Le elezioni tedesche.
Il partito della Signora Wagenknecht: cos’è la destra, cos’ è la sinistra?
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Le elezioni tedesche. <br>Il partito della Signora Wagenknecht: cos’è la destra, cos’ è la sinistra?
Ho apprezzato l’articolo relativo sulle elezioni regionali in Germania uscito su questo giornale il primo Settembre scorso (vedi Qui).
Da tedesco, mi permetto di aggiungere una riflessione ulteriore.
Dopo le elezioni è stato citato molte volte il partito della Signora Wagenknecht (BSW) che viene solitamente descritto come un neo partito radicale di sinistra. Vero è che la signora Presidentessa assoluta ha una storia politica sicuramente “di sinistra” in quella che fu la Germania dell’ Est.
La sua posizione verso il vecchio partito comunista (SED) è stata però, sempre molto ambigua; per un lungo periodo dopo la caduta del muro di Berlino la signora faceva parte a un gruppo composto, secondo me, di nostalgici stalinisti, detto “La Piattaforma Comunista’.
Poi poco alla volta ha lasciato quel gruppo per fare politica nel partito Die Linke (“La Sinistra”). Ma, in verità, fare politica per lei è stata sempre, e con gli anni lo è stato sempre di più, una celebrazione di se stessa. E’ così che la signora è diventata una “Regina dei talkshows”, capace di parlare molto bene, colta, sempre in grado di citare due, tre parole di Goethe, ben vestita come una Signora dei salotti novecenteschi, Insomma una bella rappresentante del mondo radical chic berlinese.
Ma quando la Signora Wagenknecht parla delle migrazioni non esiste una differenza fra lei e i leader del partito AFD, la destra estrema in Germania. Il nuovo partito fondato dalla signora dopo lo strappo con il partito “La Sinistra”, non per caso, porta il di lei nome (Bündnis Sara Wagenknecht/ Alleanza BsW).
Se il nome non fosse così storicamente carico si potrebbe chiamare la sua posizione di politica come ’Nazional sozialistisch’’, perchè lei difende sempre (talvolta anche con qualche frase di Goethe…) i poveri, i lavoratori, i pensionati, insomma i vari perdenti della globalizzazione.
Per questo la Wagenknecht sta senza dubbio nella tradizione di sinistra; ma quando parla di migrazione si sente sempre il solito ’sound’ della Destra estremista in Germania.
E la sua dichiarata simpatia per il regime di Putin si può definire di “sinistra” o di “destra”? L’Alleanza Sahra Wagenknecht è sicuramente un nuovo giocatore nel campo della politica tedesca, ma esiterei a collocare il partito nel campo della sinistra.
Vedremo; per ora in Germania si nuota a vista, senza una direzione precisa e senza più neppure la chiarezza di una precisa colorazione politica.
In copertina: Sahra Wagenknecht, fondatrice e leader del partito BSW
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Carl Wilhelm Macke
Commenti (2)
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Se certe proposte della Wagenknecht possono essere discutibili, ciò che denuncia è la ragione del suo successo: la critica della russofobia, la denuncia della guerra in Ucraina come responsabilità degli USA e dell’ignavia dei governi europei, la denuncia che la guerra alla Russia è anche guerra economica all’Europa e alla Germania, la denuncia della carneficina in Palestina, la constatazione che ciò che si chiama sinistra non ha più a cuore gli interessi del mondo del lavoro, l’aumento delle disuguaglianze favorito dai governi che hanno avuto anche inclinazioni di sinistra, eccetera… tutti questi motivi hanno favorito il suo successo elettorale. Amici della Linke tedeschi mi dicono cose simili a quelle dell’articolo, chiedo a loro perché non hanno il coraggio di dire cosa accade davvero, sia con la guerra sia con il massacro di classe cui assistiamo.
Certo, in Italia la sinistra, anche radicale, è messa peggio di quella tedesca.
Tempi foschi davanti a noi; il sereno non verrà dalle ricette delle sinistra del passato che mi pare abbiano completamente perso il contatto con la realtà; nel migliore dei casi vivono in castelli ideologici e identitari, la sinistra delle ZTL sono ormai i cani da guardia del peggior capitale finanziarizzato.
Facciamoci gli auguri
sono a favore di una società multietnica e multirazziale, penso sia innegabile il nostro bisogno di immigrati perché, peraltro, siamo demograficamente distrutti. Però la sinistra non può sempre evitare di parlare del problema del dumping salariale per il timore di passare per ostile agli immigrati….