Chi si è mangiato il mio mezzo pollo?
Numeri è una rubrica che “dà i numeri”, quelli importanti che ci aiutano ad orientarci. Per fortuna i numeri non sono tutto, ciò che conta infatti spesso non viene contato. Quindi non li prenderemo troppo sul serio, anche se sono molto seri.
La ricchezza non è mai aumentata così tanto nella storia come negli ultimi 30 anni. Siamo nell’era del turbocapitalismo. Questa ricchezza va però solo a pochi e non “sgocciola” ai piani bassi verso tutti gli altri.
Gli italiani hanno accumulato 3.300 miliardi di euro tra conti correnti bancari, azioni, obbligazioni e risparmio gestito (pensione integrativa, sanità privata,…). Ma di questa enorme ricchezza solo il 3% ne possiede il 49%, vale a dire 1.600 miliardi, l’altro 17% più ricco altri mille miliardi.
Il restante 80% ne possiede 730 miliardi. Tra questi ci sono i poveri (30%) che non posseggono nulla.
Ciò spiega perché l’indice di Gini (che misura la diseguaglianza (1 se tutto va solo a una persona, 0 se c’è equa distribuzione) è salito da 36 a 41,6 con la nuova indagine della Banca d’Italia del 2022 (relativa al 2020).
Per uscire dalle medie che non piacciono a Trilussa, la Banca d’Italia fornisce questa figura:
– il 30% più povero ha solo 7-8mila euro come patrimonio (cioè nulla, neppure la casa),
– il ceto medio ha 250mila euro (in genere una casa che vale 200mila euro e 50mila in banca),
– il 5% dei ricchi ha una casa che vale un milione di euro e 600 mila euro in banca.
In Europa siamo tra i più diseguali, più o meno come gli Stati Uniti.
Tutti i dati sono di fonte Banca d’Italia.
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Andrea Gandini
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