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Le voci da dentro. Astrolabio, il giornale del carcere di Ferrara

Da oggi inizio a presentare alcuni giornali, fra i tanti scritti, curati all’interno delle carceri italiane. Comincio da Astrolabio il giornale del carcere di Ferrara, non certo perché sia uno dei più importanti, ma perché lo conosco meglio di altri, essendone il caporedattore da quasi nove anni.
(Mauro Presini)

Normalmente sappiamo poco di ciò che avviene all’interno di un carcere: i giornali riportano soprattutto i fatti eclatanti negativi, ma quello che non fanno conoscere è tutto ciò che si fa, pur tra mille difficoltà, per attuare quella rieducazione della persona “ristretta” a cui deve tendere la pena secondo la nostra Costituzione.

Ad esempio, sono diverse le attività trattamentali che si svolgono nella Casa Circondariale di Ferrara: l’attività scolastica (dall’alfabetizzazione all’Università), le attività culturali e sportive, il progetto Galeorto, il laboratorio di bricolage, gli incontri con gli studenti, il teatro, lo yoga, il ping-pong, la pittura, la fotografia, il cinema, il giornale.
Ciascuna di queste attività educative, nel suo piccolo, contribuisce a ridefinire un pezzo di orizzonte futuro per le persone detenute che vi partecipano.

Il professor Ivo Lizzola, docente di Pedagogia sociale e della marginalità all’Università di Bergamo, riporta questa frase rivoltagli da un ragazzo del carcere di San Vittore : “Voi non ci state offrendo delle opportunità, voi ci state rendendo possibili”. Credo che in questa frase si possa cogliere il senso della sfida educativa in carcere; quello di non dare per scontata una persona ma di renderla possibile, considerandola soggetto attivo del proprio cambiamento a partire dalla sua legittima volontà di resurrezione.

In particolare io curo da 8 anni la redazione del giornale Astrolabio, che è un progetto editoriale che coinvolge una redazione interna di persone detenute insieme a persone ed enti che esprimono solidarietà verso la realtà dell’Arginone ed è finanziato dal Comune di Ferrara, attraverso le risorse del fondo sociale regionale.

Il periodico è nato dall’idea di creare un’opportunità di comunicazione tra l’interno e l’esterno del carcere: uno strumento che dia voce ai reclusi e a chi opera nel e per il carcere e che raccolga storie di persone fatte di umanità, potenzialità, voglia di riscatto, offrendo in tal modo un’immagine della realtà “dietro le sbarre” diversa da quella percepita e filtrata dai media tradizionali.

Il progetto del giornale in carcere è frutto di una convenzione tra ASP e Cooperativa Sociale Integrazione Lavoro. Dalla realizzazione del suo primo numero nel 2009, Astrolabio è diretto da Vito Martiello e, dal 2016, è curato dal sottoscritto.

Dall’inizio dell’attività del giornale, la redazione era composta soltanto da persone ristrette nelle sezioni comuni. Poi, qualche anno fa, si è offerta la possibilità anche ai detenuti della quarta sezione cioè dei protetti. Nell’ultimo anno, sono state quattro le sezioni che hanno usufruito delle attività del giornale: comuni, protetti, collaboratori e parenti dei collaboratori.

Ci si incontra una volta la settimana per due ore circa: si parla di quel che è successo in particolare a qualcuno o in generale. Se una persona ha scritto qualcosa la legge agli altri, quindi si socializzano le riflessioni conseguenti. Se ho qualche articolo o brano di libro che ho scelto, lo leggo e lo si commenta insieme.

Cerco di indirizzare la scrittura su alcuni argomenti, curando particolarmente l’aspetto della forma, perché questa non dovrebbe risultare solo e sempre recriminatoria o rivendicativa, ma una scrittura che, accogliendo le osservazioni critiche, le faccia seguire da un’adeguata parte propositiva.

In ogni caso, chiunque è libero di scrivere sugli argomenti che ritiene interessanti. Quando si hanno gli scritti necessari per chiudere il numero, si fa attenzione nella distribuzione degli articoli, in modo che ci possano essere autori diversi e quindi diversi punti di vista.

