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Ferrara film corto festival

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Riceviamo dal nostro più giovane collaboratore, il tredicenne Luca Guzzinati in vacanza al Lido degli Estensi, un intelligente e spassoso racconto sull’ultimo insulto urbanistico dei lidi ferraresi.
La Redazione)

Le casette di via Zanella e il nuovo arrivato

di Luca Guzzinati

Luglio 2023.

Iniziarono misteriosi, degli smantellamenti riguardo la piscina del vecchio Hotel 3 stelle, ormai chiuso da tanto tempo. Il proprietario aveva cercato di vendere la struttura, ma nessuno era interessato all’acquisto di un palazzo popolato da barboni che lì trovavano un comodo letto dove dormire.

Lentamente i muri della putrida piscina si trasformavano in pannelli di compensato dotati di cartelloni che illustravano il progetto della costruzione e la famosa azienda edilizia Old Effe. Successivamente demolirono l’intero palazzone vecchio e marcio.

Quello sarebbe stato l’inizio di lavori lunghissimi e rumorosi, con tanto di bestemmie e ogni tipo di parolaccia in albanese o in italiano.

Sarebbe stato l’inizio anche di una serie di imprecazioni da parte degli abitanti delle casette che si sarebbero trovati un mostro di 14 piani che impediva alla luce di raggiungere quest’ultime.

Voi penserete: “poveri residenti!”.

Ma perché per una volta non pensate anche a noi povere casette?!?

Cavolo! Ci ritroveremo quel mostro altissimo che ci impedirà di vedere l’alba! Non ci vogliamo nemmeno pensare.

“Ehi Gialla io per la verità mi ero rotta le scatole del sole. La mia vernice è rovinata grazie a lui…Parla per te!”.

Ed è fortunata che ci sono ancora le impalcature.

Questa che ha parlato è Bianca, la mia vicina di… casa? E mi sta molto simpatica a dir la verità. La casa davanti a me si chiama Arancia ed è molto gentile perché tutto l’anno scorso s’è offerta di ospitare una intera famiglia di gabbiani.

E poi c’è Bianco, il mio fidanzato, che ha ospitato Paolino per 3 anni e tutt’ora lo accoglie sul suo bel tetto piatto.

Paolino è un gabbiano che tutte le case di Via Zanella conoscono. Alcune per amicizia altre per inimicizia, dato che è stato sfrattato almeno tre volte, non capiva che non doveva fare i bisogni proprio sulla loro testa!

Ah dimenticavo, ci sono io, mi chiamo Gialla e sto cercando di interrompere i lavori in corso.

“Ehi Bianco, stavo pensando se era una buona idea fare una riunione per trovare un piano per interrompere i lavori… ci stai?”.

“Si, magari! Non ne posso più di quest’ombra”. “Raga stavo pensando alle formiche alate che sono capaci di mangiare un intero palazzo.”

“E quindi Bianco?”

“Potremmo chiedere a Paolino se chiama la sua amica formica alata.”

“Aó Bianco, me sembra ‘na bonissima idea, tu che dici Gialla?”

“Sì, okay, ma come?”

“Beh, potremmo chiedere a Paolino di dire alla formica di formare un esercito intero”.

“Sì sì come no, sono stra antipatiche e diciamo che non sono in buoni rapporti con loro; penseranno come minimo che sono abbastanza idiota a chiederle aiuto.”

“Aspettate, noi abbiamo il controllo dell’elettricità della casa e quindi anche di tutti i dispositivi elettronici al nostro interno. Possiamo scrivere al comune di avere un incontro urgente per dire di placare l’attività”.

“Già così ci auto sradichiamo e andiamo in comune?”

“Ma vaffanmuro va….’”

Alla fine non abbiamo raggiunto nessun piano o tipo di ragionamento. Sarà un’impresa impossibile.

Ormai sono già pronta a passare tutte le estati senza intravvedere un singolo filo di luce.

Me ne sto qui e direi per forza, dato che sono una casa, però in questo momento non lo vorrei essere, vorrei avere le gambe, per scappare e godermi il caldo sole. Peccato che non sia possibile. Una casa è un qualcosa di fermo, che resta lì tutta la sua vita e deve accettare anche dove l’hanno posizionata, in che quartiere, in quale posto del mondo.

Paolino è venuto sul mio tetto a salutarmi e a consolarmi e dice che agli abitanti un po’ di ombra può piacere.

Mi ha detto che non era neanche finito il “mostro” e che magari mi facevo troppi pregiudizi. Forse può essere simpatico. Non ci avevo pensato. Poi ho accettato tutto quanto e forse eravamo state un po’ scontrose con la Old Effe.

Alla fine ho capito che devi accettare anche le cose che non ti piacciono.

Ferrara film corto festival

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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