Nella recente nota del Ministero dell’istruzione che contiene i riferimenti per il contrasto alla diffusione del contagio da Covid-19 per l’anno scolastico che sta per partire, c’è una parte intitolata “Aerazione e qualità dell’aria negli ambienti scolastici”.
Questa fa riferimento alle “Linee guida sulle specifiche tecniche in merito all’adozione di dispositivi mobili di purificazione e impianti fissi di aerazione e agli standard minimi di qualità dell’aria negli ambienti scolastici e in quelli confinati degli stessi edifici”, emanate il 26 luglio 2022.
Ci aspettavamo molto da queste linee guida poiché diversi studi hanno dimostrato che la ventilazione meccanica controllata nelle aule, oltre a migliorare la qualità dell’aria, abbatte il rischio di contagio da covid-19 fino all’80%.
Ci aspettavamo molto perché speravamo che il Ministero investisse finalmente su questi dispositivi di purificazione delle nostre aule.
Ci aspettavamo che, dopo il dire, il Ministro dell’Istruzione passasse al fare.
E invece no!
Le linee guida che sono uscite guidano verso l’ennesimo paradosso: non ci sarà investimento per il miglioramento degli ambienti scolastici ma in compenso il Ministero investirà un mucchio di soldi in nuove tecnologie.
L’assurdo è che la scuola rimarrà un locale “malsano” con la vetrina “pulita” dove continueremo a mendicare i rotoli di carta igienica perché non ci sono fondi sufficienti…
Avremo una scuola con bei tablet e brutte toilette.
Avremo più “aria fritta” e meno aria sana.
Il ministro Bianchi ha sminuito l’importanza degli impianti di ventilazione nelle aule che pure hanno dato buoni esiti dove sperimentati. [1]
Chissà se è lo stesso Bianchi che prima di fare il ministro coordinava il gruppo di esperti impegnato nella gestione dell’emergenza Covid che valutava positivamente questa soluzione?
C’è un passaggio stupendo delle linee guida in cui è scritto: “Allo scopo di migliorare la qualità dell’aria negli ambienti scolastici, le Linee guida indicano anzitutto la necessità di attuare le ordinarie regole di buon comportamento, quali, ad esempio, la ventilazione delle aule attraverso l’apertura delle finestre. Sono poi da considerare – e se possibile evitare – fonti esterne di inquinanti in prossimità delle aule (es. parcheggi di mezzi a motore in prossimità delle finestre). Il rispetto del divieto di fumo in tutta la scuola. L’assenza di arredi e materiali inquinanti. L’igiene e trattamento di pavimenti e superfici, ecc. ”
Tradotto vuol dire: “Non chiedeteci gli impianti di ventilazione ma aprite le finestre” perché i primi costano, le seconde no.
Tradotto ancor meglio vuol dire una serie di banalità disarmanti, viste le quali verrebbe da fare la prova del palloncino a questi “guidatori” perché sembra che le loro linee non guidino troppo bene.
Come al solito mi rifugio nell’ironia per tentare di affrontare anche questo ennesimo paradosso che ci consiglia di tenere aperte le finestre per risolvere tutti i problemi.
Allora è facile immaginare che siano già pronte anche le linee guida relative alla conservazione degli alunni e degli insegnanti negli ambienti scolastici. I 10 punti saranno scritti pressappoco così:
– durante i mesi invernali, l’esposizione all’aria aperta degli alunni e dei docenti tramite “sospensione” con mollette da bucato che stringano bene le orecchie a dei fili tesi a tre metri da terra, collocati nei cortili delle scuole, affinché si senta bene “che aria tira” e tutti imparino a dire cose “campate in aria”;
– durante i mesi più caldi, la conservazione degli alunni e dei personale scolastico a temperature comprese fra un minimo di -21°C e un massimo di -18°C da effettuarsi tramite lo stoccaggio in cantine sotterranee o con l’impiego di ventilatori da banco (sono consentiti anche strumenti più potenti come i quarantalatori e gli ottantalatori);
– oltre al congelamento possono essere usati altri sistemi di conservazione degli studenti e degli insegnanti, quali: la salatura (mettere il sale in zucca), sott’olio (si consiglia di usare l’olio di gomito), la pastorizzazione (senza portarsi dietro le pecore) e l’essicamento (attenzione ai permalosi che si seccano troppo);
– è da evitare la vicinanza a fonti di calore quali fornelli, stufe e fuochi (ci si raccomanda di spegnere subito l’eventuale “fuoco sacro” per l’insegnamento che qualche docente potrebbe conservare);
– è fatto divieto di usare i colori caldi durante le attività didattiche (rosso, arancione e giallo in tutte le loro sfumature);
– occorre rispettare il divieto di fumo nelle aule, tranne il caso in cui il fumo sia meglio dell’arrosto [2];
– sono da evitare i parcheggi in doppia fila di mezzi a motore all’interno delle aule, nello spazio tra i banchi, a meno che i genitori non abbiano versato il contributo volontario;
– è sconsigliabile inalare ossidi e cariossidi, nitrati e nitriti, solfe e solfati, cloruri di vinile e cloruri di CD;
– non è sano, durante l’intervallo, nutrirsi di nutrie, anche se sono nutrienti;
– infine si invitano calorosamente gli alunni ed il personale a “respirare piano per non far rumore, ad addormentarsi di sera e risvegliarsi col sole, a vestirsi svogliatamente e a non mettere mai niente che possa attirare attenzione, un particolare, solo per farsi guardare” [3].
NOTE
[1] “Gli impianti di aerazione nelle scuole sono una misura integrativa non risolutiva per fermare il contagio”.
[2] La battuta è del grandissimo Freak Antoni
[3] Da “Alba chiara” di Vasco Rossi
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