Si concorda l’ultima pagina che, di solito, è dedicata ad un personaggio importante che ha vissuto l’esperienza del carcere. Si discute di quali immagini potrebbero illustrare il numero, si guardano i disegni che hanno fatto altre persone dentro ed infine si sceglie la copertina.

Una volta fatto questo, gli scritti, le foto ed i disegni vengono spediti all’ufficio grafico che propone una bozza. Sistemata e corretta la bozza, se ne distribuisce una copia per cella, se ne spediscono più di un centinaio di copie agli indirizzi selezionati quindi si mette a disposizione su internet una copia digitale.

Tutti i numeri di Astrolabio sono infatti scaricabili gratuitamente sul sito: http://www.giornaleastrolabio.it/

Chi partecipa alle attività della redazione di Astrolabio fa una scelta di impegno e di responsabilità perché, essendo queste collocate dalla direzione in un orario che coincide con l’ora d’aria, dimostra un sincero interesse rinunciando ad un momento importante della giornata.

Inoltre rappresenta un momento di confronto e di condivisione di temi interni ed esterni al carcere, in cui ognuno può intervenire rispettando le regole democratiche di una normale discussione civile.
Il tema proposto può essere un fatto di cronaca, non solo giudiziaria, un’esperienza, una difficoltà o un problema personale.

La metodologia applicata al gruppo prevede che, anche di fronte ai problemi e alle criticità, si cerchi un approccio costruttivo e propositivo per andare verso una soluzione e non verso il conflitto fine a se stesso.
Strumenti di lavoro essenziali sono quindi i consigli di lettura, l’analisi guidata delle letture selezionate, le discussioni su di un tema sollevato dal conduttore o dai partecipanti, la scrittura personale libera, la scrittura collettiva, la correzione.

C’è, da parte di tutti, il desiderio di non fare un giornale pesante, sia per chi lo legge da dentro che per chi lo legge da fuori.

Quindi sono bene accetti articoli che non parlano solo della condizione carceraria, ma che offrono un respiro più ampio che allarghi il punto di vista.
Da qui nasce anche la scelta di usare fotografie o immagini che evochino armonia e bellezza. A noi sembra che ciò possa far sentire il bello e il buono che c’è attorno a noi.

Le persone che hanno partecipano in passato e che partecipano attualmente ai lavori di Astrolabio mi restituiscono l’idea della redazione come di un luogo di parola dove ci si può sentire liberi. Qualcuno, sapendo che sono maestro elementare e che dirigo da oltre 30 anni un giornale scritto dai bambini e dalle bambine intitolato La Gazzetta del Cocomero, mi ha chiesto quali elementi di comunanza trovi fra i due giornali.

Io penso che i bambini e le persone detenute abbiano in comune il fatto che non vengono considerati cittadini degni di esprimere il proprio pensiero, nonostante la nostra Costituzione affermi che “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Penso ci sia bisogno di dare a tutte le persone la dignità che è dovuta, siano esse bambini o detenuti.

Il nostro Paese sta vivendo una grossa crisi non solo economica ma anche sociale, culturale ed educativa; io credo che per cercare di risolverla si dovrebbe investire sulla cooperazione e non sulla competizione, sul lavoro vero e non su quello precario, sulla giustizia sociale e non sulle disparità di trattamento, sul rispetto della legalità e non sui condoni agli evasori.

Ma soprattutto credo fortemente si dovrebbe praticare, in concreto, un modello educativo serio, rispettoso ed inclusivo che restituisca a ciascuno di noi quell’umanità che ci sta mancando, quella fiducia nelle persone che ci permetta di vivere insieme e quella speranza in un domani migliore di cui abbiamo tutti bisogno.

Cover: una riunione della redazione di Astrolabio in una saletta della Casa Circondariale di Ferrara.

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Mauro Presini

È maestro elementare; dalla metà degli anni settanta si occupa di integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Dal 1992 coordina il giornalino dei bambini “La Gazzetta del Cocomero“. È impegnato nella difesa della scuola pubblica. Dal 2016 cura “Astrolabio”, il giornale del carcere di Ferrara.

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