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Ferrara film corto festival

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L’ordine Bektashi e la mistica sufi

Il primo ministro dell’Albania, Edi Rama, sta lavorando alla creazione di un piccolissimo stato autonomo a Tirana, la capitale del paese, grande quanto un quarto di Città del Vaticano: si dovrebbe chiamare ‘Stato Sovrano dell’Ordine Bektashi’.[Vedi Qui].

Sono opportune alcune considerazioni e approfondimenti  a seguito della notizia pubblicata sul New York Times del 22/09/2024 dell’ imminente creazione di un microstato sovrano all’interno della capitale albanese, ispirato all’ordine sufi sciita Bektashi, con l’obiettivo di promuovere una versione tollerante dell’Islam.

Innanzitutto la diffusione di una versione dell’Islam basata “sui principi di pace, amore e rispetto reciproco”, per usare le parole del leader dell’ordine Bektashi, Haji Dede Baba, restituisce voce e garantisce protezione ai milioni musulmani che non si riconoscono nell’integralismo islamico, sia nella dottrina, sia nella pratica religiosa. L’esigenza di fondare un piccolo stato sovrano è giustificata dalle persecuzioni da sempre subite dai fedeli del sufismo, che controbilancia le perplessità delle cosiddette democrazie occidentali nei confronti degli stati di impronta religiosa, se non addirittura teocratica (pur accettando però lo stato Vaticano ).
L’ordine Bektashi (che trae il nome dal santo islamico Haji Bektash Veli), è stato fondato nel XV secolo, diffondendosi nei Balcani e specialmente in Albania. L’aspetto più interessante dell’ordine è l’apertura ad altre tradizioni religiose e culturali, promuovendo i valori della coesistenza pacifica tra diverse fedi e culture.

Vale la pena approfondire alcuni aspetti della mistica Sufi, di origini precedenti alla costituzione dell’ordine, attestata da documenti che risalgono all’ottavo secolo.
Il sufismo  nella raffinatezza dei contenuti e nella profondità spirituale non ha niente da invidiare alla mistica cristiana, con cui al contrario si possono stabilire numerosi parallelismi. Il poeta persiano Jalal al-Din Rumi  (1207-1273), studioso dell’Islam, è tuttora considerato uno dei più importanti esponenti non solo della mistica sufi, ma di tutta la letterarura mistica. La sua opera principale, il “Masnavi i ma’navi” ( in sei volumi  tradotti in inglese alla fine del XIX secolo) attesta la profondità della sua ispirazione universalista e pacifista:

“Che cosa si deve fare, o musulmani? Perché io stesso non mi conosco. Non sono cristiano, non sono ebreo, non sono musulmano. Non sono dell’Oriente, non dell’Occidente, non vengo dalla terra, no vengo dal mare.[…]il mio luogo è ciò che non ha luogo, la mia traccia è ciòche non ha traccia; non è corpo né anima, perché io appartengo alla’anima dell’amato. Ho abolito la duplicità, ho visto che i due mondi sono uno solo. Uno cerco, uno conosco, uno contemplo, uno invoco. Lui è il primo, lui è l’ultimo, lui è il più esterno, lui è il più interno.[…]. Sono inebriato dal calice dell’amore, i mondi sono scomparsi alla mia vista ; non ho altra occupazione che il banchetto dello spirito e una bevuta selvaggia. Se una volta nella mia vita ho trascorso un attimo senza di te, voglio pentirmi per il resto della mia vita a causa di quel tempo e di quell’ora. Se una volta in questo mondo avrò un attimo con te, calpesterò entrambi i mondi e ballerò nel trionfo, in eterno.”.

Il percorso delineato dal mistico Farid-ud Din Attar or Attar, nato nel 1120 circa, contenuto nel “Verbo degli Uccelli” descrive un itinerario spirituale a tappe, composto da sette valli che corrispondono a sette stadi di unione con il trascendente: 1º la valle della Ricerca, 2º la valle dell’Amore, 3º la valle della Conoscenza , 4º la valle del Distacco, 5º valle della pura Unità, 6º la valle dello Sbigottimento, 7º la valle del Dissolvimento e dell’Annientamento.

Immagine tratta da un racconto del maestro sufi Farid-ud Din Attar or Attar

Inevitabile il confronto con il “Castello interiore” di Teresa d’Avila che al posto delle valli, pone sette stanze ( o morade) , nell’ultima della quale risiede Dio.

Riporto un breve passo che descrive il terzo stadio dell’itinerario mistico sufi:

“Quando sull’altura di questo cammino rifulgerà il sole della conoscenza che non si può descrivere adeguatamente….allora si farà manifesta l’essenza segreta delle cose e l’infocata fornace del mondo diventerà un giardino fiorito. Il viandante vedrà la mandorla sotto la sua pellicola (ossia Dio nelle creature). Non vedrà più se stesso, non vedrà nient’altro se non il suo amico solamente; in tutto quello che vedrà, guarderà il suo volto; in ogni atomo vedrà la sfera del tutto; contemplerà, sotto il velo, innumerevoli segreti, che splendono come il sole…”.

La fratellanza universale deriva dalla conoscenza della presenza  dell’Uno (o Assoluto) in tutte le cose, e ovviamente in tutte le creature, approdo gnostico di tutte le mistiche, da quella ebraica a quella cristiana, da quella indiana a quella cinese.
Non c’è da stupirsi che il superamento di ogni particolarismo culturale abbia attirato in tutti i tempi e in tutte le culture persecuzioni e condanne dei mistici da parte di chi vuole la guerra e la distruzione. Da qui la creazione di un piccolo stato sovrano di ispirazione sufi si presenta come un’iniziativa politica e culturale da sostenere  per i valori di tolleranza che custodisce.

In copertina: Bektashismo – Stampa XVI secolo 

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Eleonora Graziani

Laureata in pedagogia e filosofia, PHD in feminist studies presso l’Università di Coimbra. Ha insegnato in Italia e all’estero, in carcere e agli adulti stranieri lingua e cultura italiana. Filosofa femminista ha al suo attivo diverse pubblicazioni sulla mistica femminile.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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