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Matteo Salvini indagato: “Ho difeso i confini italiani”

La procura di Palermo ha chiesto 6 anni di carcere per Salvini nel processo Open Arms. L’accusa all’ex ministro dell’Interno è di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver impedito alla nave dell’ong spagnola di attraccare a Lampedusa nel 2019.

Matteo Salvini si difende così: «Rischio il carcere perché la sinistra ha deciso che difendere i confini italiani è un reato»

 – Scarica la memoria della Procura di Palermo

Tutto il Centrodestra, Giorgia Meloni in testa, si schiera con il perseguitato Salvini. Nell’occhio del ciclone (non è la prima volta) c’è la magistratura, zeppa di giudici comunisti e complici della sinistra. Sullo sfondo il Governo lavora per la “Separazione delle carriere” per depotenziare e condizionare la libertà e l’autonomia del potere giudiziario e subordinarlo al potere esecutivo.

Il processo a Salvini si farà. La speranza è che giudici vengano lasciati liberi di applicare le leggi italiane. Perché in ballo ci solo le leggi italiane non i confini, come  vorrebbero le dichiarazioni (comiche se non fossero preoccupanti) dell’ex Ministro degli Interni.

C’è stato un tempo, più di un secolo fa,  in cui i confini italiani erano minacciati. E ci fu chi a costo della vita difese i confini italiani.

Durante la Grande Guerra (per l’Italia 1915-1918), gli Alpini furono chiamati per la prima volta a difendere i confini italiani. Per quattro lunghi anni combatterono in un ambiente veramente ostile, a volte solamente per conquistare pochi metri di roccia o per tenere, a costo di gravi perdite, piccole posizioni fra i ghiacciai. Grazie a quelle dure prove, però, e nonostante l’inefficienza degli alti comandi, gli Alpini italiani riuscirono a dimostrare il loro valore, la loro tenacia e la validità del loro estenuante addestramento. Furono, infatti, le Penne Nere ad ottenere i decisivi sfondamenti sul Monte Grappa, sul Monte Adamello e sul Monte Tonale. Fu la Prima Guerra Mondiale a creare la leggenda di queste truppe scelte, isolate ma imbattibili.

Quelli difesi dalle Penne Nere erano confini, magari anche “sacri confini”, quelli di Salvini assolutamente no. Perché non avevamo davanti nessun esercito nemico, ma 193 persone salvate dal naufragio.

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Francesco Monini

Nato a Ferrara, è innamorato del Sud (d’Italia e del Mondo) ma a Ferrara gli piace tornare. Giornalista, autore, infinito lettore. E’ stato tra i soci fondatori della cooperativa sociale “le pagine” di cui è stato presidente per tre lustri. Ha collaborato a Rocca, Linus, Cuore, il manifesto e molti altri giornali e riviste. E’ direttore responsabile di “madrugada”, trimestrale di incontri e racconti e del quotidiano online “Periscopio”. Ha tre figli di cui va ingenuamente fiero e di cui mostra le fotografie a chiunque incontra.

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