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Alle redazioni della stampa ferrarese,

Siamo la famiglia Wen, proprietari e gestori del bar Condor di via San Romano.
Ci piacerebbe condividere con le redazioni dei quotidiani ferraresi e con i vostri lettori questa lettera aperta che ieri pomeriggio, venerdì 25 agosto, abbiamo inoltrato agli uffici del sindaco.
Il nostro bar é stato colpito nell’ultima settimana prima da due fatti di cronaca la cui origine é stata erroneamente ricondotta al nostro locale, e poi colpita da provvedimenti per la chiusura da parte di questura e Comune.

La nostra lettera, oltre a voler chiarire i fatti avvenuti (e non sempre correttamente riportati dalla stampa locale), vuole essere un tentativo e un modo per aprire un dibattito sui sempre più diffusi fenomeni di degrado e microcriminalità in centro storico, e un invito all’Amministrazione a confrontarsi con i gestori delle attività per cercare insieme delle soluzioni, piuttosto che colpirle con provvedimenti che pesano sull’economia ma senza toccare i veri responsabili dei problemi urbani.

Speriamo di poter fare arrivare la nostra voce alla città, e apriamo l’invito a farci visita nel nostro bar anche a tutta redazione.

Gentile sindaco Alan Fabbri,

Le scriviamo questa lettera per chiederle personalmente un appuntamento, o quantomeno la possibilità di aprire un canale di comunicazione con Lei e le istituzioni che rappresenta. Siamo la famiglia Wen, titolari del bar Condor, all’angolo tra via san Romano e via Carlo Mayr, attività che purtroppo nel corso dell’ultima settimana è stata vittima non solo di due episodi di disordine e criminalità (situazioni purtroppo sempre più frequenti in diverse aree del centro storico), ma anche di una non veritiera e potenzialmente diffamatoria rappresentazione sulle cronache locali, che oggi rischia di produrre pesanti ripercussioni sul nostro lavoro.

Come probabilmente saprà, la nostra attività è stata colpita da un provvedimento del questore che ne ordina la chiusura per cinque giorni, in seguito a due risse che si sono purtroppo concluse in mezzo ai nostri tavoli. Episodi che tuttavia, contrariamente a quanto riportato dalle cronache della stampa locale, non avevano avuto origine nel nostro bar, ma lungo via san Romano.

Giovedì scorso, un ragazzo inseguito da altri quattro giovani ha fatto irruzione all’interno del nostro locale, andando a nascondersi dietro al bancone per non essere picchiato. Nei minuti successivi la situazione si è fatta molto difficile: nostra figlia e il nostro barista, che lavoravano al bancone, sono stati intimoriti, insultati e minacciati, una vetrina è stata danneggiata, diversi clienti si sono comprensibilmente spaventati e si sono allontanati dal locale. Abbiamo subito contattato le forze dell’ordine perchè intervenissero per riportare la calma e per far uscire dal locale i protagonisti dell’episodio che, ribadiamo, era iniziato e si era sviluppato ben lontano dal nostro locale, che si è trovato danneggiato dalla conclusione del fatto.

Una realtà dei fatti purtroppo molto diversa da quella riportata da parte della stampa locale, che il giorno successivo ha descritto, senza verificare direttamente sul posto, una rissa scoppiata tra i clienti ai tavolini del nostro bar. Imprecisioni ed errori continuati anche nei giorni successivi, che hanno purtroppo dato l’immagine di una gestione in qualche modo condiscente verso gli atteggiamenti violenti, fino a definirci nell’edizione odierna come “il bar delle risse”.
Forse anche questi errori e questi giudizi diffamatori nelle cronache (per i quali stiamo valutando azioni legali verso le testate responsabili) hanno influenzato la decisione del Comune di Ferrara e del vicesindaco, che secondo i quotidiani starebbe valutando di colpire il nostro locale con la chiusura pomeridiana per i prossimi sei mesi.

