Mediterranea è sbarcata a Ferrara
In questi giorni festeggiamo un avvenimento molto emozionante per tutta la grande famiglia di Mediterranea Saving Humans: una delegazione è stata ricevuta da papa Francesco! Un incontro avvenuto il 22 marzo nel suo stile: quello della semplicità, dell’ascolto e della condivisione.
Più di un’ora di confronto in cui abbiamo avvertito una volta ancora la sua vicinanza e il suo sostegno.
Mediterranea è una giovane organizzazione, nata da una idea che può sembrare quanto meno originale: comprare una nave e metterla in acqua, per il salvataggio di bambini, donne ed uomini che rischiano tutto per trovare una vita più dignitosa nel nostro continente.
Persone che fuggono da miserie, povertà, guerre, violazioni dei diritti, spesso provenienti da Paesi in cui gli effetti della crisi climatica sono già molto evidenti: siccità, carestie…
L’idea dei fondatori è stata visionaria, come lanciare un seme nel vento… La risposta è stata repentina e trasversale, portando all’adesione al progetto persone provenienti da mondi apparentemente lontani: dai centri sociali alle parrocchie, passando per ARCI e Banca Etica. Possono esserci anche differenze sostanziali su tanti ambiti, ma ci siamo riuniti intorno ad una pratica e ad una certezza: “prima si salva, poi si discute!”
Il 3 ottobre 2018 la Mare Jonio, un rimorchiatore del 1973, è salpata dal porto di Augusta per la sua prima missione ed è diventata la prima e per ora unica nave di soccorso battente bandiera italiana.
Da allora le missioni di mare sono state 13 e 680 le persone salvate, scampate alla morte in quel mare, il Mediterraneo centrale, conosciuto come il più grande cimitero del mondo. Secondo l’OIM, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, dal 2014 ad oggi sono più di 25.000 i morti o dispersi in mare.
Di queste morti, purtroppo, i governi italiani ed europei sono fortemente responsabili, a seguito di una politica all’insegna dei respingimenti, delle omissioni di soccorso e del finanziamento della cosiddetta ‘guardia costiera libica’. La strage di Cutro, che passerà alla storia come la strage dei bambini (35 i piccoli corpi recuperati), è uno degli ultimi esempi.
Definiamo cosiddetta la guardia costiera libica, perché composta da personaggi discutibili, spesso miliziani, quando non macchiati da crimini e mandati internazionali, come nel caso di Bija. Eppure con questi personaggi tutti i governi, da Minniti in poi, hanno fatto e rinnovato accordi, come il Memorandum Italia Libia, accordo bilaterale secretato. Non ci è dato sapere su cosa esattamente le parti si siano accordate.
Quello che ci è dato sapere e vedere, invece, sono i segni di torture, abusi e stupri nei corpi e nelle anime delle persone che arrivano. Persone che, nel loro viaggio verso una vita migliore, arrivano in Libia, dove vengono detenuti in veri e propri lager. Questo è quello che sta accadendo negli ultimi anni e questo è quello che non ci stancheremo mai di denunciare e per cui continueremo a lottare.
Con l’inizio della guerra in Ucraina, Mediterranea ha iniziato missioni anche di terra, inizialmente portando aiuti umanitari e tornando in Italia con profughi messi al riparo. Dall’estate 2022, si è avviato il progetto MedCare: team di medici e volontari offrono assistenza sanitaria di base e beni di prima necessità alla popolazione civile, soprattutto dei campi profughi, in stretta collaborazione con associazioni locali con cui si sono stretti rapporti di amicizia e fiducia.
L’ultima missione è rientrata da pochi giorni ed è partita proprio dall’Emilia Romagna, con uno sforzo coordinato tra i vari equipaggi di terra di Mediterranea. Anche da Ferrara abbiamo contribuito grazie al pulmino messo a disposizione dalla Parrocchia Sant’Agostino. Durante la missione è stata consegnata un’ambulanza all’ospedale Dyadkovichi, centro per le cure palliative della provincia di Rivne. L’ambulanza servirà a supplire alla carenza di mezzi dovuta alla situazione bellica, che ha privato la città non solo di vetture sanitarie, ma anche degli scuolabus per spostare gli studenti sul territorio.
Gli equipaggi di terra sono molto importanti nella vita di Mediterranea perché sostengono le missioni e, in tutti i territori in cui sono presenti, sensibilizzano a questi grandi temi del nostro tempo.
A Ferrara il gruppo è nato ad agosto 2021 ed organizza con continuità iniziative di vario tipo.
Il prossimo appuntamento è previsto lunedì 27 marzo alle ore 17.00 un incontro pubblico dal titolo “La cura senza confini. Dibattito sul soccorso in mare e sulle operazioni di terra”.
Ne parleremo con Vanessa Guidi, presidente di Mediterranea Saving Humans, capamissione e medica a bordo della Mare Jonio e in diverse missioni di terra.
L’evento è in collaborazione con SISM Ferrara (Sindacato italiano Studenti in Medicina), SCORP e Laboratorio Antirazzista dell’Università di Ferrara.
Si terrà nell’ Aula D6 del Polo Chimico Biomedico, in Via Luigi Borsari 46.
Per rimanere aggiornati sulle iniziative dell’equipaggio di terra di Ferrara, o aderirvi, è possibile scrivere a mediterranea.fe@gmail.com
In copertina: la Mare Jonio, la nave soccorso di Mediterranea Saving Humans
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Anna Zonari
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