Mussolini e il “Nero di Londra”: dalle ricerche d’archivio una storia che non conosciamo
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Mussolini e il “Nero di Londra”: dalle ricerche d’archivio una storia che non conosciamo. L’ultimo libro di Giovanni Fasanella e Mario Josè Cereghino
I tanti avvenimenti, episodi ci sono stati rappresentati, mostrandoci scenari, giustificazioni, imprese sotto luci molto spesso falsate, parziali. Dietro ogni luce sono spuntate tante ombre. Ma, come amava spesso dire un amico, con queste cose non si mangia.
Sì, però…procediamo.
Giovanni Fasanella è un giornalista (ha scritto a lungo per l’Unità e Panorama) e ricercatore investigativo che ha pubblicato molti libri sul cosiddetto ‘indicibile’, cioè su quello che spesso non viene detto e, forse, nemmeno sfiorato nei libri scolastici ma soprattutto nella vulgata ufficiale.
Una ennesima conferma la si è potuta avere con la presentazione della sua ultima fatica, scritta assieme a Mario Josè Cereghino, saggista ed esperto di archivi anglosassoni. Stiamo parlando del volume “Nero di Londra“, Ed. Chiare Lettere, 2022, in due mesi già alla terza ristampa e presentato a Ferrara alla libreria Libraccio nei giorni scorsi, davanti ad un folto pubblico attento e curioso di sapere.
L’incontro è stato organizzato da Riccardo Forni, giornalista e coordinatore locale di Rete Civica, una formazione politica presente in alcune province dell’Emilia Romagna tra cui Ferrara dove si occupa di temi ambientali e storici.
Ma veniamo a “Nero di Londra”. Non un libro di storia delle origini del fascismo o su Mussolini- su cui si sono cimentati tantissimi studiosi come ad esempio Renzo De Felice o Emilio Gentile, né una controstoria. Fasanella e Cereghino si occupano delle relazioni tra Mussolini e i servizi d’intelligence britannici.
Nella premessa, gli autori scrivono che “il campo della nostra ricerca è molto più ristretto e riguarda il dietro le quinte di alcuni eventi accaduti tra Caporetto e la Marcia su Roma”. La trama descrittiva si dipana attraverso l’analisi di tanti documenti rinvenuti negli archivi inglesi.
In Inghilterra c’è una ‘strana’ consuetudine, proseguono gli autori, cioè “la possibilità di accedere anno dopo anno a nuove, straordinarie collezioni documentarie, archivi pubblici e privati desecretati da enti governativi e statali che consentono di rileggere il Novecento con cognizione di causa. Duole ammettere che è un privilegio di cui gli studiosi non godono ancora in Italia.”
Nel 2001, le carte dell’archivio personale (150 faldoni) di Sir Samuel Hoare, conservate nella biblioteca dell’Università di Cambridge, vengono declassificate e possono essere così consultate.
Chi era Samuel Hoare? La biografia lo descrive come un protagonista di primissimo piano. Le sue simpatie politiche sono per le correnti più conservatrici e reazionarie della politica britannica. La sua è una famiglia di banchieri e all’inizio del ‘900 inizia la sua inarrestabile scalata politica che (sintetizziamo ma ne raccomandiamo la lettura del capitolo, dal titolo che non lascia adito a dubbi (Soldi inglesi al Fascio e a Mussolini: “Pompare questa gente”) lo porta da istruttore ad agente operativo del servizio segreto inglese, poi diventa Primo Lord Ammiraglio.
In seguito, Ministro dell’Interno poi Ministro degli Esteri, Ambasciatore in Spagna e conserva per oltre trent’anni il suo seggio a Westminster.
Per restare nel ‘recinto’ di analisi di ‘Nero di Londra’, il racconto di questa intricata spy story descrive il sostegno economico a “The count” (Mussolini) fin dalla nascita del quotidiano “Il Popolo d’Italia” (1914) poi ai Fasci italiani di combattimento (fondati nel 1919) e i sostanziosi finanziamenti economici e logistici alla Marcia su Roma.
Tutti fondi che arrivano a Mussolini e soci attraverso finanziamenti ai giornali in modo che non emergesse per nessun motivo il coinvolgimento diretto degli inglesi.
Già ne “Il golpe inglese” (Ed. Chiare Lettere, 2011), Fasanella e Cereghino scrivevano che “nella fase finale della prima guerra mondiale i servizi britannici foraggiano abbondantemente uomini di partito, direttori di giornali e giornalisti perché conducano una campagna di stampa a favore di Gran Bretagna e Francia, in funzione anti Germania ed Austria per evitare che il Governo italiano uscisse dalla guerra in corso e, come aveva fatto la Russia, firmasse un accordo separato con gli austrotedeschi, mettendo in grossa difficoltà l’Inghilterra che sarebbe rimasta da sola. E tra costoro c’è anche Benito Mussolini, ex esponente di punta del Partito Socialista, che percepisce 100 sterline alla settimana da Sir Hoare” (l’informazione viene riportata nella nota 28, a pag. 29 dello storico britannico Christopher Andrew nel suo libro The Defence of The Realm: The Authorized Official History of MI5, Alfred A. Knopf, New York, 2009).
Nella terza parte di “Nero di Londra” si approfondiscono gli aspetti successivi al rapimento e all’uccisione di Giacomo Matteotti. Si ricorda, in estrema sintesi, che Matteotti era venuto in possesso, grazie ad alcuni deputati laburisti inglesi, dei documenti che provavano la corruzione della famiglia Mussolini (a partire dai fratelli Arnaldo e Benito) ed altri gerarchi del Partito Nazionale Fascista.
Corruzione per opera della compagnia petrolifera americana Sinclair Oil. Il parlamentare socialista aveva in animo di denunciare il sistema di corruzione che comprendeva anche la casa reale italiana. Sarebbe stata una vera bomba politica che probabilmente avrebbe cambiato il corso della storia in Italia, indebolendo verticalmente il potere d’influenza degli inglesi in Italia e nello scacchiere del Mediterraneo. Ma gli fu tappata la bocca e rubata la borsa che portava con se al momento del rapimento. “La borsa di Matteotti” è il titolo eloquente della sezione, e gli autori concludono con un’affermazione che non è una semplice ipotesi.“Al giorno d’oggi, è comunque innegabile che quelle carte siano ancora custodite negli archivi segreti della Naval Intelligence Division (Londra) e in quelli del Federal Bureau of Investigation e del dipartimento di Stato, a Washington.”
Il libro recensito:
Mario Josè Cereghino, Giovanni Fasanella – Nero di Londra, Ed. Chiare Lettere, 2022
Si consiglia la lettura:
Mario Josè Cereghino, Giovanni Fasanella – Il golpe inglese, Ed. Chiare Lettere, 2011
Mario Josè Cereghino, Giovanni Fasanella – Colonia Italia, Ed. Chiare Lettere, 2015
Cover: “Dio stramaledica gli inglesi”, una sorta di “spot” della propaganda fascista molto in voga nel periodo della Repubblica Sociale Italiana
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Pierluigi Guerrini
Commenti (1)
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come al solito chi è al potere combina disastri…anche i talebani furono addestrati e finanziati come combattenti contro la Russia…poi diventano il nemico numero uno degli Usa e dell’Occidente…poi si abbandona l’Afghanistan nelle loro mani…tutto torna…la democrazia è davvero un’altra cosa! grazie Pier Luigi!