I Mumin sono una famiglia di troll davvero molto speciali, simili a buffi e amichevoli piccoli ippopotami bianchi dalla coda sbarazzina.
Sono simpatiche creature nate nel 1946 dalla fantasia della finlandese Tove Jansson (1914-2001), figlia di padre scultore (Viktor Jansson) e di madre illustratrice (Signe Hammarsten-Jansson) e cresciuta tra una vivace casa-atelier di Helsinki e un solitario isolotto dell’arcipelago finlandese, Pellinge.
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Il mondo di arte e fantasia di cui è circondata fin dall’infanzia l’accompagna durante la sua vita, nutrendo la sua vocazione di pittrice, vignettista e scrittrice per bambini e adulti e ispirandole la serie dei Mumin che le è valso, tra gli altri, nel 1966, il Premio Andersen, il più importante riconoscimento internazionale dell’editoria per bambini e ragazzi.
Tove Jansson appartiene alla minoranza di lingua svedese ed è considerata “monumento nazionale” in Finlandia, dove nel 1994 le celebrazioni per il suo ottantesimo compleanno sono durate un intero anno. Nota in tutto il mondo per i suoi libri per l’infanzia, a partire dagli anni Settanta ha iniziato a rivolgersi con lo stesso spirito, ironico e sottile, umano e poetico, anche agli adulti con una decina di libri, di cui cinque pubblicati in Italia, pur continuando a coltivare il filone dei libri per l’infanzia.
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In Italia, le strisce dei Mumin, che l’hanno resa celebre, sono tornate grazie alla casa editrice Iperborea, specializzata in letteratura nordica, che, nel 2017, ha pubblicato Mumin e le follie invernali, un primo libro che raccoglie alcune delle storiche strisce della scrittrice (la saga era stata pubblicata, per la prima volta in Italia, in singole strisce sulla rivista Linus e in parte da Black Velvet). Ora, con una nuova collana, Iperborea ripubblica l’intera serie delle strisce, per la prima volta a colori, riproposti comesingole storie, nel formato classico Iperborea usato per il lungo (20×10 cm).
L’idea dei Mumin arrivò all’artista dopo una lite con i fratelli Olov, futuro fotografo, e Lars, futuro scrittore e fumettista: per sfogarsi Jansson si chiuse in bagno e si mise a disegnare un piccolo furente troll che chiamò Snork. Dopo qualche anno, Snork comparve accanto alla sigla con cui firmava le sue vignette; nel 1945 cambiò nome in Mumin e divenne il protagonista del suo primo romanzo per bambini, Mumin e la grande onda.
Ma come è fatta questa famiglia di Mumin? Sono personaggi avventurosi, eccentrici, simpatici, comici, poetici, ospitali e aperti al mondo. Circondati da altri curiose figure, a metà tra uomini e animali, troviamo papà e mamma Mumin e il piccolo Mumin con la sua fidanzata Grugnina, la vanitosa. Nella stretta cerchia di amici ci sono il giramondo Tabacco, il pasticcione Sniff, il cugino Ombra, la dolce Mimla e la sorellina Mi, l’intrigante Puzzolo, il filosofo Spinello e i lontani parenti Fungarelli.
Particolarmente delicato Mumin s’innamora, l’ultimo uscito con Iperborea ad agosto scorso, dove, in una valle allagata colpita da un terribile diluvio, Mumin, partito a salvare gente, porta a casa la diva capricciosa Miss La Guna, la stella del circo travolto dall’acqua, della quale si innamora perdutamente. Ma tra i capricci della Miss e l’arrivo del suo acrobata Emeraldo, l’ingenuo spasimante dovrà fare i conti con la differenza fra poesia romantica e realtà e soprattutto con Grugnina che si allea con Mimla e la sorellina per dargli una lezione. Verso il lieto fine, in un mondo tutto a sé.
Se poi volete vedere il museo dedicato ai Mumin, sappiate che a Tampere si può.
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Libri per bambini, per crescere e per restare bambini, anche da adulti.
Rubrica a cura di Simonetta Sandri in collaborazione con la libreria Testaperaria di Ferrara
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Simonetta Sandri
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