LA VIOLENZA CONTRO LA TERRA MADRE È VIOLENZA CONTRO TUTTƏ NOI
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LA VIOLENZA CONTRO LA TERRA MADRE È VIOLENZA CONTRO TUTTƏ NOI
NUDM- Mugello
La violenza maschile sulle donne, che tutti I giorni genera lutti familiari e produce figlə abbandonatə e solə, è un male sociale che va sradicato con forza e decisione dalla nostra società.
Da sempre lottiamo e abbiamo lottato contro la violenza perpetrata sui nostri corpi, sulle nostre menti, sui nostri affetti, sulle nostre vite, per fermarla e cambiare il paradigma sociale che ci vuole “incapaci di autodeterminarci” e di scegliere come, dove e con chi vogliamo vivere, sottomessə al pensiero patriarcale maschilista, che nella nostra civiltà industriale è ben rappresentato dall’economia capitalista che piega e sfrutta le persone, la natura, la Terra tutta al proprio interesse: il profitto.
Noi donne che viviamo in Mugello stiamo vedendo qualcosa di molto simile alle lotte dei popoli nativi del Sud del mondo (Africa e America del Sud) avvenire anche nel nostro territorio: imprese capitalistiche di produzione energetica, con il fine di arricchirsi tramite una speculazione finanziaria generata dai ricchi incentivi per la produzione di energia dal vento e dal sole si appropriano di aree sempre maggiori di territorio, che da aree naturali di montagna vengono trasformate dagli stessi governi locali e nazionali in aree industriali.
Stiamo assistendo alla devastazione di sempre più numerose e ampie zone di montagna appenninica che vengono devastate dagli interventi di disboscamento di aree forestali centenarie, di sbancamento dei versanti montuosi per la realizzazione di strade e grandi aree pianeggianti, cementificazione fino a più di 30 m di profondità della montagna, distruggendone la flora e la fauna che vi abitano, per innalzare torri eoliche di 180-200 m e di più.
La violenza che viene usata sulla nostra terra, nostra perché l’abitiamo e la viviamo, la curiamo e l’amiamo per le sue bellezze e anche per le sue asperità, è un’azione che ci colpisce direttamente perché ci è imposta e calata dall’alto senza che ci sia stata alcuna interlocuzione con chi ci vive e ci lavora.
Noi mugellanə ci opponiamo fermamente all’asservimento e alla violenza sui nostri corpi dallo sfruttamento patriarcale e capitalista così come ci opponiamo alla violenza e allo sfruttamento della speculazione finanziaria capitalistica della Terra in cui viviamo e ci appelliamo a tutte le forze realmente democratiche e ambientaliste, ad unirsi alla nostra lotta per difendere il diritto a proteggere il territorio in cui viviamo, in cui vivono e crescono, le nostre figlie e i nostri figli, il diritto a scegliere come produrre, in alternativa ai combustibili fossili, l’energia che ci serve a vivere in modo consapevole e senza sprechi.
Si tratta di un importante momento di partecipazione sociale e di presa di coscienza di noi donnə, in quanto siamo anche il primo obiettivo della pubblicità consumistica, che ci vuole prime protagoniste, in modo subdolo, e prime vittime, in modo violento, della logica capitalistica dei consumi ad ogni costo, della ricerca della felicità nelle cose e nei falsi bisogni; Per contrastare queste tendenze sociali negative dobbiamo riappropriarci, insieme, della nostra capacità di autodeterminazione, di scelta consapevole e condivisa per avviare la trasformazione verso la sostenibilità ambientale della nostra società.
In questi giorni a Baku, in Azerbaijan, sta andando in onda la riunione planetaria COP 29 e i Paesi ricchi e quelli poveri del mondo stanno cercando di trovare un accordo, che non può essere altro che un compromesso, sulle azioni da mettere in atto per contenere il rialzo della temperatura del pianeta e su quanti miliardi i primi debbano erogare ai secondi, che sono i maggiormente colpiti e devastati dagli effetti dei cambiamenti climatici e che contano il numero maggiore di vittime e di danni causati dagli eventi climatici estremi.
A precedere di poche ore, andava in onda a Rio de Janeiro, in Brasile, il summit dei G20 (il forum dei leader, Ministri delle finanze e Governatori delle banche centrali dei 20 Paesi più industrializzati al mondo) durante il quale i popoli nativi del Brasile hanno contestato aspramente i governi dei Paesi più industrializzati presenti al meeting in quanto accusati di non fare abbastanza per fermare le devastazioni causate dai cambiamenti climatici e di continuare ad opporre ad una transizione giusta, che dovrebbe avere come principale obiettivo l’equa ripartizione delle ricchezze, il taglio dei combustibili fossili, una reale rinuncia allo sfruttamento delle risorse naturali e alla devastante politica estrattivista.
I popoli indigeni dell’Africa e dell’America del Sud sono continuamente minacciati dal Capitale straniero che da secoli ormai si appropria con violenza di interi e vasti territori dei loro Paesi per sottrarre le preziose risorse minerarie utili ai diversi processi industriali per la produzione di ricchezze, principalmente per la produzione di energia, che non saranno certo distribuite alla loro popolazione ma accentrate nei Paesi capitalistici e ricchi del Nord del Mondo. Ai nativi rimangono solo la povertà e i veleni liberati nell’ambiente senza alcuna azione di prevenzione e di protezione.
E così rischia di succedere anche nei nostri territori, ci troviamo crinali violentati, depauperati, per rispondere alle esigenze speculative delle false energie green che con l’eolico industriale, vogliono distruggere i nostri territori, e contro questa violenza, ci opponiamo e continueremo ad opporci in tutti i modi a noi possibili!
25 Novembre 2024
Non Una di Meno – Mugello
Periscopio ha dedicato vari articoli e servizi sull’aggressione dell’eolico industriale nell’Appennino Mugellese e sulla lotta popolare per contrastarlo [vedi Qui]
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