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Diario in pubblico. Luoghi tempi persone

 C’è un senso nel riconoscere nei nomi un destino, una rivelazione, una verità nascosta. Nella mia lunga vita ho abitato luoghi tra i più belli del mondo, non solo nella loro reale posizione, ma anche nel nome che hanno. Uno fra tutti che è e rimarrà esemplare: Via di Bellosguardo a Firenze.

Altri invece nel nome-destino portano misteriosamente un legame che la titolazione stessa evoca: Via Ricasoli sempre a Firenze, dove comprai un appartamento che ricorda il personaggio storico, Bettino, la cui esistenza comporta un aggancio storico-politico con Ferrara.

La via in cui abito a Ferrara invece suggerisce un riferimento storico nazionale che ha soppresso nel nome la sua condizione di maggior via d’acqua per approdare alla residenza dei duchi estensi in Castello. Ma la peggiore intitolazione forse in ogni senso è via Zanella al Lido degli Estensi ora giustamente chiamata ‘la Via del Rumore’.

Non mi ha fatto cambiare idea nemmeno il fondamentale studio critico di uno tra i 5 miei amici del cuore Anco Marzio Mutterle che nel 1988 scrisse Il professore ombroso. Quattro studi su Giacomo Zanella. Erano gli anni eroici della visitazione della letteratura moderna e contemporanea e a lui, compagno inseparabile della nostra avventura pavesiana, toccò il compito della rivalutazione di uno scrittore che a noi giovani intellettuali sembrava un relitto da cancellare, o perlomeno da ‘non ti curar di loro ma guarda e passa’.

Ma il luogo forse più carismatico, quello che segnò per sempre la mia storia esistenziale e culturale fu il Bagno Alpemare al Forte dei Marmi, che la generosità della famiglia Volterra ci aveva messo a disposizione. Lì incontravo Eusebio-Montale, lì confluivano quegli intellettuali che poi si radunavano al Caffè Roma, lì mi sentivo orgogliosamente ultra-radical-chic, altro che la Capalbio del ventunesimo secolo, a cui dedica un acuto commento Ritorno a Capalbio Massimo Gramellini nel Corriere del 25 luglio, dove la constatazione “Capalbio è un marchio di infamia snobistica un modo di dire e di sfottere” che andrebbe approfondito.

  Ora l’Alpemare è il bagno alla moda (naturalmente secondo dopo quello del Twiga Beach Club della intraprendente madame d’Asburgo Santanchè) gestito dal cantante Boccelli; ma – è questione di gusti – che resta dell’aura culturale? Francamente non lo voglio sapere. Per fortuna nel mio Laido degli Estensi forse la nota più positiva risiede nella cucina del Bagno Onda Blú, ottima e a prezzi accessibili ai comuni mortali anche se intellettuali….

Un articolo di Concita De GregorioLe due eredi designate, apparso nella Repubblica del 23 luglio 2023, prende in esame le eredi del potere politico-sociale-economico del nuovo corso italiano, Giorgia Meloni e Marina Berlusconi, sottolineando quanto sia complesso essere donne al potere e quanto costi tenere a freno le inevitabili pretese della superiorità maschile.

E ormai a livello occidentale la presenza delle donne in politica è straordinariamente cambiata rispetto a pochi decenni fa. Inutile fare la conta, basta consultare qualsiasi sito specializzato che ci informa sulle quote un tempo dette rosa per renderci conto della consistente presenza femminile .

Con questo non si vuole assolutamente affermare che sia meglio essere governati dalle donne, ma semplicemente constatare l’innegabile aumento delle donne alla guida di importantissime strutture sociopolitiche in Occidente. La prova provata rimangono, in Italia, le due signore in oggetto e la presidente del PD Elly Schlein, che ancora fatica, e lo scrive uno dei suoi elettori, a trovare la via di una ripresa consistente della sinistra italiana.

L’aria si fa più leggera se devo riferirmi alla autorevole presenza giornalistica al femminile, ma la consuetudine con le signore mi rende l’impresa facile e consolatoria: Natalia Aspesi, prima inter pares e, alla rinfusa, scusandomi di dimenticarne molte: Lucia Annunziata, Lilli Gruber, Giovanna Botteri, Barbara Palombelli, Luciana Litizzetto, Stefania Battistini, Dacia Maraini, Michela Murgia;

le storiche e straordinarie testimoni della Shoah: Lia Levi, Edith Bruck, Liliana Segre ; inoltre le studiose dell’ebraismo Dora Liscia, Igina Bemporad, Jael Liscia e anche Portia Prebys e Paola Bassani. Nell’ambito ferrarese poi studiose che hanno svolto anche attività giornalistica come Ethel Guidi, Mirna Bonazza, Maria Teresa Gulinelli e le sue sorelle.

Come si può notare e che ci conforta comunque nell’attesa di una possibile parità invocata, ma troppo spesso elusa, è che non è più eccezionale la presenza di una donna che illustri con il suo esempio il mondo intero, che al loro tempo si chiamavano Maria Callas, Edith Piaf, Elsa Morante, le mie amatissime.

E, forse, l’atteggiamento più adatto a coloro che desiderano e pretendono la eguaglianza tra le due parti del mondo va ancora indicato in un precursore troppo spesso dimenticato: Pier Paolo Pasolini.

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Gianni Venturi

Gianni Venturi è ordinario a riposo di Letteratura italiana all’Università di Firenze, presidente dell’edizione nazionale delle opere di Antonio Canova e co-curatore del Centro Studi Bassaniani di Ferrara. Ha insegnato per decenni Dante alla Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze. E’ specialista di letteratura rinascimentale, neoclassica e novecentesca. S’interessa soprattutto dei rapporti tra letteratura e arti figurative e della letteratura dei giardini e del paesaggio.

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