Numeri: Il David e il pene piccolo
Avrete letto che una insegnate di una scuola media della Florida (Usa) è stata licenziata per aver fatto vedere agli alunni undicenni il David di Michelangelo.
Il David ignudo è alto 5 metri e pesa 5 tonnellate di marmo, Michelangelo impiegò quasi 3 anni per finirlo (dal settembre del 1501 fino a maggio del 1504) e iniziò che aveva 26 anni. Allora i capolavori si facevano con calma. Leonardo per fare L’Ultima Cena a Milano ci mise 4 anni e non gradiva l’affrettarsi che voleva il priore. Per questo lo fece somigliante al volto di Giuda.
Michelangelo visse 89 anni nonostante il gran scolpire, perché il fare rafforza la volontà e il corpo vitale. Se infatti il pensare distrugge il corpo vitale, il fare lo preserva. I fiorentini che lo volevano assolutamente sepolto in Santa Croce a Firenze, lo trafugarono da Roma e impiegarono 3 settimane per portarlo su un carro nel febbraio 1564. Nonostante il gran tempo, il corpo arrivò intatto.
Michelangelo era profondamente religioso e non volle raffigurare un David vincitore (com’era stato sempre in passato) in quanto, anche se hai ragione, quando vinci e uccidi, sei comunque in una posizione di “potere” e come tale non cristiana. Per questo Michelangelo decise di ritrarlo nel momento in cui sta per lanciare il sasso contro Golia e non sa ancora se riuscirà nella sua impresa. E’ quindi il momento, profondamente umano, del coraggio, di chi si ribella ai potenti, del dubbio, della paura, come si conviene a chi crede nel messaggio evangelico.
Se le mani furono lievemente ingrandite proprio per dare importanza al fare e alla volontà, il pene fu fatto piccolo.
Già nella tradizione della Grecia Antica un pene piccolo e non eretto era associato alla moderazione, una delle doti imprescindibili della virilità e quindi di un guerriero. Al contrario, un pene grosso simboleggiava l’incapacità di gestire gli impulsi e di agire con intelligenza e risolutezza.
Eroi, dèi, atleti, erano tutti rappresentati con il pene piccolo, a indicare che si trattava di personaggi onorevoli perché razionali e in grado di controllare i propri istinti “animali”. Non a caso i satiri (esseri mitici, mezzi uomini e mezzi capra, dediti alla lussuria selvaggia) e altre tipologie di uomini non “ideali”, venivano rappresentati con un grande pene eretto.
Ma gli americani (e tutti gli uomini di potere) di queste cose non ci capiscono.
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Andrea Gandini
Commenti (1)
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L’unitá di misura ” chi ce l’ha più lungo” é la valuta ancora corrente per sancire il proprio potere. É usato da chi trasforma il confronto e la dialettica in una lotta, in una gara narcisistica autoreferenziale. Non appartiene solo al genere maschile, forse come contrappunto a una mancata elaborazione dell’invidia del pene che rende la questione ancora più patetica. Una modalitá adolescenziale, immatura e superficiale. “Chi ce l’ha più lungo non é detto che sia generativo”.