Signor Fabbri, ci consenta di scriverle con franchezza e sincerità. Da almeno un paio di anni i fenomeni di degrado e microcriminalità in alcune aree del centro sono in aumento e la colpa non è, e non può essere fatta pesare, sui gestori delle attività economiche. Il nostro bar, così come molti altri, contatta puntualmente le forze dell’ordine di fronte a ogni caso di tensione, ma purtroppo nella stragrande maggioranza dei casi ci viene detto che finchè non si verificano dei veri e propri reati, finchè non viene commessa una vera e propria irregolarità o violenza, il loro intervento è impossibile.
Questo da un lato è comprensibile, ma dall’altro lascia spazio a un’infinità di comportamenti che per i gestori di un attività sono difficilmente arginabili e che rischiano costantemente di degenerare.
Le ragazze che lavorano al bar si trovano a sopportare comportamenti sgradevoli e ammiccanti, e spesso cerchiamo senza successo di allontanare personaggi che pretendono di restare seduti per ore alla distesa del bar senza consumare. Gli stessi personaggi che a volte (è il caso della settimana scorsa) fanno scoppiare una rissa nelle vie circostanti per poi “trascinare” il problema dentro a un bar. Sono situazioni purtroppo presenti in questo tipo di lavoro, ma così come per le forze dell’ordine non è facile avere a che fare con certi personaggi e certe dinamiche, nemmeno per noi lo è. Chi gestisce un’attività deve essere allo stesso tempo gentile ma deciso, cercare di stemperare e prevenire ogni problema, e chiamare polizia e carabinieri quando è necessario. Noi abbiamo sempre fatto la nostra parte e abbiamo sempre fatto tutto il possibile per sostenere le istituzioni, ed è per questo che essere colpiti in questi giorni da un provvedimento, da parte di Questura e Comune, oggi ci ha molto amareggiati.

Signor Fabbri, purtroppo in questi ultimi anni in centro storico si sono sviluppate alcune dinamiche di degrado che non devono passare inosservate, e in particolare nell’area tra via San Romano e Carlo Mayr. I titolari e i dipendenti di attività come la nostra non possono riuscire a fronteggiare questi problemi da soli, ma hanno bisogno dell’aiuto delle istituzioni: vorremmo sentire più vicina la presenza degli agenti quando è il momento di prevenire i fatti, vederli più spesso all’interno del nostro bar e nelle vie attorno al locale, aiutandoci a prevenire i comportamenti fuori dalle righe, piuttosto che dover subire le punizioni per i reati commessi da altri. Né il provvedimento della questura né quello del Comune vanno a colpire i veri responsabili dei disordini che si sono verificati: cosa succederà se ripeteranno altrove le loro azioni? Si imporrà un’altra chiusura a un altro bar?

Ci piacerebbe poterle spiegare di persona queste situazioni, questi episodi e i nostri punti di vista, e creare una vera collaborazione con le istituzioni contro quei sempre più diffusi fenomeni di degrado nella nostra zona. Anche per questo chiudiamo questa lettera con un invito: venga a trovarci nel nostro locale, quando ne ha il tempo e la possibilità. Saremmo felici di instaurare un rapporto diretto con Lei e spiegarle di persona i tanti problemi e le tante dinamiche che hanno a che fare con il lavoro di chi gestisce un bar, ma che spesso passano inosservate alle autorità e alle istituzioni. Siamo convinti che ascoltando direttamente la testimonianza di chi ha subito certi episodi e certe situazioni, anche lei si renderà conto che è possibile una collaborazione più diretta ed efficace con le attività economiche per favorire l’ordine pubblico. Dal canto nostro, siamo disponibili a aperti ai consigli e alle indicazioni che l’amministrazione ci vorrà dare, e dopo i fatti che ci hanno colpito stiamo valutando l’implementazione di un nuovo sistema di videosorveglianza o di un servizio privato di security. Le chiediamo però di non lasciarci soli di fronte a una serie di problemi e dinamiche che non hanno a che fare con il nostro bar, ma con ampie porzioni della zona che ci circonda. Le chiediamo di coinvolgerci nel percorso di valorizzazione e riqualificazione della nostra città, per non far sì che un’attività si ritrovi a scontare le responsabilità altrui. Siamo sicuri che instaurando un rapporto più diretto e ascoltando direttamente la voce dei titolari delle attività economiche, anche il vostro lavoro e le vostre politiche potrebbero trarne vantaggio e incidere in maniera più efficace e mirata sulla qualità della vita e sull’economia dei ferraresi.
Per il momento, sperando in un nostro futuro incontro, la ringraziamo per l’attenzione, con un augurio di buona giornata e buon lavoro.
A presto

la famiglia Wen, proprietari e gestori del bar Condor di via San Romano

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