.17 della Costituzione:
I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica.
Alcune domande al signor Luca Caprini sui fatti di Pisa
Non facciamo in tempo a metabolizzare lo sgomento e la rabbia di fronte alle immagini e alle testimonianze provenienti da Pisa e da Firenze, che a Ferrara – non esattamente una piazza immacolata nella storia degli abusi delle forze dell’ordine – il consigliere comunale, e segretario regionale del Sindacato Autonomo Polizia, Luca Caprini sente il bisogno di fare alcune dichiarazioni pubbliche:
“Se si vuole sostenere che nelle manifestazioni di piazza sia possibile fare tutto ciò che si vuole sull’altare della libertà di espressione allora non serve il servizio d’ordine, la polizia sta bene anche a casa, ci vadano questi ‘soloni’ a tutelare l’ordine pubblico”. Aggiunge Caprini che nella manifestazione di Pisa “sono state violate le prescrizioni e il personale di servizio è dovuto intervenire”. Inoltre, che “diversi esponenti politici e istituzionali stanno aggredendo verbalmente e delegittimando l’operato delle forze dell’ordine”. Questi sarebbero comportamenti “assolutamente irresponsabili” e che “rischiano solo di provocare il caos”.
Le forze dell’ordine, sostiene infine Caprini, “non hanno colore politico” e questa polemica andrebbe fatta “in altri luoghi e in altri contesti“.
Alcune di queste affermazioni suonano contemporaneamente impegnative e generiche. Vorremmo capirle meglio e quindi rivolgiamo al signor Caprini queste domande:
– Potrebbe indicare con precisione chi ha sostenuto che nelle manifestazioni di piazza è possibile fare tutto ciò che si vuole?
-Visto che appare bene informato, può specificare quali prescrizioni sono state violate nel caso specifico?
– Dopo aver specificato quali prescrizioni sono state violate, può dirci se, a suo giudizio, in base agli elementi video ed alle testimonianze pubbliche disponibili, la reazione dei poliziotti sia stata proporzionale alla violazione?
– Potrebbe indicare con precisione quali sono gli esponenti politici e istituzionali che stanno delegittimando l’operato delle forze dell’ordine?
– Visto che le forze dell’ordine “non hanno colore politico”, è d’accordo o in disaccordo con il fatto che la polizia italiana è un corpo di pubblica sicurezza che agisce nel rispetto delle regole costituzionali edificate sulla pregiudiziale antifascista?
Dal momento che il signor Caprini ha deciso di intervenire nel dibattito pubblico su fatti di una gravità estrema, siamo fiduciosi che altrettanto pubblicamente vorrà precisare le sue affermazioni rispondendo a queste domande.
Photo cover: blitz alla Scuola Diaz di Genova, 2001, tratta dal sito infodifesa.it
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Nicola Cavallini
E’ avvocato, ma ha fatto il bancario per avere uno stipendio. Fa il sindacalista per colpa di Lama, Trentin e Berlinguer. Scrive romanzi sui rapporti umani per vedere se dal letame nascono i fiori.
Commenti (1)
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Domande non solo legittime ma doverose, quelle di Nicola Cavallini. A cui aggiungo una riflessione. Ma cosa si crede, se si chiudono delle persone in un budello, queste non facciano il possibile per uscirne? Che poi, a dire il vero, quei ragazzi non hanno fatto ben poco come reazione, hanno solo alzato le mani. Allora credo che la provocazione sia stata delle forze di polizia, e segnatamente di chi ha dato ordini di sbarrare l’ uscita del budello.
Una domanda: ma i poliziotti che formazione hanno? All’ odio? A vedere quelle facce che manganellavano alla cieca sembrerebbe proprio di sì.