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La maieutica di Michalis Traitsis

Il 13 Febbraio, presso la Sala Estense di Ferrara , si è tenuto l’incontro pubblico di “restituzione” ai cittadini, dell’edizione 2022 del pluriennale progetto “Il teatro e il benessere”, diretto dal regista-pedagogo teatrale Michalis Traitsis, e a cura del Balamós Teatro, Il progetto è rivolto a persone con malattie neurodegenerative, care givers familiari e non, ma dal video proiettato e dalle  interviste agli “attori partecipanti”, risulta aperto a tutti, mostrando un gruppo eterogeneo di persone che hanno testimoniato la valenza positiva e di empowerment dell’esperienza teatrale svolta.

Il video proiettato, contenente le interviste agli attori e parte dello spettacolo finale del 2022 “Radio Agorà”, è del regista e videomaker romano Marco Valentini, le fotografie di Andrea Casari, e la collaborazione artistica Patrizia Ninu.

Le interviste agli attori che si intercalano nel video non  sono apparse affatto scontate, ma parte del percorso di espressione di sé, fino alla ben più scabrosa fase dell’esposizione di sé che un’intervista pubblica comporta. La prima cosa che ho notato è la prevalenza femminile del gruppo, a conferma dell’ormai evidente  latitanza maschile in tutte le occasioni in cui non si ricopre un ruolo istituzionale, ma é necessario mettersi in gioco o, ancora peggio, “metterci la faccia”. I pochi maschi partecipanti  apparivano comunque particolarmente spontanei, autentici, genuini, come il simpatico attore dello spettacolo che si è espresso in un dialetto ferrarese puro,  strappando un sorriso a tutti i concittadini ancora in grado di capirlo.

Il primo aspetto che emerge dalla visione di interviste e spettacolo del gruppo, raccolti nel video, è infatti il tema della visibilità, del fare uscire dall’oscurità e dalla solitudine persone destinate alla  marginalizzazione sociale per svantaggi dovuti a problemi di  salute di carattere degenerativo, a renderli protagonisti di un percorso fruibile anche dagli altri: gli spettatori .
L’obiettivo del progetto , promosso dall’assessorato delle politiche sociali del comune di Ferrara dal 2015,  di democrazia partecipata, di inclusione dei soggetti sociali deboli, del teatro come “ arte della partecipazione e della relazione” risulta pienamente raggiunto.

L’altro aspetto che appare evidente nel lavoro presentato attraverso il video, ma anche dall’incontro e dalla discussione è il ruolo determinante, la assoluta importanza della figura del regista.

Ma come si confeziona uno spettacolo teatrale, degno di essere considerato un prodotto artistico, dalle performance di soggetti eterogenei sotto tutti i punti di vista, così come le interviste agli attori rendono evidente?

A questo punto entra potentemente in campo il percorso di Michalis Traitsis, esplicitato al pubblico dall’intervento di Domenico Giuseppe Lipani, direttore Centro Teatro Universitario di Ferrara. Un percorso, snodatosi negli ultimi sette anni e che, visto l’amore per la cultura greca e il teatro classico  di Michalis, io definirei socratico. Si parte dal conosci te stesso, con i tuoi limiti e le tue potenzialità, per esprimerti, con umiltà e orgoglio, tendendo verso “l’altro”. La relazione con se stessi e con gli altri nasce nello spazio vuoto del teatro come punto di incontro, lasciando la libertà al “non ancora accaduto” di accadere. Ed accade sempre, affermano gli attori nelle interviste, stupiti di essersi mossi , di aver superato paure e limiti, di aver incontrato altri diversi ed uguali a loro.

Dalla relazione nasce il gruppo, la coscienza di esserlo, la voglia di esprimerlo nello spettacolo, obiettivo comune di un cammino individuale e collettivo Lo spettacolo del 2022, “Radio Agorà”, di cui nel video si vedono alcuni spezzoni, restituisce il gruppo alla piazza, e la piazza al gruppo. Luogo collettivo di proprietà comune, come nell’antica Grecia, che ha la peculiarità di trasformare voci deboli, o perfino anche stonate, in un bellissimo coro.  Ed è in questo momento che emerge l’arte maieutica del regista, Michalis Traitsis, che ha tratto alla luce, aiutato a nascere  la parte più vera di ciascuno.

Per la prima volta ho capito che un regista è qualcuno che vede prima che sia visibile, che vede l’arte nella realtà viva degli esseri umani, che li vede come un’opera d’arte. Compie la sintesi, come ha detto lo stesso Michalis, fra etica ed estetica, mettendo in scena  uno spettacolo artistisco proprio dove la vita sembra trasformarsi in orrore.
Nel dibattito sulla “democratizzazione della cultura” si può incorrere nel rischio di un tradimento della vera arte, che non é affatto democratica, ma quasi sempre creata da eccellenze individuali, è emersa la posizione  di Michalis che ha ripetuto più volte; “Non basta fare teatro, bisogna farlo bene”. In conclusione, pur riconoscendo il valore terapeutico dell’esperienza, a tutti i livelli, non è necessario che gli attori siano artisti, se non di se stessi, ma il regista, come direttore d’orchestra di esseri umani, deve esserlo, e Michalis Traitsis, come ha dimostrato nei suoi spettacoli,  lo è.

Il sito di Balamós Teatro: https://balamosteatro.org/

Le foto nel testo sono di Andrea Casari

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Eleonora Graziani

Laureata in pedagogia e filosofia, PHD in feminist studies presso l’Università di Coimbra. Ha insegnato in Italia e all’estero, in carcere e agli adulti stranieri lingua e cultura italiana. Filosofa femminista ha al suo attivo diverse pubblicazioni sulla mistica femminile.

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